Ama la vita. Quella vita maltrattata, insultata, crocifissa. Quella venduta a basso prezzo e consegnata agli usurai, stupidamente posta dietro al profitto e all'interesse. Chiediti perché sei uomo e non un albero o un uccello. Cerca la Verità. Domandati a che serve nascere e morire, solo così comincerai a vivere.
Esiste una natura che con le proprie leggi governa l'universo. La natura insegna che qualsiasi cosa lanceremo verso l'alto prima o poi tornerà a terra. Oppure insegna che non possiamo vivere senza respirare, senza mangiare o bere. La natura insegna anche che i figli nascono da un maschio e da una femmina. E non sono un diritto. Sono un dono.
Ci spogliammo ansimando. Claudia mi tolse i vestiti tutti insieme, sbucciandomi come un frutto maturo. Finalmente liberi, felici di essere al centro del mondo. Entrai in lei prepotentemente, come un re che riprende possesso del regno senza chiedere permesso, rivendicando semplicemente un diritto. In silenzio e guardandola negli occhi. E fu pioggia e uragano, passione come lava sulla pelle, l'esplosione primordiale che forgiò l'universo. E noi come angeli a riprendersi uno il corpo dell'altro. E noi come stelle cadute, una manciata di braci nel cielo notturno.
Tutto sembrava compiuto e un cerchio perfetto si chiuse al ritmo ondeggiante del suo respirare quieto. Avresti voluto che quell'attimo non finisse mai e rimanere così, lontani da tutti, lontani dal mondo. Tu e lei.
Doveva succedere a noi, a noi consolati, troppo spesso seduti su false certezze e su miti di gloria. A noi e ai nostri giganti d'argilla, eppure è bastato un istante a farci capire quanto siamo piccoli, indifesi, a farci capire quanto la vita possa essere un giardino incantato e una palude di morte. Non sprechiamo questi giorni di nulla, rendiamoli doni alla vita, quella vita che presto torneremo a stringere tra le mani, illudendoci ancora una volta di esserne i padroni. Siamo a un bivio epocale, sta a noi decidere se questa penombra sarà la luce fioca di un tramonto o l'apoteosi di un'alba.