in Diario (Delusioni)
Quando dicono di avere una coscienza specchiata guarda bene, sotto una parvenza cristallina sono nascoste squallide pozzanghere.
Composto giovedì 19 settembre 2019
Quando dicono di avere una coscienza specchiata guarda bene, sotto una parvenza cristallina sono nascoste squallide pozzanghere.
A volte vorrei sparire e non m'importa di chi dice di non farlo, tanto lo so, tutto continuerà anche senza di me e mentre chi mi ama forse mi rimpiangerà, chi mi odia invece esulterà.
La morte è strana! Si nasce con il cuore gonfio, le mani pronte e la voglia di emergere. Si nasce e ci si rende conto che siamo tutti li in continua competizione, si vive per diventare qualcuno, per essere migliori di altri, si fanno errori su errori e viviamo di amori, odi, antipatie e simpatie. Quando arriva poi la morte, essa, senza pronunciare parola, ci mette tutti d'accordo. Diventiamo simili, uguali, non abbiamo più pretese e per la prima volta siamo uniti, solidali. Che rabbia la morte, non guarda in faccia nessuno! Non gli importa se un viso tanto amato ha quel sorriso dolce e coinvolgente che vuole dare e ricevere. Nulla importa alla morte che la sua unica e per tutti sorte.
È un graffio al cuore che fa male, ogni volta che siamo costretti a tornare alla vita reale, dopo esserci stretti e amati in un tempo sempre troppo breve.
Non sono più in terra, non sono in cielo. Respiro ma non vivo. Vi parlo, vi guardo, vi sento tutti ma solo a metà. Nel sonno vivo un po' di più. Sono per metà con te per sopravvivere come tu sei stato in me perché io potessi darti vita... Dolore antico come lo senti la madre delle madri vedendo appeso il suo cuore. Non si consola un'anima a metà. Un anima a metà vive solo per aspettare.
Mettici una pietra sopra; dicono. Io con certe persone costruirei muretti di recinzioni. E se crolla? Amen farò attenzione a costruirne un altro di mattone.
Siamo donne. Quando ci feriscono, soffriamo, versiamo lacrime, un mare di lacrime, ma non soffochiamo. Sappiamo riemergere dagli abissi, e una volta toccato il fondo, risaliamo tuffandoci nuovamente in una nuova vita. Siamo donne, abili nuotatrici, e abbiamo imparato a non affondare.
Nelle favole Cenerentola perdeva la scarpetta. Nella vita reale Cenerentola perde la vita. E non importa di che misura è. Alla donna che la calza, le sta stretta. E seppur tenta di scappare, sa che lui la verrà a cercare. Sulle scale, abbandonata c'è una bella scarpetta fatta di nastri e brillanti, ma attenti a voi, non fatevi ingannare, non tutto quel che luccica è reale.
Pensiero ti chiedo tregua! Tu mi dilani la carne, mentre il mio sogno dilegua... Cosa vuoi farne di me? Saprò fuggire da te, nemico malvagio e molesto... Ora, dalla mia testa ti snido! Tu credevi di potermi distruggere? Sciocco, sei morto! Io resto.
Non sempre si deve rincorrere dietro a chi non vuol essere raggiunto. A volte scendere in corsa, si rischia di rompersi le ossa. Ma è pur vero che è sempre meglio che schiantarsi, e non salvarsi.