Scritta da: Silvana Stremiz
in Frasi di Film » Drammatico
I bambini non dovrebbero mai dormire. Si svegliano più vecchi di un giorno e senza che uno se ne accorga sono cresciuti.
dal film "Finding Neverland - Un sogno per la vita" di Marc Forster
I bambini non dovrebbero mai dormire. Si svegliano più vecchi di un giorno e senza che uno se ne accorga sono cresciuti.
Non ho neanche una sua foto, non ho niente di lui. Vive solo nei miei ricordi...
Quello che sto cercando di dire è che se io posso cambiare.... e se voi potete cambiare.... tutto il mondo può cambiare!
Quando un uomo non può scegliere cessa di essere un uomo.
Il trucco della vita non è ottenere ciò che vuoi, è volerlo dopo che l'hai ottenuto.
Continuerò io dunque a vivere in questo tristo mondo che di te privato non è migliore di una stalla!
Uno può arrabbiarsi, imprecare, bestemmiare ma quando arriva la tua ora non puoi fare altro che mollare e lasciare andare.
Dan: Sono felice di essere qui con te, adesso!
Serena: Aspetta!
Dan: Che c'è? Ti dà fastidio qualcosa... la presa per i capelli era troppo!
Serena: No! No! È che ehm.
Dan: Ehm? Non è mai bene, che c'è?
Serena: Ho paura.
Dan: Di me?
Serena: No, cioè si, ma... no vedi io non ho mai...
Dan: Tu non hai mai... non hai voglia?
Serena: No. Voglio! Nessuno mi ha mai guardata nel modo in cui fai tu. In realtà non penso mi abbiano mai guardata. Credi che sia pazza, vero?
Dan: Affatto...
Io avevo da lungo tempo deciso di dire assolutamente tutta la verità, senza rime, senza abbellimenti. Ho avuto resoconti di prima mano di tutti gli eventi ai quali non ho assistito personalmente, le condizioni in prigione, l'evacuazione da Dunkerque, tutto quanto. Ma l'effetto di tutta questa sincerità era così disumano che non riuscivo davvero più a immaginare quale ne sarebbe stato lo scopo. Perché in effetti io fui troppo vigliacca per andare a trovare mia sorella nel giugno del 1940, non andai mai a Balham, quindi la scena in cui confesso a loro è immaginaria. L'ho inventata e infatti non sarebbe mai potuta accadere, perché Robbie Turner morì di setticemia a Bray-Dunes il primo giugno del 1940, l'ultimo giorno dell'evacuazione. E io non ebbi mai la possibilità di chiarire le cose con mia sorella Cecilia perché lei rimase uccisa il quindici ottobre del 1940 dalla bomba che distrusse le tubature del gas e dell'acqua sopra la stazione della metropolitana di Balham. Così mia sorella e Robbie non riuscirono mai a passare del tempo insieme, come tanto avevano desiderato e meritato e come da allora io ho, come da allora io ho sempre sentito di aver impedito, ma quale senso di speranza o di soddisfazione avrebbe avuto un lettore da un finale del genere? Così nel libro ho voluto dare a Robbie e a Cecilia quello che avevano perso nella vita; mi piace pensare che non sia stata debolezza o evasione, ma un atto finale di gentilezza. Io ho restituito loro la giusta felicità.
Avviene qualcosa di magico quando balliamo. Tutto si allinea. Il mondo è in perfetta sincronia e in quel momento ci sentiamo pienamente vivi. Ma per essere ballerini nella vita bisogna attraversare esperienze non tanto magiche: rifiuti, paghe schifose, audizioni infinite, fino a sentire che il tuo mondo è tutto in quella stanza fredda, in quelle luci fluorescenti, in quelle facce indifferenti che incontri giorno dopo giorno.