L'odore del glicine al balcone, ti ricordi nonna, avevamo piantato un sogno insieme. L'albero cresceva, con me e tu invecchiavi. Com'è triste novembre, il glicine perdeva le sue foglie, ti stringevo piano, per non farti male, e tu in quel letto di dolore a malapena mi riconoscevi. Eri tornata come prima, sembravi una bambina che cercava le coccole. Anna, chi sei? Mi chiedevi dov'è la mia famiglia, e mia figlia? Nonna, le rispondevo, è qui ti è sempre accanto, ma non capivi. Quel morbo ti ha portato via dalla vita, ha mandato in tilt la tua mente, una condizione umiliante per te che tanto dolcemente ci hai sempre accuditi. Coi sensi assopiti da tante medicine, meno male che non hai sentito gran dolore, ti sei addormentata piano piano chiamandomi per nome, stringendo la mia mano. Il glicine ad aprile metteva le sue foglie... Cominciò a fiorire.
Noi che sentiamo il sordo e il muto, noi che vediamo ad occhi chiusi, dove gli altri non hanno mai creduto. Le favole d'amore e le bugie, noi raccontiamo con le nostre poesie consigliamo altre strade da seguire la penna ci aiuta ad inseguire un sogno, comunque vada a finire.
Nel giardino, ormai inverno alle porte, è tornata a fiorire un'ultima rosa, il bocciolo l'aveva riposto per mia meraviglia. Com'è triste ormai l'albero spoglio e senza colori ed il verde del prato, già spento da un rigido cielo, che plumbeo, ormai pioggia minaccia. Il mio sguardo si posa di nuovo sul fiore vermiglio, che timido aprirsi vorrebbe, ma il gelo pungente lo fa poi piegare, e muore ancor pria di sbocciare.
Solo il chiarore delle stelle dietro la finestra basta una fiammella ed un foglio bianco che s'illumina e riflette ache a cilia strette e la mia penna sente e scrive quel che penso quello che io sogno a volte senza senso. Fisso quei momenti ed incido la mia vita in questo mondo incerto io mi illumino come un cielo aperto. Con tutta la speranza che ho chiuso in questa stanza dove non ci sono che io la penna, un foglio, la mia vita ed è abbastanza.
Tienimi sveglia non voglio dormire, perché questo sogno potrebbe finire, dammi la mano stringila forte dolce sarebbe anche la morte. Tra le tue braccia tanto sognate tutta la notte voglio restare, tienimi sveglia non voglio dormire, tutto domani potrebbe finire. Fuori dal mondo non voglio pensare, per te c'è un'altra e anche per me ma in questa stanza altro non c'è. Siamo da soli stretti d'amore, tienimi sveglia non voglio dormire. Altro non sogno da questa vita, questi momenti solo per noi. Dimmelo adesso dimmelo ora, ti amo davvero, sei unica e sola, triste è svegliarsi senza di te. Ma questa vita più che banale che mi fa stare sempre più male perché non c'è stato un giusto momento, questo cercarsi è un continuo tormento. Tienimi sveglia non voglio dormire stringimi ancora, fammi sognare, fammi morire... con te.
C'era na vorta un tipo morto strano, annava a spasso tutto sbilenco, con na bisaccia e n'ombrella in mano. Tutto dolorante, piano camminava, e spesso se fermava pe la via, la gente lo vedeva e na monetina jè dava, perché porello grande pena faceva. A tutti sorrideva, ma se vedeva che nun ce la faceva. Un giorno da sopra un barcone, na signora se affaccia e lo chiama, viè qua che te riposi, te lavi e magni, sempre quarcosa ce quadagni, viè su che con un ber vestito e n'antro paro de scarpe te ce cagni. Mia cara signora, disse er poverello, le scarpe mie so la mia consolazione, so strette e vecchie e me fanno soffrì, ma quanno che me le levo a sera, visto che nun c'è pe me nessuna considerazione, posso anch'io tirà un sospiro de sollievo... e pur'io me prendo er mio momento de soddisfazione.
L'ammore è nu suonn, ca dopp ca te si svegliato, svanisce, e nun t'arricuord manc comme è stato. Tu vuò fa finta, ca sempe è durato, ma può t'accorgi, ca si sbagliato.
Per orgoglio, allora mi sembrava giusto, ho imboccato una via tutta in piano, senza pensare, la mia era un'altra canzone, un'altra favola, un'altra emozione. Son rimasta frenata, fin dentro al cuore, ancora, dalla troppa fretta. Ora in me c'è un vulcano pronto a scoppiare. Sto pensando... per inerzia sono andata avanti, mi è sembrato normale, ma dentro mi sentivo morire. Non è quello che desideravo, e non potevo ammetterlo, mi sono seduta, ho pensato... mi riprendo la mia vita, questa volta la voglio in salita, o in caduta libera.
Mi avvicino per sfiorarti come sempre per ringraziarti della tua presenza un abbraccio da chi sempre ti pensa da chi da tanto ti vive accanto ti rispetta ed aspetta sempre il giusto momento senza chiedere altro tempo. Mi troverai vicina sempre per risollevarti quando ti sei perso ed ancora ti dedicherò un verso per farti sorridere o commuoverti come più ti piace. La mia mano solo per donarti pace l'emozione di un tramonto è un regalo che ti vorrei fare non costa niente ma se sei triste e non asciughi il pianto non lo puoi vedere. La mia parola che può risollevarti il mio cuore in pena che dice di non preoccuparti. Sarà Natale tra giorni aspetto solo che ritorni ci troveremo ancora accanto al fuoco sai amore... avrò per te lo stesso sguardo lo stesso sorriso, per essere felici basta così poco.
Dove sono e cosa sono non riconosco più la voce i miei tratti sono diventati luce quella che m'illumina quando incontra il tuo sguardo ogni giorno ringrazio il momento che ti ho dato un bacio ringrazio l'attimo che ho respirato con te la stessa aria senza quel per caso non ti avrei incontrato ora sono persa nei tuoi gesti nelle pieghe del tuo viso che ho imparato a memoria i tuoi capelli diventati bianchi insieme ai miei ed è un miracolo ancora che ci lega e ci tiene stretti e non solo in un fisico abbraccio ci lega la complicità di sempre ed una passione immensa prima arrivava solo l'emozione di un amplesso ora basta solo l'intenzione ed è forse anche di più lo stesso. Banale chiamarlo solo amore...