Frasi umoristiche Barzellette migliori


Scritta da: Arianna Marin
in Umorismo (Barzellette)
Primo giorno di asilo: la maestra vuole conoscere i bambini, va da una bimba e gli chiede: come ti chiami?
- mi chiamo Viola perché da piccola mi è caduta una viola in testa.
La maestra prosegue e chiede il nome ad un'altra bambina...
- io mi chiamo Rosa perché da piccola mi è caduta una rosa in testa.
La maestra chiede ad un'altra bambina il suo nome:
- Io mi chiamo Margherita perché da piccola mi è caduta una margherita in testa.
La maestra si avvicina ad un bambino tutto rannicchiato che si para il viso con le mani... la maestra gli domanda: ciao tu come ti chiami?
- Pino!
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    Scritta da: Andrea Manfrè
    in Umorismo (Barzellette)
    Un uomo su un pallone aerostatico finisce su un albero in mezzo alle campagne in una zona desolata. Passa di lì una persona, allora l'uomo sul pallone gli chiede: "Scusi, mi sa dire dove ci troviamo?" "Guardi, lei si trova su un albero, a dieci metri di altezza, siamo a 40 km dal centro abitato più vicino e io non ho una scala per farla scendere". "Senta, lei nella vita è ingegnere di sistemi informatici?" "Perbacco, come fa a saperlo?" "Vede, lei mi ha dato una serie di informazioni perfettamente corrette, ma assolutamente inutili per risolvere i miei problemi". L'altro da terra gli risponde: "Senta, lei nella vita è dirigente di qualche azienda?" "Caspita, come lo sa?" "Perché, vede, lei sta nella merda, non sa cosa fare, ma ha trovato il modo di dare la colpa ad un altro".
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      Scritta da: Paolo Broni
      in Umorismo (Barzellette)
      In una villa suona il telefono. Risponde il maggiordomo: "Buongiorno, qui è la residenza dell'avvocato..."
      "Sono io l'avvocato! Passami mia moglie."
      "Mi dispiace, signore, ma la signora..."
      "Non è in casa?"
      "Si c'è, ma ieri sera è venuto a trovarla l'ingegnere ed è rimasto con lei tutta la notte. Sono ancora in camera della signora."
      "Mio Dio! Mia moglie! Con l'ingegnere! E in casa mia! Non posso sopportare un affronto del genere. Senti... tu sai quanto io sia ricco e potente, quanto sappia ricompensare chi mi aiuta a distruggere chi mi contrasta..."
      "Si, signore".
      "Bene, tu sai dov'è la mia pistola, quella non denunciata. Voglio che tu la prenda e spari a quei due traditori. Subito. Poi nascondi la pistola in un posto sicuro. Io aspetto qui al telefono".
      "Vado, signore..."
      Dopo qualche minuto si sentono due spari e il maggiordomo ritorna:
      "Fatto signore, quei due non la tradiranno più, signore. La pistola l'ho gettata nella piscina."
      "La piscina? Come, la piscina? Scusi, ma che numero ho fatto?"
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        in Umorismo (Barzellette)
        Preoccupato perché le sue galline fanno sempre meno uova, un contadino finisce per dare la colpa al vecchio gallo che evidentemente non fa più il suo dovere. Si procura un bel galletto e lo mette nel pollaio. Il vecchio gallo si avvicina al nuovo re del pollaio e gli fa: "Forse puoi farmi un piccolo favore. Tanto per salvare la cresta, facciamo una gara di corsa e chi vince si piglia il pollaio. Così non avrò l'aria di essere stato spodestato per scarso gallismo. Vedendolo tanto malmesso, il galletto acconsente, e, anzi, per mostrare la sua generosità, concede al rivale un po' di vantaggio. La gara ha inizio e, ben presto, il giovane gallo comincia a ridurre il distacco. La rimonta è costante e, già a metà gara, il galletto ha quasi raggiunto il vecchio gallo quand'ecco che uno sparo mette fine alla competizione. Colpito da una raffica di pallini, il giovane gallo stramazza al suolo, morto. "Porco mondo! - esclama il contadino - È il terzo gallo frocio che mi capita in un mese!".
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          Scritta da: ines sansone
          in Umorismo (Barzellette)
          La maestra dice ai bambini di trovare qualcuno capace di fare il verso di un animale raro. Michele porta i suoi compagni a casa e dice che il suo nonnino di novant'anni sa fare benissimo il lupo. Entrano nel soggiorno e il bimbo chiede al nonno da quanti anni che non fa l'amore con la nonna e il nonno alzando le mani e gli occhi al cielo comincia a urlare "uuuuhhhh!".
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            in Umorismo (Barzellette)
            Su una nave da carico c'era un cuoco cinese mite, gentile e riservato. La ciurmaglia, non avendo niente da fare, lo aveva preso di mira e gli faceva ogni giorno i peggiori scherzacci (tipo incendiargli il codino o cospargere di peperoncino la sua carta igienica... ), ma il cuoco non reagiva mai, non diceva niente e non si lamentava; al massimo faceva un inchino e se ne andava. Dopo alcuni mesi, l'equipaggio cominciò a stancarsi (e a esaurire la fantasia nell'inventare nuovi scherzi) e alla fine decisero di lasciare in pace il poveretto. Dopo alcuni giorni di "calma", il cuoco, meravigliato, prese la parola mentre tutti stavano pranzando: "Scusale, molto onolevoli compagni di viaggio, io avele notato che voi non stale più facendo nessun schelzo a povelo cuoco cinese, cosa essele successo?" Al che gli dissero che non c'era più gusto, che si erano stancati etc etc... "Allola voi non falete più schelzi a povelo cuoco cinese?" E la ciurma "No, no, non ti preoccupare, d'ora in poi puoi stare tranquillo" E il cuoco "E allola povelo cuoco cinese smettele di fale cacca nella minestla".
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              Scritta da: Edoardo Grimoldi
              in Umorismo (Barzellette)
              Un professore universitario stanco del proprio lavoro intellettuale decide di passare le vacanze in una fattoria; in cambio dell'alloggio farà qualche lavoro manuale.
              Il primo giorno il contadino gli chiede di svuotare il letame in fondo alla stalla e di spargerlo sul campo dietro la fattoria.
              Alla sera quando il contadino ritorna dai campi trova con grande meraviglia il lavoro già fatto.
              Il giorno dopo il contadino chiede al professore di raccogliere e contare tutte le balle di fieno presenti nel terreno.
              Alla fine della giornata quando il contadino torna dai campi trova il lavoro perfettamente fatto.
              Il terzo giorno il contadino, vergognandosi del lavoro pesante proposto al professore i due giorni prima, gli chiede di dividere le mele grosse dalle piccole e di scartare le marce.
              Quando il contadino alla sera ritorna dai campi, con grande meraviglia, vede che nulla è stato fatto e il professore con in mano una mela che dice: "È piccola o grossa?"

              Morale: per spargere merda o per contar balle tutti son capaci, ma non quando si tratta di prendere una decisione...
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