L'alunno C. nel cercare di calciare un gesso alla compagna B. fa partire una scarpa che sfonda il vetro al di sopra della porta e si giustifica dicendo "questa classe cade a pezzi"!
Gli alunni Francesco U., M. B., N. V., D. S. e altri alunni che non conosco, ma suppongo che i primi quattro abbiano pensato l'operazione, hanno venduto a 50 cents l'uno dei Pocket Coffee avvelenati con del purgante. Credo che ne avessero un centinaio di Pocket Coffee, di conseguenza metà scuola non è potuta presentarsi alle lezioni il giorno dopo. Richiedo un medico sempre presente a scuola e parlare con i genitori anche al telefono immediatamente.
L'alunno è entrato in aula, dopo essere stato per 20 minuti al bagno, aprendo la porta con un calcio; ha fatto una capriola e ha puntato un'immaginaria pistola verso l'insegnate dicendo "ti dichiaro in arresto nonnina!"
Durante l'intervallo l'alunno M. N. si rannicchia in un angolo della classe fingendo di piangere; alla mia cortese richiesta di spiegazioni lui afferma di riuscire a vedere la gente morta, additando ripetutamente la sottoscritta e portando la classe al delirio.
L'alunno L. F. alla domanda "Dov'è il tuo tema descrittivo sulla tua casa?" risponde "Prof. Non ho una casa, ma vivo da solo sotto un ponte". Chiedo seri provvedimenti.
Suonata l'ultima campanella dell'ultimo giorno di scuola dell'anno scolastico 2005/2006 tutta la classe ha buttato giù dalla finestra sedie e banchi. Penalizzazioni per l'anno scolastico successivo. Cordiali saluti e buone vacanze. La preside.
Dopo l'ennesima assenza di massa sto riferendo ai pochi presenti che chiamerò personalmente a casa degli assenti, quando improvvisamente l'alunno P. si alza dal proprio banco e mimando la pubblicità della vodafone, in cui viene staccata la spina telefonica, grida a squarciagola: "life is now".