La pioggia che cade dal cielo scende lenta sulle strade della città. Tutto intorno risuona, tutto intorno sembra che parli... tutto si avvolge di un'acuta tristezza, tutto intorno a me c'è: tranne te.
Sapete cosa significa rimanere senza fiato dal dolore, non per una perdita, peggio, per sofferenza vera e propria. Sentire che la persona che si ama soffre e si dispera e che può succedere di peggio è come morire secondo dopo secondo, senza poter fare niente perché il tuo amore è così grande da non far percepire all'altro la sofferenza che tu stesso senti. La cosa terribile è non poter fare niente per migliorare una situazione, essere immobile, come invisibile nell'universo, senza qualcuno che capisce veramente. E in questo momento il solo desiderio che ho è: sparire.
Certo che l'essere umano è molto enigmatico. In un attimo puoi essere felice e un secondo dopo puoi sentirti la persona più sola del mondo. Non so se sia un fattore genetico se alcune persone si sentano felici da libere e in gabbia con altri, o se altre si sentano infelici con altri e in gabbia da sole... È una cosa così strana sfuggire alla solitudine. Ad un tratto ti senti profondamente infelice e non sai il motivo e te la prendi con chi ti trovi a parlare in quel momento. Ma al tempo stesso ti senti in colpa perché non sei sola e non riesci a capirlo. Ogni attimo della nostra vita sarà contrassegnato da momenti di gioia e momenti di serenità, ma molti saranno momenti di tristezza e di solitudine. Non capisco il pessimismo, non capisco il non riuscire ad avere un contatto equilibrato con il proprio essere.
Desiderare una maggiore confidenza dal proprio papà è una strana sensazione che ti rode dentro e che non riesci a spiegare facilmente. Non è forse lui che mi ha messo al mondo? Come faccio a non suscitare in lui nessuna curiosità che lo porti minimamente ad addentrarsi nella mia vita quotidiana?
Ma perché questa notte non finisce mai... Non posso addormentarmi, non voglio addormentarmi. Ho paura del risveglio... ho paura di quell'attimo di totale, assoluta vulnerabilità. L'attimo in cui il sonno mi ha privata di tutte le difese e ho riaperto gli occhi e allora quella bastarda dell'angoscia sale con il coltello brandito nelle mani adunche e colpisce, colpisce... giù, senza pietà, affondando, affondando... e a me manca il respiro. Quanto hanno ragione sulle malattie psicosomatiche, se tu reprimi, il corpo si vendica e fa riaffiorare tutti i sintomi attraverso il filtro della malattia... Il cielo è azzurro da fare male, l'aria è perfino profumata di mare. Ma come fa questo profumo a superare le barriere di polvere e smog e arrivarmi nelle narici che lo bevono godendone... Ho un animo tutto morbido, plastico. Basta pochissimo a farmi piangere, pochissimo a farmi ridere, pochissimo a farmi imbronciare. Faticosamente devo ricostruire la mia corazza. Eppure non ne ho la minima voglia, vorrei lasciarlo così quest'animo bambino, tutto tenero, esposto ai raggi di sole con la paura di scottarsi ed ebbro di profumo di mare... Ebbro di vita...
Smettila di illudermi con i tuoi scherzi, non mi fanno più ridere! Sono quindici anni che mi illudi facendomi vedere cose che non esistono, facendomi conoscere persone che non posso avere! Perché fai così!? Non ho chiesto io di nascere, lasciami vivere come voglio, ti chiedo solo questo! Smettila di farmi piangere ogni notte e ogni giorno! Ci sono lacrime che non arrivano agli occhi e sono quelle che fanno più male, che devi tenerti dentro! Ti prego io smetterò di sperare perché la speranza diventerà un'illusione fino a trasformarsi in delusione! È dietro alla disperazione che si cela la morte.