Un destino un legame - Caterina dè Medici. La lettera scomparsa

L'orologio analogico della stazione Termini segnava le 11.55 e nell'immensa hall sostavano diverse persone in fila davanti agli sportelli delle biglietterie aspettando il turno, mentre scattavano le prenotazioni seguendo una numerazione progressiva.
Fuori un taxi si accosta al marciapiede, ne scendono due individui elegantemente vestiti: Borsalino in testa. Abito antracite a righe sottili azzurre uno; l'altro vestito grigio chiaro tinta unita, scarpe Duilio; entrambi fazzoletto nel taschino e cravatta intonata, ventiquattr'ore di pelle con cifra. Guardano gli orologi, un Piaget e un Omega, ambedue d'oro, segnano le 11.48. Di buon passo entrano nella sala affollata con i soprabiti Burberry' s, uno chiaro e l'altro di un verde marcio, appoggiati al braccio con noncuranza. Sostano davanti al tabellone per qualche secondo e si avviano al binario quattro. Il Freccia Argento era in sosta. Passeggeri si affrettano: sia con valige o trolley al seguito sia con borsoni. Saluti e abbracci.
Bruto e Cassio guardano intorno dagli occhiali da sole. Erano pressappoco della stessa taglia. Visi abbronzati, spigolosi l'uno, l'altro meno appariscente: mento volitivo, mascella quadrata, naso leggermente aquilino, corporatura scattante, si notava la frequentazione della palestra. Non un muscolo tradiva l'espressione dei visi, dagli zigomi delineati. Bocca sottile e labbra ... [segue »]

Alessio Fabretti

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