Come tanto tempo fa c'è un grillo nella stanza, tu mi dicevi che portava fortuna... Ricordi nonno, nel campo di grano mi tenevi per mano e insieme guardavamo quella distesa di sole. Poi sono arrivati gli aerei, quegli aerei sopra di noi e la gente ha cominciato a scappare, a gridare. La campagna moriva, niente più alberi, niente più erba... nemmeno l'aria era più la stessa. Non ero che una bimba e non capivo, ti ero vicino, ma non potevo aiutarti. Caro nonno, volevo consolarti e farti coraggio, io non ti avrei mai lasciato solo, ma le cantine erano sempre più piene, stavamo uno addosso all'altro, togliendoci l'aria, rubandoci il pane... ... e quel Dio, che sembrava essersi dimenticato di noi.
I miei quarant'anni... tra le mie mani di ragazzo. E voi non datemi un posto tra le vostre cronologie temporali... ho solo giocato con la farina se ho dei capelli bianchi... ho solo corrugato il viso per farti una smorfia... non è certo una ruga quella che vedi. I miei quarant'anni... spettinati in un maglione che mi fece mia madre... contati come soldatini... mangiucchiati... sputati... I miei quarant'anni ... che giocano coi tuoi seni ... che girano in tondo nella stanza ubriachi di dolore e di nostalgia... I mie quarant'anni... simili alle gocce che ora rigano i vetri... cosi tanti e cosi pochi... con la tua anima a decidere se ha diluviato... o se è stata solo pioggia sottile... quella che scende... senza far male.
Credo al sole. Sorge ogni mattino, e tramonta ogni sera. Coerente. Puntuale. Prevedibile. Non credo alla mia mente. Un giorno sorge, e l'altro tramonta.
È l'alba, un nuovo giorno nasce porta con se gli incubi notturni... e... le dolci parole sussurrate
porta anche me in questo nuovo giorno senza che io le avessi chiesto niente sarà un regalo o giusta punizione vivere ancora un giorno in questo "orrore"
ed impotente vivo queste ore pensando a tutto ciò che non è stato alle promesse che mi sono fatto a quante infine... non ho mantenuto
ed a te penso fanciullo sorridente che nella vita muovi i primi passi ti chiedo scusa per ciò che non ho fatto
volevo prepararti... un... mondo migliore con tanta presunzione ci ho provato e solo quando guardo nei tuoi occhi mi dico bravo... si... ci sei riuscito.
È l'alba, un nuovo giorno nasce porta con se gli incubi notturni... e... le dolci parole sussurrate
porta anche me in questo nuovo giorno senza che io le avessi chiesto niente sarà un regalo o giusta punizione vivere ancora un giorno in questo "orrore"
ed impotente vivo queste ore pensando a tutto ciò che non è stato alle promesse che mi sono fatto a quante infine... non ho mantenuto
ed a te penso fanciullo sorridente che nella vita muovi i primi passi ti chiedo scusa per ciò che non ho fatto
volevo prepararti... un... mondo migliore con tanta presunzione ci ho provato e solo quando guardo nei tuoi occhi mi dico bravo... si... ci sei riuscito.
S'aprono i sipari sulle ardenti giornate giocate dalle corse nevrotiche della gente illusa di tornare alla normalità.
Quale normalità? Crediamo veramente che agitarsi e smaniare sia un vivere quotidiano? Crediamo davvero che tornando a casa possiamo essere sereni?
Quante tossine accumuliamo durante le nostre giornate "serene" di stress? Quale felicità ha il colore del sangue? Guardando la nostra società sembra normale.
Quesiti irrisolti…
Con le parole tutti alzano i toni, non si rendono conto della vuotezza del loro essere.
Parole accomunate alla pochezza che inneggia orde barbariche annunciando lo sgretolio del mondo delle idee.
Forse è proprio così é una società barbara la nostra occultata dall'ombra di simboli, di parole vuote prive di realizzazioni.
Esistono parole di azioni concrete almeno così ci pare – effigi della Società ad alti livelli con termini ridondanti che riempiono le bocche, di difficile comprensione… e di pronuncia per conferire un crescendo a questa inconsistente vita.
Qui nasce il problema: vivere d'immagine.
Abbiamo smarrito il senso della realtà già oggi tutti credono di conoscerne il significato ma nessuno osa pronunciarsi.
Non aiuta a nessuno essere ciò che non si è, ma è più comodo. Possiamo nasconderci senza ascoltare la nostra coscienza.
Termini come Etica e Morale diventano una favoletta per bambini. Si genera il pensiero d'inutilità pubblica: a concretizzare la nostra vita ci vuole ben altro.
Ma cosa? nessuno mai lo ha ancora scoperto…
Così nascono i mostri dentro di noi: il lato oscuro dell'uomo.
Vien da rabbrividire quando si scorgono persone meravigliate nel leggere la cronaca nera.
Ecco presentarsi innanzi ai loro occhi la cruda realtà della società in cui viviamo: dove vivono queste persone?
Noi generiamo cultura tanto quanto la uccidiamo.
Se qualcuno mi chiedesse di dar definizione del genere umano potrei solo dire: "è un'anima contraddittoria".
È difficile comprendere il genere umano che è tanto attaccato alla vita al punto d'amarla tanto intensamente da compier la folle gesta d'interromperla bruscamente.
Ovunque andiamo non tolleriamo i nostri simili eppur noi vogliamo essere tollerati. È questo che vuol dir tolleranza?
Spero che non siamo confusi fino a codesta maniera!
In ogni società si nascondono spiriti buoni.
È una gioia accorgersi che potenzialmente siamo tutti buoni… quando siamo soli.
Il dover apparire ad ogni costo ed in ogni situazione minimizza la nostra essenza fin quasi a farla scomparire.
Se avessimo il coraggio d'essere introspettivi leggeremmo talune faccende che non ci piacerebbero affatto.
Eppur siamo tutti criticoni, polemici e sentenziatori, se solo ne avessimo sentore credo che nessuno parlerebbe più.
Abbiamo la malfatta abitudine di non pensare ciò che diciamo. Spesso la pensiamo credendo che pensare sia la prima cosa che ci viene in mente.
C'era una volta… o forse non c'è mai stata quella volta che abbiamo creduto ad una favola realtà.
Oh, una favola… che orrore!
Il sol pensiero di vivere una favola ci spaventa.
Non abbiamo più il gusto del bello: abbiamo deformato un intero sistema per eliminarne ogni traccia.
Rompere un sistema non è un cedimento dell'esistenziale che annichila il decoro: ci facciamo usare da un sistema generato dal consumismo, da un credo che nasce in noi propulso dalla voglia di emergere da un mondo che ci calza un po' stretto.
Il sistema generato porta a vantaggio una cerchia ristretta di persone che possono soggiogare una società intera strumentalizzandola creando stereotipi plasmabili.
Così nascono le mode di varia natura e genere.
Un mondo subdolo che fa di noi una massa informe monòtono.
Non siamo noi a voler tutto questo? Allora perché sento tanti lamenti? Forse è meglio chiedersi chi sono questi "Noi"!
Ci accorgeremmo che due anime vivono nello stesso corpo come fossero due persone sotto lo stesso tetto.
Allor si pone un dilemma: e se esistessero due mondi paralleli per le nostre anime? Non è che per caso le abbiamo solo invertite?
Questo nostro dilemma lasciamolo scorrere ripromettendo un'analisi in un altro tempo.
Per ora rimane capire qual è il senso della realtà, e se mai l'accettiamo così come la reazione dei nostri comportamenti che l'ha generata.
In questo opaco mondo c'è la possibilità di far risplendere i colori per la loro naturale bellezza se solo ci fermassimo un attimo a pensare scavando dentro di noi nel pozzo dei nostri desideri, dei nostri sogni.
Vivere in una favola non è difficile basta uscire da un mondo che non senti tuo.
Per necessità vivere marginalmente la società senza distaccarsene.
Ai confini della realtà delle volte si è quando la si vive intensamente.
Riscoprire l'Amore in tutte le sue forme… e colori.
Riesumare la propria anima riaccendendo la passione ci farà scoprire un mondo apparentemente nuovo, ma che è sempre stato il nostro.
La vita di società eticamente e Moralmente perfetta non esiste, ma esiste un'Etica morale e una Morale etica ai quali siamo inclini: fa parte della nostra natura.
L'uomo è contraddittorio ma è pur sempre un'anima dal candore maculato: nessuno è perfetto!
Dosare le informazioni, leggere fra le righe l'immagine che ci vogliono imporre traccerà il cammino di uomini liberi.
Amarono tanto la pace che prepararono una guerra amarono tanto la pace che prepararono un esercito forte per scoraggiare chi voleva la guerra.
Amarono tanto la pace che la racchiusero in una bandiera amarono tanto la pace che marciarono per difenderla ma difesero solo se stessi da un mondo pieno di guerra.
Forse un giorno ameranno tanto la pace da non avere bisogno di difenderla.
Un'afosa giornata d'estate, sole che scotta, autostrade intasate. Tutti pronti a partite, tutti tranne uno, un cucciolo scomodo che è solo d'impiccio. Non sai dove lasciarlo e non lo vuoi con te, adesso cosa fare? Ma si, hai già deciso, lo vuoi abbandonare! Indifeso, sul ciglio della strada, rischierà la vita ma non t'importa è meglio la vacanza tanto ambita. L'hai illuso, gli hai spezzato il cuore, sei tu il vero animale!
Partenza, su zattere di sudore indossano vestiti di comprensione alla ricerca della nuova destinazione. Figli della pazienza e della disperazione sfidano il freddo, il mare, la loro consolazione. Un abbraccio, un approdo la vista di un abbaglio il sogno di un piccolo spazio. Si accontentano di un incontro non aspettano insulti e ostilità. La loro passione non è rassegnazione. Una pagina assurda, l'imprudenza, il rischio di non vedere più luce. Ma la loro America si intravede, la nuova terra gelosamente ci si crede e lì che aspettano un altro scarico, un'altra bugia, l'inizio di un assurda nostalgia.
Esulta paralizzante il gol dell'attaccante, come uno scudo non mi protegge dalla rabbia ignorante. Con andatura eccitante colpisco il mio combattente. Amara è la sua arresa non c'è più bandiera, non c'è più tifo ma solo la guerra. Inutile e insensata preda del tocco di una palla o della sconfitta di una squadra, ma sempre assente è la scusante di questa rabbia ignorante.