Mentre il brivido dell'estate mi accarezza, un volo di gabbiano segna l'entusiasmo del mare come fosse cielo. Timida, la sabbia mi accompagna verso un tuffo mentre affondo nel desiderio del domani come fosse oggi.
Baloo. Un cane. Uno di quei cani che sorprendono il mondo con gli occhi. Uno di quei cani che nell'iride ha la profondità dell'esistenza. Uno di quei cani che nello sguardo custodisce il segreto silente dell'amore. Uno di quei cani che riempie di dolcezza. Uno di quei cani che lascia brillare gli occhi ogniqualvolta si emoziona: sempre.
Bisogna avere, anche, il coraggio di guardare negli occhi i cani per imparare.
Non so esprimere questa solitudine. So solo che non è difficile sentirsi soli e so che anche nella folla si può esser soli. Sono sulla spiaggia, steso sul mio telo mare azzurro e guardo solo l'orizzonte. Gridano vicino a me, parlano, dicono, giocano anche. Solo. Solo perché non sempre è facile raccontarsi. Vorrei manifestare tanti pensieri, tante riflessioni ma il sole è troppo caldo e il mare è troppo bello per destare ascolto. Un minuto. Uno solo.
È autunno. E si sta a metà. Tra lo strascico dell'estate che pulsa ancora nelle intermittenti giornate soleggiate. Tepore. E tra i colori sbiaditi di foglie in volo travolte da schiaffi di vento. Anche grigiore. A metà. Pure confusi. Forse, disorientati. Ma nella certezza di una metà.