Vero è che talvolta gli angoli possono diventare ancora più acuti e taglienti; ma anche questo è utile, anzi indispensabile, alla chiarezza dei rapporti e delle idee.
Quanto poi agli esseri "immondi" che abiterebbero questo sito e l'intero pianeta, sai che non sono d'accordo. Io non sono mai contro le PERSONE, ma contro le AZIONI. Ogni persona, anche tu ed io, ne compie di giuste e di sbagliate: non bisogna generalizzare. Certo, l'ipocrisia è un comportamento sbagliato, perché introduce nel rapporto umano una maschera che ne blocca la veridicità e la stessa realtà. Ma è sbagliato anche introdurre nel dialogo la vera e propria VIOLENZA del turpiloquio e dell'insulto: il dialogo è fatto per comunicare esperienze ed idee, e le esperienze ed idee sbagliate si demoliscono con altre esperienze e idee, non con la violenza verbale. Dunque quando, come tu dici, la finezza dei modi e l'educazione si scontrano con la verità, l'UNICA possibilità è dimostrarlo con esperienze ed idee. Il turpiloquio (o le mazzate) sono residui delle nostre ascendenze trogloditiche, di cui quanto più presto ci libereremo, meglio sarà. : ))
La verità, Vincenzo, è che tutta l'umanità è sofferente, e spesso sbaglia, ma non per questo bisogna condannarla in maniera inappellabile.
Conclusione: se mi venisse data una scelta circa chi seppellire, io non seppellirei proprio nessuno. Tenterei invece, a torto o a ragione, di tirarne quanti più posso, me compreso, fuori dal fosso.
Sono invece contento che quei 3 commenti siano stati "sepolti". Ma ciò non toglie che il giovane di cui parli, se vorrà farlo in maniera corretta, potrà sempre intervenire a commento, ed anche naturalmente a confutazione delle frasi che inserisco e di ciò che vado dicendo.
In definitiva devo ripetere, circa la frase in commento, ciò che da tempo vado dicendo quanto a TUTTI gli aforismi: si tratta di frasi ad effetto, simpatici giochi di parole, ma nulla di più. Trovarci dentro la saggezza mi sembra un po' esagerato.
Chi non è d'accordo, mi spieghi per favore con quale metro si possa misurare se ci sia o meno vita nel proprio presente. .
La tua opinione, Vincenzo, è che "vivere è più importante che porsi domande difficili". Mi viene da chiederti: CHE SIGNIFICA?? Secondo te, chi si pone domande difficili NON VIVE ? : ))))))))))))))))))
La verità è che ognuno vive come gli pare, ponendosi domande difficili quando se le pone, pensando ai doveri e piaceri della vita quando ne ha voglia, ed in genere a tutto ciò che gli pare, non per questo entrando nella schiera di coloro che "non vivono" quando si pone il problema se vi sia o meno vita dopo la m0rte. : )))))))))
Vedi, all'epoca dell'università, e anche molto dopo, perché all'università si studia solo l'ABC di qualsiasi disciplina (il "tosto" viene dopo, quando dai manuali si passa alle monografie), venivo letteralmente PERSEGUITATO da amici nullafacenti che mi invitavano dappertutto, rimproverandomi di "non vivere" perché non mi dedicavo, come loro, a danza, feste, femmine occasionali, "zite e m0rticielli", come suol dirsi a Napoli. Quindi, questo discorso del "pensare" che impedirebbe il "vivere" ha una matrice ben precisa e da me ben conosciuta.
Stranamente, poi, in questi discorsi entra sempre la m0rte; o perché ci pensi, o anche semmai perché NON CI PENSI :
... Studère, studère, post m0rtem quid valère? : //
Sed ante m0rtem, quid magnère ??? : ))))))))))
Capisco. Ma a ben guardare, l'insoddisfazione che porta alla ricerca ossessiva di qualcosa di meglio attiene sempre a cose materiali: denaro, successo, potere, una casa migliore, una villa, due ville, una donna più bella, due donne più belle... : ) Quanto ai veri affetti, viceversa, questo fenomeno non si verifica: nessuno cerca un padre o una madre o dei figli o degli amici migliori: si tiene quelli che ha, o al limite, se proprio sono delinquenti incalliti, non se li tiene; ma non ne cerca altri. Quanto poi all'insoddisfazione spirituale, cioè al senso di inappagamento che nasce dal vedere la propria vita vuota e priva di significato, perché perduta intorno agli affanni materiali e alla continua ricerca di effimeri obiettivi, beh, si tratta di una insoddisfazione molto positiva, perché di solito prelude alla ricerca interiore...
Cercare la verità per il tramite della scienza o delle religioni è impresa impossibile, perché le verità della scienza sono provvisorie, e quelle delle religioni sono molteplici, e tali da escludersi o addirittura combattersi a vicenda.
Dovremmo invece professare un'unica verità: l'amore del prossimo, e porre, pragmatisticamente, sia la scienza che la religione al servizio dell'uomo, utilizzandole all'unico scopo che conti: il progresso materiale e morale e la felicità di ogni singolo essere umano.
La verità, Vincenzo, è che tutta l'umanità è sofferente, e spesso sbaglia, ma non per questo bisogna condannarla in maniera inappellabile.
Conclusione: se mi venisse data una scelta circa chi seppellire, io non seppellirei proprio nessuno. Tenterei invece, a torto o a ragione, di tirarne quanti più posso, me compreso, fuori dal fosso.
Sono invece contento che quei 3 commenti siano stati "sepolti". Ma ciò non toglie che il giovane di cui parli, se vorrà farlo in maniera corretta, potrà sempre intervenire a commento, ed anche naturalmente a confutazione delle frasi che inserisco e di ciò che vado dicendo.
Chi non è d'accordo, mi spieghi per favore con quale metro si possa misurare se ci sia o meno vita nel proprio presente. .
La tua opinione, Vincenzo, è che "vivere è più importante che porsi domande difficili". Mi viene da chiederti: CHE SIGNIFICA?? Secondo te, chi si pone domande difficili NON VIVE ? : ))))))))))))))))))
La verità è che ognuno vive come gli pare, ponendosi domande difficili quando se le pone, pensando ai doveri e piaceri della vita quando ne ha voglia, ed in genere a tutto ciò che gli pare, non per questo entrando nella schiera di coloro che "non vivono" quando si pone il problema se vi sia o meno vita dopo la m0rte. : )))))))))
Vedi, all'epoca dell'università, e anche molto dopo, perché all'università si studia solo l'ABC di qualsiasi disciplina (il "tosto" viene dopo, quando dai manuali si passa alle monografie), venivo letteralmente PERSEGUITATO da amici nullafacenti che mi invitavano dappertutto, rimproverandomi di "non vivere" perché non mi dedicavo, come loro, a danza, feste, femmine occasionali, "zite e m0rticielli", come suol dirsi a Napoli. Quindi, questo discorso del "pensare" che impedirebbe il "vivere" ha una matrice ben precisa e da me ben conosciuta.
Stranamente, poi, in questi discorsi entra sempre la m0rte; o perché ci pensi, o anche semmai perché NON CI PENSI :
... Studère, studère, post m0rtem quid valère? : //
Sed ante m0rtem, quid magnère ??? : ))))))))))
Dovremmo invece professare un'unica verità: l'amore del prossimo, e porre, pragmatisticamente, sia la scienza che la religione al servizio dell'uomo, utilizzandole all'unico scopo che conti: il progresso materiale e morale e la felicità di ogni singolo essere umano.