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in Frasi & Aforismi (Libri)
Anche se so di aver perduto per sempre la donna che amo, devo sforzarmi di vivere tutte le grazie che Dio mi ha concesso oggi. Le grazie non possono essere risparmiate. Non esiste una banca dove io posso depositarle, per utilizzarle quando sarò di nuovo in pace con me stesso. Se non userò queste benedizioni, le perderò irrimediabilmente.
Dio sa che noi siamo gli artisti della vita. Un giorno, ci dà un mazzuolo per scolpire; un altro i pennelli e i colori per dipingere un quadro, oppure la carta e una penna per scrivere.
Ma non potrò mai impiegare il mazzuolo per le tele, o il pennello per le sculture. Dunque, sebbene sia difficile, devo accettare le piccole benedizioni dell'oggi, che mi sembrano maledizioni, perché io sto soffrendo e la giornata è davvero splendida, con il sole che brilla e i bambini che cantano per la strada. Solo così riuscirò a uscire dal dolore e a ricostruire la mia vita.
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    Scritta da: Luisa Marcangeli
    in Frasi & Aforismi (Libri)
    Tutta quella città... non si riusciva a vederne la fine...
    La fine, per cortesia, si potrebbe vedere la fine?
    Era tutto molto bello, su quella scaletta... e io ero grande con quel bel cappotto, facevo il mio figurone, e non avevo dubbi che sarei sceso, non c'era problema.
    Non è quello che vidi che mi fermò, Max.
    È quello che non vidi.
    Puoi capirlo? Quello che non vidi... In tutta quella sterminata città c'era tutto tranne la fine.
    C'era tutto.
    Ma non c'era una fine. Quello che non vidi è dove finiva tutto quello. La fine del mondo.
    Tu pensa a un pianoforte. I tasti iniziano. I tasti finiscono. Tu lo sai che sono 88, su questo nessuno può fregarti. Non sono infiniti, loro. Tu sei infinito, e dentro quegli 88 tasti la musica che puoi fare è infinita.
    Questo a me piace. In questo posso vivere. Ma se tu.
    Ma se io salgo su quella scaletta, e davanti a me si srotola una tastiera di milioni di tasti, milioni e miliardi di tasti, che non finiscono mai, e questa è la verità, che non finiscono mai... Quella tastiera è infinita.
    Ma se quella tastiera è infinita allora su quella tastiera non c'è musica che puoi suonare. Ti sei seduto sul seggiolino sbagliato: quello è il pianoforte su cui suona Dio.
    Cristo, ma le vedevi le strade?
    Anche soltanto le strade, ce n'erano a migliaia! Ma dimmelo, come fate voi laggiù a sceglierne una.
    A scegliere una donna.
    Una casa, una terra che sia la vostra, un paesaggio da guardare, un modo di morire.
    Tutto quel mondo addosso che nemmeno sai dove finisce, e quanto ce n'è.
    Non avete mai paura, voi, di finire in mille pezzi solo a pensarla, quell'enormità, solo a pensarla? A viverla...
    Io ci sono nato su questa nave. E vedi, anche qui il mondo passava, ma non più di duemila persone per volta. E di desideri ce n'erano, ma non più di quelli che ci potevano stare su una nave, tra una prua e una poppa. Suonavi la tua felicità su una tastiera che non era infinita.
    Io ho imparato a vivere in questo modo.
    La terra... è una nave troppo grande per me. È una donna troppo bella. È un viaggio troppo lungo. È un profumo troppo forte. È una musica che non so suonare.
    Non scenderò dalla nave.
    Al massimo, posso scendere dalla mia vita.
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