Charles, il problema non è "non essere seri", ma semplicemente non essere ciò che si vuole apparire (a se stessi e agli altri).
Quanto all'incoerenza tra il pensiero e la volontà da una parte e l'azione dall'altra, è roba vecchia: non è un problema moderno, ma un problema antico quanto l'uomo. Lo cita addirittura San Paolo nella lettera ai Romani: "io non comprendo davvero come agisco; infatti faccio non quello che vorrei, ma quello che detesto".
12 anni e 10 mesi fa
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Il tempo non è altro che un concetto di relazione. Un continuum spazio temporale ha senso solo se esiste qualcosa. Se nulla esistesse, neanche il tempo e lo spazio esisterebbero. E' dunque il divenire di ciò che esiste a scandire il tempo, non il tempo (come appare) a scandire il divenire. E' qui la rivoluzione copernicana relativamente a questi concetti: ricorda l'esempio dell'astronauta che viaggia vicinissimo alla velocità della luce: per lui il tempo rallenta, e addirittura mutano le dimensioni della sua astronave. Questa non è filosofia, è scienza.
Ma il nostro problema personale è come vivere tutto questo in maniera consapevole, senza che il tempo riesca a farci del male (psicologicamente). L'unica è capire il tempo e capirce noi stessi: se ci riusciamo, voliamo nella nostra sfera di forza, là dove nè tempo nè disinganni ad esso legati possono più farci del male.
Questa è la mia opinione e la mia esperienza.
12 anni e 10 mesi fa
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Potrei scriverti "bellissima!"... Invece la voto 10, e nel salutarti caramente mi fermo a riflettere su quelle "vane cause", sulle "legate ali" e su quel "bramose di volo" che esprime in pieno la coscienza di potere e la sofferenza di non poter volare verso le cause che, senza quel volo, rimangono vane.
13 anni fa
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Einstein diceva di credere nel Dio di Spinoza, e secondo me aveva ragione: per concepire un Dio, bisogna per forza concepirlo come di sua natura impersonale, perché l'io fa a pugni con Dio.
12 anni e 10 mesi fa
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Quanto all'incoerenza tra il pensiero e la volontà da una parte e l'azione dall'altra, è roba vecchia: non è un problema moderno, ma un problema antico quanto l'uomo. Lo cita addirittura San Paolo nella lettera ai Romani: "io non comprendo davvero come agisco; infatti faccio non quello che vorrei, ma quello che detesto".
Ma il nostro problema personale è come vivere tutto questo in maniera consapevole, senza che il tempo riesca a farci del male (psicologicamente). L'unica è capire il tempo e capirce noi stessi: se ci riusciamo, voliamo nella nostra sfera di forza, là dove nè tempo nè disinganni ad esso legati possono più farci del male.
Questa è la mia opinione e la mia esperienza.