Scritta da: Anna R. Di Lollo
Non si giudica un'anima dalla grandezza del suo successo, né si misura un cuore dal peso delle sue tasche.
Composta venerdì 15 marzo 2019
Non si giudica un'anima dalla grandezza del suo successo, né si misura un cuore dal peso delle sue tasche.
Non esiste al mondo veleno pericoloso e privo di antidoto quanto quello del morso di una carezza mendace.
Ogni uomo nasce albero. Le sue radici ereditate lo legano al suolo. Sulle sue chiome governa forte la natura, con le arsure, i gelidi abbracci, le nerbate del vento. Crede in una libertà che non esiste, ma i suoi rami scelgono, ignari, come orientarsi nella crescita: se contorcersi e aggrovigliarsi nell'ombra altrui o proiettarsi dritti e decisi verso la luce del sole.
La genialità di un poeta, o di uno scrittore, consiste nella capacità d'immortalare talune buone parole in grado di salvare tutte le altre.
La vita si apprende da chi insegna senza parlare, guida senza ordinare, protegge senza interferire e ama, ama, ama... ama senza mai nulla ottenere.
Non draghi, ma solo spine e aculei son posti a guardia del vero tesoro che c'è da scoprire.
Perdonare è salpare, levare l'ancora alla volta non dell'altrui, ma della propria liberazione.
I veri vincitori sono quelli che operano straordinari miracoli nello striminzito spazio assegnato loro sulle rotaie della vita, fra gli stretti binari del loro destino.
Così come gli uccelli non temono d'attraversare l'ira dei cieli, né i pesci il tumulto dei mari, l'uomo cavalca l'irruente impeto della vita per impadronirsi del proprio angolo di serenità.
Occhi attenti sull'operato, viva concentrazione, ore ferme nella creazione dettata dall'ispirazione di un attimo. La storia dell'umanità passa dalle mani aperte a libro d'un contadino, immerso nella sua simbiosi con la natura, da quelle d'un mastro artigiano e dall'ingegno che lo accompagna. I loro calli, le loro crepe, la loro usura immolata a una lenta e magnifica dedizione al lavorio incessante, sono antologie viventi che tramandano poesia. Nessuno dovrebbe affermare di conoscere la vita o l'arte senza passare, con profonda attenzione, ad ammirarle.