Scritto da: Oriella Beretta
in Diario (Delusioni)
In questo mare di solitudine
dove tutti fingiamo
di saper nuotare
mentre in realtà,
vorremmo agitare le braccia
per farci venire a salvare...
Composto mercoledì 12 settembre 2018
In questo mare di solitudine
dove tutti fingiamo
di saper nuotare
mentre in realtà,
vorremmo agitare le braccia
per farci venire a salvare...
Oggi bisogna fidarsi di poca gente selezionata. Anche quelle che credevo sincere mi hanno voltato le spalle nei momenti più bui, gente a cui ho dato anima e cuore, e vabbè, finché si è apposto con la propria coscienza si va avanti, si volta pagina e si continua a leggere, loro resteranno nei capitoli già letti, a volte si matura proprio da certe delusioni.
Mi sono sempre accontentata delle briciole. Ho sempre perdonato. Capito. Compreso. Sopportato. Mi sono sempre accontentata pur di accontentare. Fino al giorno in cui ho capito che c'è una persona più importante di te: me. E da allora ho mandato via te con il tuo niente e mi sono presa tutto.
"Ma io ti voglio". E poi fanno di tutto per perderti e niente per averti.
Il mio fiore più bello è volato via, i suoi petali rosa son caduti qui, ad uno ad uno, vellutati, rosei bellissimi come te, come te che mi hai reso migliore, come te, che hai dato un senso alla mia vita... Ed ora? Il nulla, il vuoto, non capisco, non ho voglia di capire, e penso, una, due mille volte e, resto qui a piangere per te.
Il gioco più brutale è quello che fa il tempo.
Ho desiderato tanto e forte di diventare adulta.
L'ho desiderato per tutta l'infanzia.
Che la scuola finisse.
Che trovassi un lavoro.
E adesso mi viene una voglia irrefrenabile di tirare le redini.
Di tirare le redini al tempo.
Di dirgli "aspetta un po'" che non ho più fretta, che ora è il tempo perfetto, che vorrei mi appartenesse per sempre.
Di dirgli "finalmente sono arrivata a destinazione e questo momento e questo posto mi piacciono" e non desidero altro.
Che se ci fosse il tasto pausa lo premerei.
E invece il paradosso è che, proprio adesso, i giorni mi volano davanti con ali grandi e se ne vanno lontano a perdita d'occhio.
E le stagioni si alternano come i minuti pari e quelli dispari e sono così piccine che le vedo passare tra le dita come la sabbia della spiaggia, quando la impugno.
E il tempo non lo puoi impugnare, non è mica tuo e nemmeno degli altri.
Non si fa acchiappare, non si fa fermare.
E allora voglio spremerlo come un limone e prenderne tutto il succo, godere della vita, di quello che c'è oggi.
Oggi è già finito e non voglio andare a dormire.
Eh si... quando vado a dormire penso sempre che, una volta chiusi gli occhi, lascio che domani possa rubare indisturbato il giorno di oggi.
A volte pensi di essere al sicuro, che l'amicizia quella vera resisterà a tutto, invece no, non ci possiamo permettere certezze, mai.
Molto probabilmente è una condanna di una vita intera che ha un nome ben specifico.
Avere delle regole non scritte le quali mi vincolano e rendono una persona con principi che al mondo d'oggi non sono adatti, per proteggermi mi chiudo a riccio per soffrire meno possibile, ma purtroppo non è sempre così, è un continuo combattere con il mio io. Pur di non mostrare i miei veri sentimenti mi comporto in modo distaccato da tutto quello che mi può o potrà far soffrire.
Spesso ammiro la tenacia di coloro che sopravvivono alle ferite avendo imparato a blindare il propio cuore! Io ho la strana abitudine di passarlo di mano in mano il mio cuore e spesso me lo ritrovo ferito nel petto aspettando qualcuno che lo cicatrizzi.