Sei stato un contorno piccante dei miei piatti forti, piccante, ammiccante, da mandare giù con bevande frizzanti. Sorprendente... gaudente... non bastava più il primo, il secondo, mancava qualcosa. Tu... soddisfacente. Non mi piace già più il tuo sapore, è tempo di pulire il mio cuore, non voglio mai più stare male, del troppo mi stanco, non và tutti i giorni, devo contenermi, per un po' mangio in bianco.
Mia mamma me diceva, tempo fà che perso l'onore, niente te lo po' ridà, non c'è prezzo pe lo ricomprà, perduta hai l'onorabilità. Quà passa er tempo e sempre stanno attenta, me sò tenuta tutto er mio candore, ma quanno che la faccia se specchia, me pare che stò a diventà vecchia. Non sò se ho fatto bene ad aspettar quando se conviene. Penso che l'onore l'ho sarvato, ma pe sentì la mia mamma, niente ho provato, tutti m'hanno lassato.
Come un vento sarò, avrò solo ricordi, niente potrò portare, non avrò mani, solo polvere al mio passaggio, poi più niente. Vi lascerò un messaggio, sarà d'amore di battiti del cuore, sarà il profumo di un fiore, saranno lacrime, che scorreranno ancora, saranno sorrisi, di quelli che ho amato. Sarà d'amore e battiti del cuore, non disperdetene il calore. Come vento sarò e soffierò sulle vostre vite. Al mio passaggio vi lascerò un messaggio, sappiatelo ascoltare.
Sabbia che scivola via, granelli portati dal vento lontano... e tutto quel che era rimasto stampato è un ricordo nostalgico, che l'onda su riva cancella.
Su per l'eremo, per strada scoscesa comincio la salita. Mi han detto che l'attesa per quel Dio che è vita, troverai sorpresa, l'anima tua smarrita ne avrà conferma.
Jeri ar nipotino, je caduto un dentino, er primo proprio ar centro. Viè a nonno jo detto a Giacomino, che stanotte te viè a trovà er topino, te porta tanti sordi, li troverai sotto er cuscino. Er nipote, un bambino morto svejo, na mattina sopra ar comodino, drentro ar bicchiere, ce trova la dentiera, che er nonno s'era torto a tarda sera. Senza dillo a nessuno se la mette sotto ar cuscino, convinto che lo stesso topolino, stavorta, pe tutti quelli denti sai quanti sordi deve da portà. Er vecchio nonno, quanno che la mattina la mano allunga verso quer bicchiere, sorpreso de nun trovà a dentiera, pe tutta casa comincia a strillà. Er nipote ch'è proprio un ber furbetto je dice: nonno se nun viè er topino, sti denti nun li rimetto sopra ar comodino. Pazienza, er nonno dovette da sborzà un centone, pe dacce un tajo a tutta la questione. Jè insegnò quer giovane purcino, che quanno che ad un bambino se racconta na storia, quanno che je conviene, se la impara a memoria.
Insieme di parole sconnesse, di rime baciate, di gioie e scommesse, messaggi non chiari, per non far capire, gli amori e i sentimenti, tu non mi senti, sei superficiale... rimane la mia vita, le emozioni, la mia storia e quel che vale, tutte le mie ragioni, le mie virtuali sensazioni. Ma con la poesia metto le ali, e volo cerco quel che manca, tra le notti stellate quando la luna è stanca. Il cuore soffre, non vuol più trattenere, scrivo per quelli che riescono a capire, e a riconoscersi nelle mie poesie.
Sono un bimbo mai nato, non voluto capitato, incidente di percorso, professionista o artista mancato? Non sono degno di menzione perché non ho una croce, non ho un nome, ne data da ricordare. Rifiuto speciale tra garze e sangue, di un anonimo ospedale. Eppure già esistevo, già c'ero... Ora anonimo rifiuto.
Il mio sguardo ha incrociato i tuoi occhi, come un dolce veleno, assaggiarti e morire: ho pensato, un folle peccato, un momento è bastato. È rimasto ben poco di te, solo un bacio a suggello di quel che era stato, ed un mazzo di fiori. Queste rose di velluto vermiglio In ricordo di quella passione, durata un momento, ma intensa emozione. Un cappello sul vecchio divano, da grande ufficiale, in ricordo... la tua assenza. Partendo mi hai detto: ti amo.