Scritta da: Giulio Pintus
- Tu muori immeritatamente, Socrate!
- Ma se non lo facessi, lo meriterei.
Composta venerdì 5 ottobre 2012
- Tu muori immeritatamente, Socrate!
- Ma se non lo facessi, lo meriterei.
- Bene - dissi -, nello Stato abbiamo riconosciuto tre delle virtù, così almeno sembra: quale può essere ora l'ultima, che lo rende compiutamente virtuoso?
La giustizia evidentemente.
-è evidente.
- Oramai, dunque, o Glaucone, come cacciatori, che tutto intorno circondano un cespuglio, dobbiamo stare attenti che la giustizia non ci scappi e si sottragga definitivamente ai nostri occhi: essa deve essere infatti qui d'intorno. Guarda, dunque, e stà attento a vederla, se mai tu la scorga prima di me, e ad indicarmela.
Volesse il cielo! - esclamò - Ma sarà già una bella cosa se riuscirò a seguirti e se sarò capace di vedere ciò che mi venga mostrato.
-e che? - dissi - Non vedi che fanno lo stesso gli amanti del vino? Ad ogni vino fan festa, per qualsiasi pretesto.
- Davvero.
- e, così mi sembra, coloro che amano gli onori, vedi bene che, se non possono avere il comando supremo, accettano tuttavia il comando della "trittica", e, se non possono ottenere gli onori dei potenti e riveriti personaggi, si contentano dei loro inferiori e di gente insignificante, avidi come sono di un qualsiasi titolo d'onore.
Il pittore, il falegname e Dio sono tre che presiedono a tre specie di letti.
L'uomo nella notte accende una luce a se stesso, spento nello sguardo, e vivente è a contatto con il morto, e desto è a contatto con il dormiente.
Morte è quanto vediamo da svegli; quanto vediamo dormendo, sogno.
Demone all'uomo l'indole.
Belle, per il Dio, sono tutte le cose, e giuste; ma gli umani ne hanno ritenute giuste alcune, ingiuste altre.
Mi voglio coricare dove sono i tuoi occhi.
Onestà: mantenere fede ai propri propositi, qualora questi non siano basati sull'inganno.