Un destino un legame - Caterina dè Medici. La lettera scomparsa
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...accomodi, è inutile che spieghi, conosco l'argomento e il perché. Aspetti ". La poltrona di pelle lucida, consunta dai vari clienti, era scomoda. Lo schienale alto e i braccioli di legno stagionato, risentivano del tempo, come la sua assistente che vestiva sobriamente. Un tailleur grigio scuro di stoffa pesante: gonna lunga, sotto il ginocchio, camicetta abbottonata sul collo, capelli raccolti dietro la nuca. Anche lei portava occhiali dalla spessa lente, con la montatura di corno. Entrava in quel momento con un vassoio a prima vista era antico, una porcellana di Sèvres. Poggia tutto sul tavolo da lavoro, e mi porge una tazza gentilmente, esce chiudendo la pesante porta di mogano. L'uomo stava finendo di scrivere e diceva, senza alzare gli occhi dalle sue carte:" Giovanotto, vede quella scala, e gli scaffali in alto. Bene. La sposti verso la finestra, sull'ultimo ripiano a destra c'è un grosso volume, lo porti giù e faccia attenzione a non rovinarlo. Comunque stia attento a non cadere è spesso. Dopo la porta, la scala di legno era pesante, anch'essa massiccia come tutto il resto, porto giù il tomo, e lo lascio sulla scrivania. "Grazie ragazzo. Ora vediamo cosa posso fare per lei – chiudendo la ... [segue »]
Composto martedì 3 gennaio 2017
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