Scritto da: Jean-Paul Malfatti
in Diario (Quotidianità)
Io non mangio né bevo, anzi, degusto e assaporo cibi e bevande con gusto e lentezza.
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Io non mangio né bevo, anzi, degusto e assaporo cibi e bevande con gusto e lentezza.
Vorrei che lei fosse quella giusta, che un giorno si fermasse qui, così, con delicatezza e leggerezza come si appoggiano le farfalle sui fiori, senza spostare nessun petalo senza cambiare nessuna natura. Vorrei che un giorno questo viaggio di vita avesse questa fermata, un capolinea dove decidi di scendere senza nessun timore, senza nessun rimpianto. Vorrei che lei fosse mia, come la speranza in una preghiera,
perché io le bacerei gli occhi e la fronte, e poi le mani.
Vorrei che fosse mia anche quando non lo è,
perché non ci siamo mai innamorati, nemmeno a prima vista, ma conosciuti da lontano, giorno dopo giorno, nelle brevi discussioni, dove nessuno si sentiva accusato, sbagliato, incompreso, come quando ci raccontiamo un passato estraneo, senza mai puntarci il dito, con calma e senza rancori, oppure quando senza volerlo scatta quella complicità che non abbiamo mai cercato, con quelle sponde di umorismo improvviso che ci trascinano in un tempo perduto,
no, non voglio ridere sempre ma ogni tanto a squarciagola e
innamorarmi di quello che ancora non conosco.
Ne sono sicuro, non è del primo giorno che ci si innamora, o del primo sguardo del primo bacio,
ma dei giorni che non conosci,
i successivi,
quelli da scoprire,
ci si innamora alla fine,
in fondo i colpi di fulmine io li ho sempre visti come le trappole che si esauriscono rapidamente. Vorrei che fosse così sempre, senza il bisogno di leccare il culo alla felicità,
senza dimostrare niente a nessuno,
protetti,
come i sogni raccontati alle stelle, quando lei nuova non ancora donna pura e innocente raccontava i suoi sogni al cielo,
perché lì ci vedeva Dio.
Vorrei che lei fosse quella giusta, come la preghiera,
perché io nelle sue ci sono sempre,
perché siamo diversi perché ci amiamo quei difetti che sappiamo lasciarci alle spalle,
perché mi rende felice solo pensarla,
perché la rendo felice, forse.
Vorrei che fosse mia sempre, anche quando il tempo ci porterà a cambiare le abitudini dei primi giorni, dei primi istanti, quando il tempo che passa ci lascerà nudi come gli alberi in autunno, quando per i colori bisognerà aspettare quei stupefacenti giorni all'improvviso.
Si, vorrei che fosse così,
anche se un giorno quella farfalla che con delicatezza e leggerezza non era riuscita a cambiare la natura di quel fiore dovesse volar via verso il suo cielo senza ritorno, vorrei che fosse così, sempre, senza speranza nel cuore, vorrei che fosse mia anche se un giorno smettesse di amarmi, perché non sarei mai in grado di andarmene,
via.
Che cosa fantastica la normalità. Ce ne stiamo accorgendo proprio adesso che non c'è e chissà per quanto tempo ancora. E solo oggi ci rendiamo conto di quanta bellezza c'è, in ogni singolo giorno.
Bisogna lottare per ciò in cui si crede affrontando le paure e superando gli ostacoli. Altrimenti ci si perde tra i dubbi e i rimpianti degli altri.
Una donna forte mostra le sue fragilità solo all'uomo che ama veramente. "So di avere il fisico di una debole e fragile creatura, ma ho il cuore grande e tanto amore speciale ancora da donare", pronunciando queste parole si metterà a nudo, spogliandosi del suo tutto. Resta a te uomo, il compito di saperla coprire, vestendola di solide certezze che possano finalmente riscaldare il suo animo gelato dall'inverso effimero della vita. Quando questo non accade, donna, lasciala andare quella mano non ti sa accompagnare, ti farà smarrire tra sentieri tortuosi. Se devi sopportare un peso così arduo, tanto vale perdersi da sola.
Sono belle le persone semplici, sincere, umili, non portano maschere, sono vere in ogni circostanza, sono semplici ma non stupide, sono sincere non vogliono apparire ciò che non sono, sono umili non si sentono superiori a chi hanno accanto, brillano senza oscurare nessuno.
In questo periodo di contagi, vorrei scrivere qualcosa di carino sulla lavagna del mio cuore.
Non sono qui per te, e neppur per altri, son qui senza motivo apparente, senza spiegazione, siedo nell'angolo e attendo; sono per starci, quanto basta ad un motivo per ubriacarsi e piangersi. Uccidermi renderebbe vano il sacrificio d'esser nato.
Tutto si potrà dire, mai ch'io abbia prodotto disoccupati del pensiero. Forse scontroso e arrogante, forse intransigente, mai assente e superficiale, mai nascosto. Sempre umile senza differenze, contro il dottore e l'avvocato, con il povero e con il pensionato.
Bisogna avere fiducia anche in questi momenti di sofferenza e di amarezza perché possono esistere anche attimi di gioia e di entusiasmo, quando capiamo che, una volta passato il male, arriverà la lucidità, termine della notte oscura sorgerà l'alba più bella.