Se è un aforisma mi pare debole, scontato, mal costruito e, soprattutto, portatore di una latente falsità ideologica.
Scontato perché non v’è dubbio che la finzione é sempre da deplorare. Mal costruito perché la locuzione “non provare mai” sembra quasi suggerire l’opposto significato di “Devi sempre fingerti”, il che capovolgerebbe l’originario fine dell’esortazione.
Ma anche ignorando la suddetta banalità e pur superando l’interpretazione lessicale, la frase nasconde un tarlo ideologico per me inaccettabile. Infatti il senso complessivo della frase lascia intendere che è giusto migliorarsi ma è deprecabile fingere. Ma migliorarsi rispetto a cosa? Rispetto a chi? Siamo proprio sicuri che la strada giusta sia migliorarsi? Siamo proprio certi che ciò sia una verità assoluta da perseguire con fermezza? Io ho qualche dubbio: l’ansia del migliorare se stessi nasconde, a ben guardare, il più o meno inconscio riconoscersi inferiori agli altri. In tal senso una qualunque esortazione a migliorare suona come una mortificazione dell’individualismo del singolo con conseguente negazione della sua capacità di discernere. Per questo affermo che la frase è ideologicamente falsa: nessuno di noi è migliore o peggiore di chicchessia. Siamo semplicemente diversi l’uno dall’altro; siamo meravigliosamente unici. Certo, tale unicità non ci rende affatto perfetti ma al generico ed auto-mortificante migliorarsi sarebbe preferibile utilizzare termini quali, ad esempio, arricchirsi.
13 anni e 11 mesi fa
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Gaetano Toffali, la tua affermazione mi lascia alquanto perplesso! Con essa vuoi forse affermare che nella rima impegnata il buon Antonino dà il peggio di sé?
13 anni e 11 mesi fa
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Mamma mia che ho combinato!
Tutti in rima qui hann parlato!!!
Or vi prego! State calme:
do risposta a tutte quante.
Ma per dirvi di ogni cosa
vi rispondo solo in prosa.
Care amiche, vi prego! La tenzone cui facevo riferimento è poco più che un divertissement tra me e Antonino Gatto.
Semplice mente, come sei cruenta! Ma credimi, qui non perirà nessuno. Anche perché il misfatto è piuttosto inconsistente e le penne non sono avvelenate: al massimo sono penne all’arrabbiata… ;-)
Armanda, sono certo che nelle righe sopra avrai già trovato qualche indizio… E scommetto che per trovare il duello ci impiegherai non più due minuti…
Bea, posso proporti un titolo per i tuoi versi? Pensavo a “MariaStella in germoglio”. Ovviamente d’ispirazione felina…
13 anni e 11 mesi fa
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Scontato perché non v’è dubbio che la finzione é sempre da deplorare. Mal costruito perché la locuzione “non provare mai” sembra quasi suggerire l’opposto significato di “Devi sempre fingerti”, il che capovolgerebbe l’originario fine dell’esortazione.
Ma anche ignorando la suddetta banalità e pur superando l’interpretazione lessicale, la frase nasconde un tarlo ideologico per me inaccettabile. Infatti il senso complessivo della frase lascia intendere che è giusto migliorarsi ma è deprecabile fingere. Ma migliorarsi rispetto a cosa? Rispetto a chi? Siamo proprio sicuri che la strada giusta sia migliorarsi? Siamo proprio certi che ciò sia una verità assoluta da perseguire con fermezza? Io ho qualche dubbio: l’ansia del migliorare se stessi nasconde, a ben guardare, il più o meno inconscio riconoscersi inferiori agli altri. In tal senso una qualunque esortazione a migliorare suona come una mortificazione dell’individualismo del singolo con conseguente negazione della sua capacità di discernere. Per questo affermo che la frase è ideologicamente falsa: nessuno di noi è migliore o peggiore di chicchessia. Siamo semplicemente diversi l’uno dall’altro; siamo meravigliosamente unici. Certo, tale unicità non ci rende affatto perfetti ma al generico ed auto-mortificante migliorarsi sarebbe preferibile utilizzare termini quali, ad esempio, arricchirsi.
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Tutti in rima qui hann parlato!!!
Or vi prego! State calme:
do risposta a tutte quante.
Ma per dirvi di ogni cosa
vi rispondo solo in prosa.
Care amiche, vi prego! La tenzone cui facevo riferimento è poco più che un divertissement tra me e Antonino Gatto.
Semplice mente, come sei cruenta! Ma credimi, qui non perirà nessuno. Anche perché il misfatto è piuttosto inconsistente e le penne non sono avvelenate: al massimo sono penne all’arrabbiata… ;-)
Armanda, sono certo che nelle righe sopra avrai già trovato qualche indizio… E scommetto che per trovare il duello ci impiegherai non più due minuti…
Bea, posso proporti un titolo per i tuoi versi? Pensavo a “MariaStella in germoglio”. Ovviamente d’ispirazione felina…