Sergio, secondo me la poesia è fatta di tre ingredienti: pensiero, immagine e musicalità.
La musicalità è cosa bella, ma non essenziale. Prova ne sia che molte poesie di autori stranieri sono splendide anche nella loro traduzione, perché ci colpiscono le immagini evocate ed i concetti espressi. Senza andare troppo nell'esotico e nel lontano dalla nostra cultura tradizionale,basti pensare ai lirici greci: ci hanno lasciato cose che sono splendide anche nella traduzione italiana, anche senza volerle gustare nel linguaggio e metro originale.
Pensiero e immagini, viceversa, sono elementi essenziali. In tutta sincerità, a me non piacciono le poesie che suscitano riflessioni e discussioni su cosa il poeta abbia voluto esprimere: quelli sono rebus, non poesie. Nè amo gran che quelle poesie il cui significato si riesca a comprendere solo dopo qualche minuto di riflessione. Mi piace l'espressione diretta e immaginosa del pensiero, che appena la leggo mi dà un brivido, un'emozione. Se non ne ricavo nell'immediato alcuna emozione, passo appresso e ne leggo un'altra.
Mi costa quindi fatica leggere cose che appaiono "costruite allo scopo di" fare poesia. Te l'ho detto in privato, e lo ripeto qui dinanzi a tutti, pur rischiando di apparire un dissacratore di idoli ultra-venerati: io adoro Quasimodo ed Ungaretti, ma odio Montale. Lo trovo costruito, aulico, inteso a stupire più che a comunicare... Ossi di seppia non so neanche più dove sia. Credo di averlo gettato dalla finestra.
Ma tu sei molto meglio di Montale, amico mio. Perché il tuo pensiero,anche se con un minimo di riflessione, è comprensibile, e le immagini vive.
Tuttavia si nota in questo tuo scritto un che di costruito, di artefatto, una sorta di lavoro di traduzione dal semplice al complesso, dal chiaro al recondito, che secondo me è un modo distorto di intendere la poesia. Prendi ad esempio l'Odissea, e prova a leggerla nella traduzione italiana (che è di Ippolito Pindemonte, non dell'ultimo arrivato). Non vi è nulla di nascosto: a parte la musicalità, che è nella traduzione italiana opera del traduttore, l'effetto poetico sgorga spontaneo da pensieri ed immagini di una chiarezza adamantina. Ora, in questa tua poesia il pensiero si coglie (ma senza fraintendimenti) dopo qualche secondo, le immagini anche. Il mio plagio, in questo contesto, voleva solo esserne una traduzione in termini chiari e semplici (anzi: una retro-traduzione, perché sicuramente chiara e semplice è stata la tua sofferenza ed ispirazione nel pensarla), e in forma un po' più musicale.
Chiarisco da ultimo, non a te che lo sai benissimo, ma a coloro che mi leggono, che questo mio intervento si esplica dietro tua espressa sollecitazione, non volendo assolutamente rappresentare un appunto, ma solo una critica costruttiva, e comunque l'espressione del mio pensiero, che tu stesso mi hai invogliato a manifestare liberamente.
12 anni e 8 mesi fa
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La musicalità è cosa bella, ma non essenziale. Prova ne sia che molte poesie di autori stranieri sono splendide anche nella loro traduzione, perché ci colpiscono le immagini evocate ed i concetti espressi. Senza andare troppo nell'esotico e nel lontano dalla nostra cultura tradizionale,basti pensare ai lirici greci: ci hanno lasciato cose che sono splendide anche nella traduzione italiana, anche senza volerle gustare nel linguaggio e metro originale.
Pensiero e immagini, viceversa, sono elementi essenziali. In tutta sincerità, a me non piacciono le poesie che suscitano riflessioni e discussioni su cosa il poeta abbia voluto esprimere: quelli sono rebus, non poesie. Nè amo gran che quelle poesie il cui significato si riesca a comprendere solo dopo qualche minuto di riflessione. Mi piace l'espressione diretta e immaginosa del pensiero, che appena la leggo mi dà un brivido, un'emozione. Se non ne ricavo nell'immediato alcuna emozione, passo appresso e ne leggo un'altra.
Mi costa quindi fatica leggere cose che appaiono "costruite allo scopo di" fare poesia. Te l'ho detto in privato, e lo ripeto qui dinanzi a tutti, pur rischiando di apparire un dissacratore di idoli ultra-venerati: io adoro Quasimodo ed Ungaretti, ma odio Montale. Lo trovo costruito, aulico, inteso a stupire più che a comunicare... Ossi di seppia non so neanche più dove sia. Credo di averlo gettato dalla finestra.
Ma tu sei molto meglio di Montale, amico mio. Perché il tuo pensiero,anche se con un minimo di riflessione, è comprensibile, e le immagini vive.
Tuttavia si nota in questo tuo scritto un che di costruito, di artefatto, una sorta di lavoro di traduzione dal semplice al complesso, dal chiaro al recondito, che secondo me è un modo distorto di intendere la poesia. Prendi ad esempio l'Odissea, e prova a leggerla nella traduzione italiana (che è di Ippolito Pindemonte, non dell'ultimo arrivato). Non vi è nulla di nascosto: a parte la musicalità, che è nella traduzione italiana opera del traduttore, l'effetto poetico sgorga spontaneo da pensieri ed immagini di una chiarezza adamantina. Ora, in questa tua poesia il pensiero si coglie (ma senza fraintendimenti) dopo qualche secondo, le immagini anche. Il mio plagio, in questo contesto, voleva solo esserne una traduzione in termini chiari e semplici (anzi: una retro-traduzione, perché sicuramente chiara e semplice è stata la tua sofferenza ed ispirazione nel pensarla), e in forma un po' più musicale.
Chiarisco da ultimo, non a te che lo sai benissimo, ma a coloro che mi leggono, che questo mio intervento si esplica dietro tua espressa sollecitazione, non volendo assolutamente rappresentare un appunto, ma solo una critica costruttiva, e comunque l'espressione del mio pensiero, che tu stesso mi hai invogliato a manifestare liberamente.
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Perlman and Previn-Scott Joplin's Elite Syncopations
Comunque, tranquilla: è tutta una gran baggianata... : ))))
Non ci avevo pensato.