Scritto da: Giancarlo Modarelli
in Diario (Sentimenti)
L'uomo non è mai libero definitivamente. Soltanto quando finirà morendo corpo e anima sarà libero. A incatenare costantemente l'uomo è la vita che in ogni modo imprigiona.
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L'uomo non è mai libero definitivamente. Soltanto quando finirà morendo corpo e anima sarà libero. A incatenare costantemente l'uomo è la vita che in ogni modo imprigiona.
Spesso ci sentiamo eccitati e sessualmente sfrenati, tanto da considerare il sesso opposto così appetibile da essere incomprensibile. Ciò che l'uomo del sesso desidera e non comprende comporta attenzione e partecipazione.
Il vero senso della vita? È quando capisci che nulla è per sempre. E tutto è solo di passaggio quindi rispetta quel valico che ti è stato donato.
E se restassimo solo noi sulla Terra? Con "noi" non intendo la specie umana in generale ma un solo singolo individuo. Me. Te. Chiunque altro, ma da solo, l'unico. Cosa farebbe? Cosa penseresti? Come mi potrei sentire? Dovremmo fare i conti con la solitudine, quella vera. Dovremmo fare i conti con noi stessi, per davvero. La prima fase probabilmente sarebbe di allegria, euforia per poter fare qualsiasi cosa, legale e illegale, reale e irreale, nessuna regola, nessuno a cui dare retta, solo libertà e nessuna responsabilità. Ma non durerebbe molto, soltanto il tempo di dare spazio alla follia e alla rabbia repressa all'interno della "vecchia" società e nella noiosa e impersonale quotidianità. Ora sono qui, nell'esatto metro quadrato in cui ero, prima che tutti scomparissero. Perché sono rimasto solo io? Perché proprio io e non qualcun altro? Ora che faccio? Come mi devo comportare? Mille domande mi invadono e non mi abbandonano più. Alcune davvero stupide ma a cui non avevo mai dovuto pensarci, c'era qualcun altro a farlo e non lo sopportavo, mi sentivo in gabbia e invece ora sono qui... troppi punti interrogativi e nessuna risposta. Per riuscire a trovarne almeno una ho bisogno di un po' di pace, un po' di pace dentro di me. È paradossalmente difficile, anche con tutto questo silenzio. La libertà spaventa più di una prigione. Vado al mare, su quegli scogli così familiari ma contemporaneamente così "appuntiti", il rumore delle onde mi dovrebbe aiutare a calmarmi, ma non funziona... risveglia qualcosa in me, qualcosa che avevo costretto a rimanere nella zona più buia della mia mente. Ora faccio avanti e indietro tra le vie e le piazze del centro, camminare mi aiuta a pensare. Continuo a pensare ma continuo a non trovarci un senso. Forse un senso non c'è. Forse devo darglielo io. Raggiunto il punto più alto da dove si può ammirare un panorama bellissimo e cerco di godermi il tramonto. Per un istante mi sento quasi bene, poi un senso di nostalgia mi penetra in ogni cellula del corpo, come un fulmine. La mancanza di una persona accanto a me, qualcuno con cui parlare, qualcuno da abbracciare, a cui aggrapparsi mentre piano piano sto affondando negli abissi... non persone qualsiasi, ma quelle che amo, quelle di cui mi fido ciecamente e che nonostante tutto, verrebbero a salvarmi, rischiando la loro stessa vita. È notte, continuo a fissare le stelle che ricoprono e risplendono in cielo, potrei stare qui ore e ore ed è quello che farò. La testa non smette di farmi male, la confusione non diminuisce e il dolore non passa. Devo ragionare, tutto questo deve avere un significato. Passo la notte a piangere e a bere. Mi ubriaco, mi ubriaco per dimenticare ogni cosa. Quello che devo fare però l'ho capito, devo entrare in me stesso, capire chi sono davvero e chi vorrò essere in futuro. Devo fare i conti con i demoni del mio passato, tutto ciò che ho vissuto, che mi ha fatto a pezzi ma che ha voluto solo dimenticare e non affrontare. Ogni ferita è un passaggio che porta al lato migliore di noi. È arrivato il momento. Ho solo me ora, non devo più indossare maschere per piacere agli altri, per cercare di essere all'altezza delle aspettative. Posso permettermi di soffrire e nessuno mi vedrà.
Quando tutto questo finirà voglio andare sul mare per respirare, per ritrovare quella parte di me che con la reclusione si è persa nei pensieri bui... e annegherò questi giorni che ormai sembrano non finire.
Non mortificarti mai se sei nata come semplice margherita in mezzo alle mille diversità di fiori nel grande giardino della vita, ricordati che senza la tua presenza quel giardino era incompleto.
A volte non mi sento così speciale in un mondo che sa apprezzare solo i sassi e i vetri rotti sull'asfalto della vita.
Aspettiamo con anima sincera quella libertà totale che momentaneamente ci viene monitorata, per poterla nuovamente vivere a gonfie vele nel vasto mare della nostra vita.
I sentimenti che mostri dagli occhi sono i migliori traditori, quando a parole vuoi spiegare che sei dura come una roccia.
La carezza di un respiro posa sul tuo cuore, ora e sempre, come una fragile melodia, e inibisce l'oscurità che ti attraversa, fino a toccare il fondo della vita che non è poi così irraggiungibile come credevi. E non pensare che ci sia un fondo solo perché te lo hanno raccontato. Un giorno, scavando, scoprirai che quella che chiamavi fine non è altro che l'inizio visto al contrario.