Scritto da: Giancarlo Modarelli
in Diario (Delusioni)
Ora chiedo silenzio poiché voi date ascolto - non alle parole - ma alla voce della natura e alla solitudine come abitudine.
Composto lunedì 8 ottobre 2018
Ora chiedo silenzio poiché voi date ascolto - non alle parole - ma alla voce della natura e alla solitudine come abitudine.
Le assenze ti svuotano e il vuoto cerchi di colmarlo altrove.
Quando rimani deluso ci vuole del tempo per smaltire l'arrabbiatura che la delusione comporta. La cosa peggiore è aprire il cuore a chi credevi non ti avrebbe mai tradito, andandosene senza nemmeno salutarti.
Non ho paura di fare delle scelte sbagliate, quello che temo è di stare con una persona che mi considera solamente un desiderio a metà.
Sembra ormai un ricordo lontano, ma ci fu un tempo in cui lei sognava centinaia di coincidenze e disegnava centinaia di posti, solo per avere la possibilità d'incontrarmi in centinaia di motivi.
Non è stata una perdita di tempo, perché mi hai reso felice.
Non è stato un errore, perché noi l'abbiamo scelto.
Non è stata una pazzia, perché il cuore ha avuto la ragione.
Non è stato per sempre, anche se dietro ad ogni mia insonnia, si trova quelle parte di lei che ancora oggi più mi manca.
L'ho amato tanto, se non troppo. Capite? Il "troppo" forse guasta. Era gentile e m'amava a modo suo. Solo che adesso non ci parliamo più.
Mi liberavi dai pianti trattenuti e dai silenzi assordanti. "Ci sono io", mi dicevi. E arrivavi da me felice da far schifo e cercavi di trovare parole che non avevi utilizzato mai; e non le trovavo nemmeno io per descrivere quello che provavo per te. Non combino niente da quando non sei con me e se ci fosse un'altra vita amerei di te sempre le cose più semplici. Ti volevo dare coraggio, quel coraggio che davi tu. Ho un amore che mi rende forte e impotente contemporaneamente.
Mi sento morire quando non posso raccontarti qualcosa. È come se quella cosa non fosse mai accaduta.
Dormo e non ci penso. Non ci penso a quanto non sia facile restare in questo posto. Un posto che non sento mio.