Quello che ho da offrirti è un sogno senza fine, una mano vuota, per essere riempita, un abbraccio senza colpe, una parola senza voce. Ho da offrirti un anima bianca, un segreto di mille voci, un giorno senza nostalgia, un bacio senza pretese. un risveglio di cieli senza promesse, fatto di nuvole con mille forme di versi non pensati. E quello che ho da darti è un cuscino senza nome che aspetta il tuo ritorno.
Lei si innamorò di ogni parola, punti e virgole che lui scriveva. Lo leggeva di giorno e lo sognava di notte. Si chiese come sarebbe stato stare accanto a lui, qual era la sua ispirazione, di come riusciva a superare il dolore, o di come viveva l'amore. Lei credeva d'essere innamorata, Perché di giorno amava leggere le sue lettere, e di notte abbracciava il desiderio di averlo accanto. Lei non era pazza, era semplicemente felice In un modo incomprensibile.
Ti ho amato, senza conoscerti, ti ho aspettato, senza speranza di rivederti. Adesso, non posso stare senza averti. Amandoti mi manchi, ti voglio, aspettando l'opportunità di un abbraccio. Ti ho amato, senza conoscerti, e ora non voglio perderti.
Se mi porterai nei tuoi sogni, non lasciare che la paura ci spaventi con i suoi inganni, se verrò con te, portami sotto quel mantello di stelle, solo per accarezzare i dolori di cattive notti, se prometti che sarò li, pazientemente aspetterò, ancora una volta il tuo sorriso, i tuoi occhi, le tue mani, per continuare a vivere solo... nei tuoi sogni migliori.
Scrivo per coloro che amano vedere paesaggi tristi e per chi sappia trovare la bellezza nelle cose semplici; scrivo perché l'amore che volevo mi insegnò niente di più bello che amare, e questa è la maniera più decente che ho trovato per dirgli quanto felicità mi abbia dato. Scrivo perché ho il cuore fatto di gomitolo, e perché ho accantonato tempo fa la pigrizia; perché so che il tempo è appena iniziato, anche se molti dicono che mi rimane ancora poca strada da fare. Scrivo perché posso. Perché è il mio rifugio migliore; scrivo perché non dimentico mai quello che odio, e perché non odio quello che dimentico; scrivo perché mi sento vivo, e, soprattutto, scrivo per mostrare le cicatrici a chiunque abbia voglia di vederle.
Cambio i baci per gli abbracci, gli sguardi per i sorrisi. Cambio il tempo per lo spazio, la solitudine per la compagnia. Cambio le mie notti insonni per la chiarezza dei tuoi giorni. E se mi fai scegliere, cambio l'eternità della mia morte per un minuto della tua vita.
Scrivo poesie pensando a te, come il veggente che non vede la luce, ti scrivo, immerso nell'utopia che sono, circondato dalla geografia silenziosa della mia solitudine, ma all'improvviso un fulmine di realtà tocca il mio essere, trascinandomi in un labirinto di strade sbagliate, dove la pioggia poetica bagna ogni lettera, dove ogni singola parola e perché tu non sei qui.
Era il suono del vento che portava tra i suoi fogli di seta, un canto muto e lontano. Era il suono del vento che accarezzava tutti quei giorni tristi. portando con quella soave melodia lontana, le anime a rinascere dal dolore è così si iniziò a scrivere le lettere, a poco a poco, raccogliendo ogni frase, come lo fanno gli uccelli che ricostruiscono i loro nidi dopo la tempesta, come fa la luna, che ogni notte invade delle nostre pupille, portandoci oltre le terre del rancore, tra nuove albe, e con un sole... che sembrava più gentile.
Ti chiedo perdono per averti lasciata tutte le notti, con una manciata di ricordi e un abisso di lacrime. Ti chiedo mille volte scusa, per non essere sceso in piazza ad urlare il tuo nome fino all'ultimo respiro, ma più che altro, ti chiedo perdono per averti detto "arrivederci" quando io volevo solo dire "non andartene".
Non è qui con me, eppure mi rende felice. Non parliamo del futuro, ma vediamo le foglie passare. Qui tutto ha la sua distanza, ma nulla mi separa dal suo amore, lasciandomi portare lontano da questo tempo, come quando sono al suo fianco.