"A cosa pensi?" A nulla, riflettevo sulla stupidità di noi donne quando ci innamoriamo, a come siamo vulnerabili per un po' di felicità che ci viene soltanto promessa.
Un tempo mi arrabbiavo come pochi, non lasciavo correre, mi impuntavo e partivo come una furia. Ora, non lo faccio più, non voglio continuare a dare questa importanza e questo potere a chi non lo merita. Anche le reazioni si devono meritare, se uno ti delude e neanche se ne accorge, perché deve meritare importanza? Lo lascio nell'indifferenza, così non mi incavolo ed inizia ad arrabbiarsi lui.
Mi dispiace per gli infelici del pianeta, ma questo stato d'animo non li autorizza alla cattiveria gratuita nei confronti degli altri. Tutti avremmo almeno un motivo per diventare stronzi, è quello che ci spinge a non esserlo che ci distingue e fa di noi delle persone migliori o peggiori.
Se mi metti nella condizione di dover chiedere, io non lo faccio. Ho elemosinato per anni attenzioni che non sono mai arrivate. Ho aspettato inutilmente dei cambiamenti per, poi, trovarmi cambiata al posto tuo. Ed ora che ho capito come funziona, penserò di più a me stessa, lasciando indietro tutto ciò che non mi serve più, comprese le manifestazioni di affetto tardive.
Certa gente è così strana! Si vanta per cose per le quali dovrebbe solo vergognarsi...
Quando due stupidi comunicano: io raglio, tu sei l'asino.
Vivo in un paese dove il più benevolo pensiero che il prossimo può esprimere su di te è: "ma chi quello? Non capisce un cazzo!" Ma credimi, l'importante è fargli credere che è vero!
Sono metereopatica, prima di rivolgermi la parola consulta le previsioni del tempo.
Si chiama "riconoscenza", una parola semplice e dal significato chiaro. Eppure, sconosciuta a tanti, ignorata da molti, in special modo da chi ha ricevuto tanto e continua a credere che gli fosse dovuto.
Che belle le vetrine, eh? Ma avete mai dato un occhiata allo squallore dei magazzini nel retro?