Ormai solo le fotografie mi ricordano te. Il tempo è passato, non ti ho dimenticato quanti flash scattati in riva al mare e come mi guardavi, con quanto amore. Giro le pagine di un film col fermo immagine, quanta nostalgia in quelle pagine. Vorrei tornare indietro, guardo fuori ma appannato è il vetro, comincia a far freddo :è autunno il vento ha portato via le foglie dagli alberi dinanzi alla mia casa volate via come farfalle, con loro ha portato via anche te.
Ora è con le mani, che dovrò scoprire, quello che non posso vedere. Mi mancano i contorni, il mare, i tramonti, i colori, la luce del sole. Mi manca il viso di chi amo, il sorriso di un amico, solo un ricordo rimane, dal contorno sfumato, e non c'è più il mio passato. È con le mani che riscoprirò il mondo, per me è una stanza buia, che non ha pareti, mi aiuterò cl cuore e con i ricordi. Alcune cose meglio non vederle.
Il mio sguardo, una sfida, non abbasso mai gli occhi, son sicura di me con chiunque mi tocchi. Vorrei lasciarmi andare, ma ragione mi frena e rimango a pensare. Quanto tempo poi perso quel cercarsi e cercare di far vivere il cuore come vuole l'amore. La mia sfida l'ho persa, i miei occhi ho abbassato, non ho più ragionato per la vita è bastato.
Fantastica notte, romantica, strabiliante, tutto tace. Solo il cuore all'unisono con le stelle quello che non vuol vedere sparisce nel nulla. Ci sei solo tu, con i sogni, e tutto ti è permesso: i pensieri, le emozioni, solo queste in una notte fantastica.
Un velo pietoso si stende, si arrende in terra glorioso. Con muto dolore si benda quel cuore di tutta la gente, per non farlo soffrire. Si chiama, si geme s'impreca, si teme, tra ardite colonne di templi di antica memoria, nascoste da spine che grondano sangue, il passato, la storia... eventi funesti, in anfratti riecheggiano, vecchie e nuove commedie di odio e vendetta, di faida maledetta che fine non ha.
Mi hai detto domani... Ho aspettato, ma quando mi chiami? I miei occhi son persi sul nero strumento che separa il mio amore, un continuo tormento, quando sarà quel giorno che squillerà al cuore? Ci ho creduto, il tempo è passato il mio sguardo è cambiato, ancora ti aspetto mi treman le mani sul nero strumento, avevi detto... domani.
Voglio un'ultima cosa se vuoi andare via, la valigia è là non ti preoccupare, io non ti trattengo ti lascerò andare. Le lacrime asciugherò, non saranno le mie, forse un po' dei ricordi, che presto passeranno, come rugiada che asciuga col calor del sole. Rivoglio quello che ti avevo dato: devi restituirmi il cuore.
Signorina si spogli, si guardi allo specchio c'è qui la bilancia si pesi... si pesi. Il corpetto non tiene più il seno le forme straripano un po', un tempo la vita era ben delineata, come mai non si è più controllata? Ormai i miei amanti disertan l'alcova e senza far caso ai loro commenti... sbagliavo. Ora giudichi lei: preferisce un bel piatto di pasta o una notte di sesso? Questo o quello comunque è un piacere. Su ci pensi un po' su, qualche chilo togliamo, un massaggio qua e là e si torna all'antica beltà. Il mio medico è stato sincero, ma il consiglio non basta, io vorrei ritornar ad esser bella, ma davanti a un buon piatto di pasta.
La mia vita son coriandoli che ho buttato a piene mani, con l'ingenuità di un bimbo che non pensa al suo domani. C'è stato un tempo, che era sempre carnevale, non conoscevo lacrime, finita è la festa e quel che resta son solo coriandoli, ovunque calpestati, pezzi della mia vita ormai perduti, li guardo e sto male ma non riesco a credere che sia finito il carnevale.
C'era una volta un ramo di rosa, cresciuto in fretta dinanzi alla mia casa. Rosa Spina dall'intenso profumo, sopra un albero si era arrampicata. Tutto il suo tronco di spine era trafitto e permetteva succhiasse la sua linfa, perché per amore ormai era sconfitto. Portò quei segni per lunghe stagioni, godendo del suo abbraccio e del profumo dei suoi fiori a primavera. Una mano assassina troncò la vita a Rosa Spina che cadde ai piedi del suo amore. L'albero appassì e perse le sue foglie, ma sul suo tronco son rimaste di spine le ferite.