Scritto da: Daniele Alberani

La Tormenta


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...dilaniato il cuore, spezzato il respiro.
Urlava il suo nome. Lo chiamava. Chiedeva il suo aiuto e lui non poteva fare niente! Non poteva fare nulla di nulla! Non voleva guardare, non voleva sentire. Ma aveva visto, aveva sentito e mai avrebbe scordato. Quegli urli, quegli occhi. Oh no, quelli non li avrebbe mai dimenticati. Tante volte pensava di aver odiato delle persone. No, non l'aveva mai fatto. L'odio è un sentimento profondo, che pervade il corpo in ogni sua parte, che dà la forza di continuare ad andare avanti anche nelle situazioni più disperate. Ora sapeva cos'era l'odio, quello vero, il desiderio di vendetta, la voglia di tagliare falange per falange le mani di un uomo e vederlo annegare nel suo stesso sangue.
Aveva perso suo fratello e pensava che non ci sarebbe stato nulla di peggio. Aveva perso suo padre ed era certo che non avrebbe mai provato una sensazione più orrenda. Per l'ennesima volta si era sbagliato. Aveva visto sua sorella morire, invocare il suo aiuto e non aveva potuto far nulla. "Non lascerò che quegli urli mi tormentino per tutta la vita, ti vendicherò sorellina, te lo prometto" e Nik aveva sempre mantenuto le sue promesse,... [segue »]

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    Scritto da: Daniele Alberani
    Riferimento:
    Nasce come un racconto fantasy. Probabilmente i dialoghi sono stereotipati e alcuni espedienti per trascinare la trama sui binari che avevo in mente non sono stati dei più sensati.
    Lo stile si avvicina molto (moltissimo) a quello di G. R. R. Martin. Che altro, se vi va di leggere un racconto che rasenta il noir (così mi è stato detto) e che lascia al lettore l'intuizione, beh sprecate qualche minuto per leggere "La tormenta", altrimenti fa niente.
    Ogni commento, critica o consiglio sono sempre graditi.

    Commenti

    1
    postato da , il
    Bello. Come hai detto, stile forse troppo vicino a Martin e alcune incongruenze. Il lavoro è lodevole, un ottimo inizio, un'ottima caratterizzazione del personaggio principale, con dubbi e contraddizioni tipiche dell'età del ragazzino che già vuole diventare grande. Si perde un po' nella fase centrale anche se considerato che deve essere concepita nel lettore l'idea della sua vita normale ci può stare. Interessante l'intreccio che si viene a creare e, devo dire, lasciando l'intuizione al lettore anche nel finale, senza dare una completa e assoluta visione delle cose sei riuscito a creare quella sensazione di 'scomodità' tipica dei thriller o dei noir, mettendo nella testa di chi legge mille idee che si aggrovigliano e danno spazio a interpretazioni, rendendo eccitante anche il dubbio. Un buon lavoro, da migliorare, come hai sottolineato, ma un bel lavoro. ++++++++

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