Cosa farai dopo che hai provato coi pugni chiusi hai continuato per non darmi tregua non volevi ammettere il tuo sbaglio.
Il tuo orgoglio ti ha rovinato. Chiedere scusa per te non è normale e adesso ti fa male ma continui a sbagliare.
Ho paura che quando vorrai tornare non mi troverai.
Non sarò più disposta ad accettare. Troppo ho sofferto e ancora dentro il cuore ho uno strappo ed una croce che mi pesa quando mi sarò arresa forse avrò la pace che mi spetta potrò pensare al resto e alla mia vita che ancora ho trascurato in nome dell'amore.
Purtroppo questo dolore resta e sordo nell'anima scava e chi ne fa le spese è la mia vita quella che mi resta non vedo più luce quando avevo il sole.
Tutto s'adombra, e le corde son tese vorrei trovare un varco tra le tenebre capisco che non ha più senso ma più passa il tempo e più ti penso.
Siamo donne, passione, ossessione, mine vaganti, fiori profumati, farfalle variopinte. Segrete amanti, amiche, malinconici rimpianti. Sole, sale della vita, ingenue e bugiarde, maliarde. Pronte a carpirti il cuore, per poi buttarlo a mare. Ruffiane quanto basta, pensi di conquistarle, ma loro già hanno scelto e sei tu a capitolare. Calcolatrice e grande stratega, donna strega, finta dolcezza, mortale carezza. Morbido desiderio carnale, torbido e sensuale, donne e amore.
Mosche sui volti scarniti, mani scheletriche scavano insetti e radici. Bevono in acque putride, e noi a guardare.... Muoiono a migliaia, non saranno mai adulti. Non conoscono niente, e per loro è normale e noi a quardare.... Sono nudi sudici e cadono, ma la loro pelle arsa dal sole è dura e non si fanno male e noi a guardare.... Bambini figli del mondo Che non sentono dolore, vittime dell'indifferenza, cartoline sui giornali e noi a guardare... forse sognano come noi, ma non hanno niente da sognare, forse un po' d'amore e qualche mano tesa.
Diventerò terra di conquista, dopo le delusioni, i sogni svaniti, gli schiaffi presi, ancora son ferite in fondo al cuore, non c'è più amore, non avrò remore, ognuno pianterà la sua bandiera, non ne andrò fiera, a tutti prometterò parte del mio suolo, diventerò arlecchino, e metterò i confini, d'ogni colore per ogni conquista fatta, senza cuore.
Un passaggio veloce
Non c'è più memoria, della nostra vita, non abbiamo storia, un passaggio veloce, senza lasciare traccia, solo echi di voce. Malinconie e pentimenti, per quello che non è stato fatto, voglia di sentimenti, non ampiamente goduti, ricordi vaghi di emozioni e di giorni perduti.
L'ultima goccia
Ho asciugato il tuo pianto, consolato l'anima, ho rimesso su un fantasma la veste nuova, fango e dolore ho lavato con lacrime e con stracci di cuore. Un giorno sei andato via, senza spiegazioni, sei tornato, con le delusioni, ed io di nuovo ho raccolto quell'ultima goccia, quell'ultima lacrima, per quanto ancora amore, potrò sopportare tutto quello che mi è stato tolto?
Quante notti passate ad aspettarmi, ed io incosciente, rientrando a notte fonda, camminavo piano, per non farmi sentire, mentre facevi finta di dormire. Sempre guardavi l'ora, e ti chiedevi quando e lo chiedevi ancora. Mia cara, dolce, semplicemente amore Quanto dovrò rimpiangerti, quando mi mancherai. Da me sarai lontana, ma sempre nel mio cuore, semplicemente amore, mi raggiungerai con lettere e telefonate, ma non avrò carezze, né baci sul mio viso, mia cara dolce, mi mancherà il sorriso che mi svegliava al mattino non dimenticherò mai, il tuo dolce semplicemente amore.
Mi hai detto domani... Ho aspettato, ma quando mi chiami? I miei occhi son persi sul nero strumento che separa il mio amore, un continuo tormento, quando sarà quel giorno che squillerà al cuore? Ci ho creduto, il tempo è passato il mio sguardo è cambiato, ancora ti aspetto mi treman le mani sul nero strumento, avevi detto... domani.
Non riuscivo a sostenere il tuo sguardo, eppure sorridevi, con in viso quella macchina infernale che ti permetteva di respirare. A me mancava l'aria, mentre ti stavo a guardare, mancavano le parole, ma tu con lo sguardo fiero mi davi forza. Ma quella lacrima doveva scendere, non la potevo controllare ed allora abbassavo lo sguardo per non farmi vedere. Mi sentivo d'un tratto impotente, e mi rendevo conto che contro il destino avverso che non si mostra non si può niente ogni sforzo è perso. Ma tu hai resistito, con una fede incredibile fino alla fine, pregando e sperando. Andando via, hai stretto le mie mani: ci vediamo domani...
Amore vero, amore per sempre, io ci credevo, non era vero, chi l'ha mai detto, un povero illuso, forse ha provato e rimasto deluso. Amore vero, amore sincero, quante stronzate ed io ci credevo, quante bugie e che strategie, ti voglio tanto ma non mi sento, devo fermarmi sono ormai stanco ma poi ritorna quando tu vuoi. Amore vero con tante parole, tanto per dire, tanto per fare, la sicurezza viene ormai meno, non c'è futuro, non c'è speranza, poco è l'amore nella mia stanza, quando è passato questo momento, ognuno esce per conto suo. Amore senza troppe pretese, ma non si trova, son troppe le offese, quante stronzate, tutto finisce e in un momento ti ritrovi sola guardi il soffitto, mentre ti accendi una sigaretta con quanta fretta si veste e va via.
So un soggetto affetto da superallergia, la corpa nun è mia, ma de tutta l'aria infetta, pe sta cosa so costretta, a sta attenta a magnà e po tutto er resto. Un giorno me ritrovo piena de bolle, un giorno gonfia come un pallone nun posso prenne sempre er cortisone, perché a un danno ce n'aggiungo n'antro. Mo, li dottori de tutta sta questione, se stanno a fa grandi, chi me dice che la porvere fa male, chi me dice de levà la frutta, chi me carica de medicine, a loro che jè frega, pe me vedè distrutta. Io penso che nun me la sanno spiegà tutta, intanto su de me ce fanno li esperimenti, nun sarà che so allergica a sti fetenti, nun ce capiscono più niente, e intanto vado avanti, tra bolle, asma, raffreddori e gonfiori, mo de anni ne so passati tanti, voi vede che quarche giorno che me stanco, li manno a quer paese tutti quanti...
Una rosa, forse una margherita o un papavero rosso, a niente somigliava la mia corolla, bella da morire. Così sono nata, fiore profumato, unica nei colori e negli umori, sempre sorridevo. Le farfalle vegliavano il mio sonno, gelose, io tranquilla sopra il mio stelo, mi rivolgevo sole dove c'era luce. Tutta la mia vita è stata una bella stagione, nessuno ha colto questo raro fiore. Ancora oggi, ho paura di finire i miei giorni, nelle mani di qualcuno che mi farà appassire.