Anche se il mondo non è mai nè bianco nè nero, ma fatto di infinite sfumature di grigio, le nostre intenzioni e le nostre azioni devono essere sempre chiare, univoche, coraggiose e sincere.
Con specifico riguardo alla frase, è importante, oltre che decidere, dichiarare la decisione ai cointeressati, in modo che non vengano colti di sorpresa da "acta concludentia" di cui potrebbero accorgersi solo dopo qualche tempo.
Tuttavia questo non sempre si può fare, perché presuppone chiarezza e sincerità anche nell'altro, condizione che non sempre si verifica. In questi casi non si può che chiudere d'improvviso, come a canasta o a ramino.
13 anni e 5 mesi fa
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Caro Vincenzo, come mio solito esamino punto per punto ciò che mi hai detto, tentando di risponderti su tutto.
Non ti piace, dunque, l’esultanza di Gesù nel ringraziare il Padre per aver nascosto le cose divine ai dotti e ai sapienti, rivelandole ai piccoli. Gesù aggiunge “Sì, Padre, perché così a te è piaciuto”. Dunque è piaciuto al Padre, e a te non piace. De gustibus, che posso dire. Non posso che prenderne atto. Io ho evidenziato ciò che dice Gesù (e il Padre); ma se a te non piace io cosa posso fare? Non sarai il primo né l’ultimo. E poi… si può sempre cambiare idea.
Non mi sembra viceversa fondato il tuo asserire: “ricchi, colti e sapienti è un TUO accostamento arbitrario”. Colti e sapienti, infatti, altro non significa che dotti e sapienti, cui a quanto pare il Padre ha nascosto certe cose. Dunque dici che accosto arbitrariamente I RICCHI ai dotti e sapienti? Guarda che dei ricchi è Gesù stesso a dire “E’ più facile che un cammello entri nella cruna di un ago, che un ricco nel Regno dei cieli” (Matteo, 19,24) e addirittura : “Guai a voi, ricchi, perché avete già la vostra consolazione!” (Luca, 6,24). Dunque l’accostamento non è mio, ma di Cristo. E tu, che hai esaminato i Vangeli per mezzo secolo non te ne sei accorto?...
Nel prosieguo, mi dici
- che i bambini sono superiori a me, non a te;
- che non sei mai stato un bambino, essendo nato antico;
- “credici pure, se hai fede”;
- di essere indotto a pensare, e valutare, dai FATTI (quali??)
- di legarci il sacco della spazzatura, con gli ideali romantici.
Tutte queste affermazioni appaiono basate su una sola considerazione, che fai appena dopo: “per me un bambino è un piccolo uomo che deve CRESCERE. Niente di più, niente di meno”.
Questa, finalmente, diversamente dalle precedenti, è un’affermazione dotata di una certa qual razionalità, cui si può rispondere.
Ora: i bambini non sono pizze, o embrioni. Sono esseri dotati di una loro percezione, di una loro sensibilità, centri anche loro di un loro universo, esattamente come me e te.
Lo hai visto mai il sorriso di un bambino, Vincenzo? Secondo te è roba da buttar via, per far posto a un uomo pieno di complessi, di paure, di ferite, di rabbia, o di dure cicatrici che rendono l’anima, in quei punti, pressoché insensibile? O non sarebbe meglio crescere conservando quel sorriso, quello stupore, quella fiducia? Io ho conosciuto gente (poca) che queste cose le aveva conservate. E ti dico che erano persone meravigliose.
Vuoi un passo verso di te? Il passo è questo: mi sei caro. Se non ci fossi, bisognerebbe inventarti.
Ho finito col violino. E l’arpa… non ce l’ho. : ))))))
13 anni e 5 mesi fa
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Gaetano, ti parrà incredibile, ma (dopo tanti disaccordi) mi trovi "perfettamente" d'accordo. Ma proprio TOTALMENTE.
Quello che dici è poi il motivo per cui i Farisei, che cercavano perfezione (lettera della legge: stasi) vedevano in Gesù (movimento, amore ISPIRATO in azione) ogni possibile imperfezione.
Inoltre, devo dire che sei stato di parola: mi hai detto ci si sente tra un mese, e un mese o poco più è stato. : ))))
13 anni e 5 mesi fa
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Con specifico riguardo alla frase, è importante, oltre che decidere, dichiarare la decisione ai cointeressati, in modo che non vengano colti di sorpresa da "acta concludentia" di cui potrebbero accorgersi solo dopo qualche tempo.
Tuttavia questo non sempre si può fare, perché presuppone chiarezza e sincerità anche nell'altro, condizione che non sempre si verifica. In questi casi non si può che chiudere d'improvviso, come a canasta o a ramino.
Non ti piace, dunque, l’esultanza di Gesù nel ringraziare il Padre per aver nascosto le cose divine ai dotti e ai sapienti, rivelandole ai piccoli. Gesù aggiunge “Sì, Padre, perché così a te è piaciuto”. Dunque è piaciuto al Padre, e a te non piace. De gustibus, che posso dire. Non posso che prenderne atto. Io ho evidenziato ciò che dice Gesù (e il Padre); ma se a te non piace io cosa posso fare? Non sarai il primo né l’ultimo. E poi… si può sempre cambiare idea.
Non mi sembra viceversa fondato il tuo asserire: “ricchi, colti e sapienti è un TUO accostamento arbitrario”. Colti e sapienti, infatti, altro non significa che dotti e sapienti, cui a quanto pare il Padre ha nascosto certe cose. Dunque dici che accosto arbitrariamente I RICCHI ai dotti e sapienti? Guarda che dei ricchi è Gesù stesso a dire “E’ più facile che un cammello entri nella cruna di un ago, che un ricco nel Regno dei cieli” (Matteo, 19,24) e addirittura : “Guai a voi, ricchi, perché avete già la vostra consolazione!” (Luca, 6,24). Dunque l’accostamento non è mio, ma di Cristo. E tu, che hai esaminato i Vangeli per mezzo secolo non te ne sei accorto?...
Nel prosieguo, mi dici
- che i bambini sono superiori a me, non a te;
- che non sei mai stato un bambino, essendo nato antico;
- “credici pure, se hai fede”;
- di essere indotto a pensare, e valutare, dai FATTI (quali??)
- di legarci il sacco della spazzatura, con gli ideali romantici.
Tutte queste affermazioni appaiono basate su una sola considerazione, che fai appena dopo: “per me un bambino è un piccolo uomo che deve CRESCERE. Niente di più, niente di meno”.
Questa, finalmente, diversamente dalle precedenti, è un’affermazione dotata di una certa qual razionalità, cui si può rispondere.
Ora: i bambini non sono pizze, o embrioni. Sono esseri dotati di una loro percezione, di una loro sensibilità, centri anche loro di un loro universo, esattamente come me e te.
Lo hai visto mai il sorriso di un bambino, Vincenzo? Secondo te è roba da buttar via, per far posto a un uomo pieno di complessi, di paure, di ferite, di rabbia, o di dure cicatrici che rendono l’anima, in quei punti, pressoché insensibile? O non sarebbe meglio crescere conservando quel sorriso, quello stupore, quella fiducia? Io ho conosciuto gente (poca) che queste cose le aveva conservate. E ti dico che erano persone meravigliose.
Vuoi un passo verso di te? Il passo è questo: mi sei caro. Se non ci fossi, bisognerebbe inventarti.
Ho finito col violino. E l’arpa… non ce l’ho. : ))))))
Quello che dici è poi il motivo per cui i Farisei, che cercavano perfezione (lettera della legge: stasi) vedevano in Gesù (movimento, amore ISPIRATO in azione) ogni possibile imperfezione.
Inoltre, devo dire che sei stato di parola: mi hai detto ci si sente tra un mese, e un mese o poco più è stato. : ))))