Scritto da: Lucia Griffo
in Diario (Sentimenti)
Componi i tasselli mancanti e trova la chiave del cuore.
Composto martedì 18 ottobre 2016
Componi i tasselli mancanti e trova la chiave del cuore.
Parlami... in questi giorni sei come il sentiero che un tempo vedevo lontano, quasi impercettibile, avvolto nella foschia della superficialità di pensieri, nella banalità dei soliti gesti, e della noia. Poi, d'improvviso spunti tu... entri in me, piano, in punta di piedi, come piace a me.
Tu che non fai rumore, rimani sul ciglio. Tu che non urli, che entri lento come un dolce fiele... inondando di sole e desiderio, questi miei giorni sempre tutti uguali.
Tu sei il peccato che mi tormenta i sensi. Mi attiri, mi induci a concedermi, una parte di me vorrebbe respingere, negare la tua voglia l'altra non desidera altro che inebriarsi di te, sentirti dentro l'anima e nella carne. Voglio i tuoi graffi sulla mia pelle, i tuoi baci avidi del mio io. Come posso resisterti, lo voglio davvero? O forse desidero solo perdermi in te, in questa notte, custode dei miei desideri più nascosti.
Non riuscivo ad amarlo.
Il frammento che tanto cercava in me
non esisteva più.
L'unica cosa che potevo dargli
era una bambola con il vuoto dentro.
Senza anima e senza cuore.
Voleva di più.
Lo vedevo nei suoi occhi,
attraverso questi occhi di vetro
che non mostravano niente all'interno.
Solo il buio in cui perdersi dentro.
Vorrei che si avverasse il sogno di stare con te, ma questo mio desiderio è sempre fustigato dall'incertezza di averti.
Ho provato mille volte a leggere nell'anima dei miei amanti come mi avevano insegnato. Poi arrivi tu e non riesco più a leggere quelle anime, non riesco più a graffiarle, mi sono d'improvviso indifferenti. Ho creduto di amarti, di proteggerti dissetando la tua sete alla mia fonte. Ti sei lasciato imprigionare dalle mie unghie, ti sei rotolato tra le pieghe del mio cuore. Fuggi, poi torni di nuovo come attirato dalla sirena. L'unica che sai, sa comprendere la tua maledizione. Siamo troppo simili, angeli le cui ali hanno piume di due colori. E questo ti fa paura, nonostante tu sappia che le catene diventano di burro. Il tuo è amore, il mio è amore. Quello che fa torcere lo stomaco, sanguinare l'anima, lacrimare il cuore, estasiare i sensi. Un assenzio degli spiriti, che si distilla goccia a goccia. Un amore per il quale il dolore è un valore aggiunto. Che disseta e graffia le membra, che impetuoso ti rammenta il senso del vivere, mai così vicino e sottile alla consapevolezza del morire. La vita per te, nelle mie carni, nelle mie viscere, scorre lenta e piena. Vi sono anime lente, le nostre, e non avranno pace se non unite.
Una rosa notturna abbandonata tra una bottiglia di birra senza più anima e un bicchiere di plastica ormai vuoto e segnato dalla mano che lo ha stretto nel breve tragitto tra tavolo e bocca. Ciò resta di un incontro, forse il primo reale dopo lunga frequentazione sul web, avviatosi nella speranza di un inizio, di un proseguo, di un'attrazione fatale di quelle che solo il destino disegna... Potrebbe essere andata secondo le attese, ma quella rosa abbandonata è traccia di un'attrazione non fatale e di un rapido ritorno al virtuale... Forse un selfie sarà unica memoria di quella birra in due.
Si può perdere tutto nella vita, ma nulla si perde se è conservata nel cuore.
Al cuore non si comanda! Mentre tu decidi ancora cosa fare, lui già sa da chi andare.
Il bene lo puoi donare a chi vuoi, non puoi pretenderlo da nessuno, ma almeno quel nessuno deve avere l'accortezza di rispettarlo.