Il carattere competitivo nell ' uomo è insito in lui e spontaneo , proprio come quello cooperativo lo è nelle formiche. Se fossimo formiche non avremmo bisogno di pensare se una nostra azione sia buona o cattiva , apportatrice di bene o di male - e con questo non intendo certo sostenere che tutti gli uomini si soffermino a pensare a queste questioni- tutto sarebbe già scritto nel nostro corredo genetico , nel nostro istinto che ci farebbe agire solo nell' interesse della comunità - interesse combaciante con il nostro-.
Ma non siamo formiche e ciò si evince non solo dalla disorganizzazione dei nostri moderni formicai , dalla cattiva gestione distribuzione delle risorse alimentari , dalla propensione al cicalare , ma anche dal bisogno di senso di appartenenza - spesso del tutto infondato- verso una qualche fazione , un gruppo che guerreggi con un' altro.
Ciao Vincenzo.
Grazie per la risposta :-))
Pare, qui, che gli alberi non siano capaci di cambiare le cose , ma - per quanto ne so- non sono in grado di peggiorarle , a differenza proprio degli uomini....
Stramazzano , devo ammettere, è stato qui utilizzato nella sua accezione in "idraulica".
Dunque intendevo rendere l' immagine di un contenitore sempre pieno di lacrime , il cui pelo libero regolato da uno stramazzo, permette la fuoriuscita del salato liquido ad ogni , seppur minimo, incremento.
La ricerca di un guru nella vita può portare a nessun ritrovamento, per questo può nascere la necesità di crearselo autonomamente , di creare il guro e gli adepti , nella propria mente.
Se il vero credente , impegnato nella ricerca tutta interiore verso risposte ad interrogativi esistenziali , verso soluzioni a problemi teologici o filosofici -ed è proprio per via di questi impegni egli non si interessi affatto di politica - è giusto , forse , dichiararsi contrari a tali impegni , ed alla sua opera di convincimento ed insegnamento altrui , poichè una volta convinti onestamente ed onestamente apprese nozioni sufficienti , gli altri ,diverranno insensibili - a loro volta - ai problemi sociali e cominceranno a produrre a -loro volta- quell' agnosticismo politico proprio dei loro maestri.
E chi rimarrà -dunque - ad interessarsi alla politica ? Rimarranno coloro i quali non si saranno interrogati su problemi esistenziali , o non li avranno ritenuti di loro interesse , e rimarranno anche i discepoli disonesti dei maestri , insomma rimarranno i peggiori.
La responsabilità dell' ineguatezza della classe politica è dei maestri , di tutti i maestri che non hanno il coraggio di buttarsi nella mischia , di rischiare e buttarsi e provare.
Questo è il loro reale insegnamento.
Questo il loro ritrovamento .
I maestri sono ig n or a n ti .
Cosa del tutto improbabile , a meno che non si speri d' essere compresi esclusivamente dagli altri.
Quanti al mondo non sono capaci di comprendere se stessi - pur essendone convinti -?
La bellezza indicata dalla frase consta nel fatto che la - remota- possibilità d' essere compresi , divenga il mezzo per poter comprendere noi stessi.
Ma non siamo formiche e ciò si evince non solo dalla disorganizzazione dei nostri moderni formicai , dalla cattiva gestione distribuzione delle risorse alimentari , dalla propensione al cicalare , ma anche dal bisogno di senso di appartenenza - spesso del tutto infondato- verso una qualche fazione , un gruppo che guerreggi con un' altro.
Ciao Vincenzo.
Grazie per la risposta :-))
Dunque intendevo rendere l' immagine di un contenitore sempre pieno di lacrime , il cui pelo libero regolato da uno stramazzo, permette la fuoriuscita del salato liquido ad ogni , seppur minimo, incremento.
E chi rimarrà -dunque - ad interessarsi alla politica ? Rimarranno coloro i quali non si saranno interrogati su problemi esistenziali , o non li avranno ritenuti di loro interesse , e rimarranno anche i discepoli disonesti dei maestri , insomma rimarranno i peggiori.
La responsabilità dell' ineguatezza della classe politica è dei maestri , di tutti i maestri che non hanno il coraggio di buttarsi nella mischia , di rischiare e buttarsi e provare.
Questo è il loro reale insegnamento.
Questo il loro ritrovamento .
I maestri sono ig n or a n ti .
Scegliamo forse quando nascere o come vivere ?
Quanti al mondo non sono capaci di comprendere se stessi - pur essendone convinti -?
La bellezza indicata dalla frase consta nel fatto che la - remota- possibilità d' essere compresi , divenga il mezzo per poter comprendere noi stessi.