Scritta da: Giancarlo Modarelli
Se tutti gli italiani amassero l'attuale politica come amano la propria nazionale di calcio sarebbero tutti bravi e vincenti.
Composta venerdì 15 luglio 2016
Se tutti gli italiani amassero l'attuale politica come amano la propria nazionale di calcio sarebbero tutti bravi e vincenti.
Le promesse politiche hanno sempre puntato sulla memoria corta dei cittadini, ma poi nacque youtube.
Le democrazie moderne non esprimono la sovranità, ma la credulità popolare.
Buona parte degli italiani, pur di non cambiare, sarebbe disposta a far cambiare anche dieci governi l'anno.
Non di rado chi sa molto parlare sa poco fare. La nostra classe politica ne è un esempio.
Forse Renzi sarà quello che seppellirà il PD, ma è certo che a scavare la fossa ci hanno pensato quelli che lo hanno preceduto.
I politici fanno bene il loro lavoro parlando alla pancia dei loro elettori, perché se minimamente pensassero di fare ragionamenti intelligenti, razionali e onesti parlerebbero alla testa delle persone e non sarebbero più elettori.
In Italia abbiamo le persone sbagliate nel posto giusto.
Noi siamo diventati radicali perché ritenevamo di avere delle insuperabili solitudini e diversità rispetto alla gente, e quindi una sete alternativa profonda, più dura, più "radicale" di altri... Noi non "facciamo i politici", i deputati, i leader... lottiamo, per quel che dobbiamo e per quel che crediamo. E questa è la differenza che prima o poi, speriamo non troppo tardi, si dovrà comprendere.
Il pacifismo è la peste del nuovo secolo. Una volta si veniva chiamati a sfilare in nome della Patria, ora in nome della Pace. Sono in buona fede, per la carità, ma lo erano anche i Figli della Lupa.