L'ho detto prima: l'autenticità non è un modo di pensare, nè una filosofia, nè la bontà o la cattiveria, non è neanche coerenza; è semplicemente essere in ogni momento se stessi senza nascondere, a se stessi prima che agli altri, i propri punti deboli e le proprie contraddizioni. In questo senso, il filosofo (cattolico, ateo o quel che sia) che non ammette di essere in continua contraddizione con i propri princìpi è falso con se stesso prima che con gli altri. D'altra parte gli stessi princìpi lasciano il tempo che trovano. Ciò che conta è ciò che noi siamo, non ciò che desideriamo, speriamo, sappiamo o pensiamo. La vita deve essere scuola dell'essere, non del sapere o del pensare: altrimenti ci si ritrova con tra le mani solo un bel mucchio di chiacchiere, e si perde se stessi. Ora, sulla via dell'essere, se davvero si vuole intervenire sul proprio "essere", il primo presupposto è essere autentici: muri senza intonaco e senza vernice. Solo così puoi scegliere il colore giusto, e tentare semmai di diventare azzurro da giallo o grigio o pietra che eri. Quanto dunque più si è grezzi, allo stato di semilavorati; quanto più si cerca anziché dire subito "ho trovato", quanto più si pensa all' "io sono" piuttosto che all' "io so", tanto più (forse) si è vicini ad essere autentici. Questo è il mio pensiero, lontano anni luce da ogni forma "canonica" di filosofia. Perché, come per tutte le cose, la filosofia o la vivi o non vale niente. Anzi meno che niente, perché inceppa i movimenti anziché agevolarli. Dunque (e qui vorrei che mi leggesse il buon Yeratel) può essere un nemico mo*rtale. Con ciò non voglio dire che la filosofia sia un male: dico solo che è un bagaglio da portare sulle spalle nude; nude di ogni manto di coerenza, saggezza o verità. In una parola, su autentiche spalle di poveri cristi quali tutti noi siamo.
12 anni e 11 mesi fa
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Riflessione di Natale:
Io non riesco a capire come fa un fiume, che ha comunque la sua corrente sia che vada da Nord a Sud sia che vada da Sud a Nord, a scorrere controcorrente. Controcorrente... rispetto a che?? Anche se dovesse invertire il suo corso, non scorrerà mai controcorrente, al massimo... contromano.
Acqua non voglia che ciò possa accadere! : ))
12 anni e 11 mesi fa
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L'assunto secondo il quale la parola è nata prima del pensiero è totalmente destituito di ogni fondamento. Vi sono pensieri e sentimenti che la parola non può se non con grande fatica espreimere, altri che assolutamente non può esprimere. D'altra parte, la stessa esistenza di pressoché infinite lingue e dialetti diversi per esprimere lo stesso pensiero, la stessa torre di Babele cioè, testimonia che la parola altro non è che un MEZZO per comunicare agli altri il pensiero, sicuramente preesistente. Quanto alla Parola con la P maiuscola, essa è notoriamente Azione e Forza cretrice, e nulla ha vedere con accezioni semantiche.
Buon Natale a Vincenzo e tutti (pensiero nato prima di esprimerlo a parole... : )))
12 anni e 11 mesi fa
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Nel merito, però, concordo al 100% col commento numero 17 di Gaetano Toffali, tanto che chi voglia conoscere il mio pensiero può andare, papale papale,a leggersi quel commento.
12 anni e 11 mesi fa
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Io non riesco a capire come fa un fiume, che ha comunque la sua corrente sia che vada da Nord a Sud sia che vada da Sud a Nord, a scorrere controcorrente. Controcorrente... rispetto a che?? Anche se dovesse invertire il suo corso, non scorrerà mai controcorrente, al massimo... contromano.
Acqua non voglia che ciò possa accadere! : ))
Buon Natale a Vincenzo e tutti (pensiero nato prima di esprimerlo a parole... : )))