Scritto da: Alessio Fabretti

Vivere è morire


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...si e fatto tardi, Un alberghetto vecchio e sudicio li accoglie, Vari odori mescolati di cucina scadente, e di aria viziata; gli arrivano alle narici. Racimola quei due, tre dollari che ha nelle tasche, li getta sul bancone, dove un portiere mezzo insonnolito gli lancia uno sguardo malevolo e con grugnito continua a guardare un punto lontano. La misera stanza, non è da meno del resto, La ragazza si spoglia, si sdraia sul letto. Lui la paga, si spoglia, e appena sul letto si addormenta di colpo, La ragazza rimane delusa, cerca di scuoterlo, ma poi vista l'inutilità, gli rimette i dollari sul comodino, in fondo era anche simpatico; pensa di addormentarsi anche lei: un po' di riposo le farà bene, spegne la luce, e piano piano scivola nel sonno, anche se un'insegna luminosa illumina a tratti di vari colori la stanza. Una luce filtra dalle finestre, il sole gli batte sul viso, Un po' tonto ma sveglio, Si gira sul letto, non vede nessuno: ricorda. Fa per alzarsi, i suoi vestiti sono dal lato opposto del letto, Si allunga per prenderli, e la vede per terra, parzialmente nascosta dalla sponda del letto; con il lenzuolo arrotolato intorno al corpo.... [segue »]
Composto martedì 19 marzo 1968

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    Scritto da: Alessio Fabretti

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