Non mi muoverò da qui senza avere tue notizie. Non staccherò il mio sguardo dalle tue finestre finché non si chiuderanno per sempre; non ti lascerò andare ramingo per il mondo alla mercè di mercanti senza scrupoli; non permetterò l'ennesimo insulto alla tua povertà in spirito; ma sarò sempre al tuo fianco a vigilare, custodire, con te soffrire e gioire, perché vedo in te lo spirito di Cristo.
Se potessi fermare il tempo lo farei per te amico mio perché i tuoi momenti più belli regalassero ai tuoi giorni una gioia sempre viva. Se potessi prendere un arcobaleno lo farei proprio per te. E condividerei con te la sua bellezza, nei giorni in cui tu fossi malinconico. Se potessi costruire una montagna, potresti considerarla di tua piena proprietà; un posto dove trovare serenità, un posto dove stare da soli e condividere i sorrisi e le lacrime della vita. Se potessi prendere i tuoi problemi, li lancerei nel mare e farei in modo che si sciogliessero come il sale. Ma sto trovando che tutte queste cose sono impossibili per me. Non posso fermare il tempo, costruire una montagna, o prendere un arcobaleno luminoso. Ma lasciami essere ciò che so essere di più semplicemente un amico.
Io sono l'uomo che divenne donna, io sono il caos che divenne ordine, io sono la bontà che divenne cattiveria, io sono il cielo che divenne terra, io sono il fuoco che divenne acqua, io sono la spada che divenne fiore, io sono tutto che divenne nulla, io sono il regalo che divenne il dispetto, io sono la vita eterna e la morte, io sono il dolore che divenne solievo... io sono... l'Amore.
Se fossi senza stelle mi piaceresti, o notte! Ma il linguaggio che parla il loro lume è noto, mentre quello ch'io cerco è il nero, il nudo, il vuoto.
Torcia, vola al tuo lume la falena accecata, crepita, arde e loda il fuoco onde soccombe! Quando si china e spasima l'amante sul'amata, pare un morente che carezzi la sua tomba...
Ascoltami, o Dio! M'avevano detto che Tu non esistevi ed io, come un idiota, ci avevo creduto. Ma l'altra sera, dal fondo della buca di una bomba, ho veduto il Tuo cielo. All'improvviso mi sono reso conto che m'avevano detto una menzogna. Se mi fossi preso la briga di guardare bene le cose che hai fatto Tu, avrei capito subito che quei tali si rifiutavano di chiamare gatto un gatto. Strano che sia stato necessario ch'io venissi in questo inferno per avere il tempo di vedere il Tuo volto! Io ti amo terribilmente... ecco quello che voglio che Tu sappia. Ci sarà tra poco una battaglia spaventosa. Chissà? Può darsi che io arrivi da te questa sera stessa. Non siamo stati buoni compagni fino ad ora e io mi domando, mio Dio, se Tu mi aspetterai sulla porta. Guarda: ecco come piango! Proprio io, mettermi a frignare! Ah, se ti avessi conosciuto prima... Andiamo! Bisogna che io parta. Che cosa buffa: dopo che ti ho incontrato non ho più paura di morire. Arrivederci!
(Questa preghiera è stata trovata nello zaino di un soldato morto nel 1944 durante la battaglia di Montecassino)
Una storia racconta di due amici che camminavano nel deserto. In un momento del viaggio i due cominciarono a discutere, ed un amico diede uno schiaffo all'altro... questi addolorato, ma senza dire nulla, scrisse nella sabbia:
il mio migliore amico oggi mi ha dato uno schiaffo.
continuarono a camminare, finché trovarono un'oasi, dove decisero di fare un bagno. L'amico che era stato schiaffeggiato rischiò di affogare, ma il suo amico lo salvò. Dopo che si fu ripreso, scrisse su una pietra:
il mio migliore amico oggi mi ha salvato la vita.
L'amico che aveva dato lo schiaffo e aveva salvato il suo migliore amico domandò:
"quando ti ho ferito hai scritto nella sabbia, e adesso lo fai su una pietra. perché? "
l'altro amico rispose:
"quando qualcuno ci ferisce dobbiamo scriverlo nella sabbia, dove i venti del perdono possano cancellarlo. ma quando qualcuno fa qualcosa di buono per noi, dobbiamo inciderlo nella pietra, dove nessun vento possa cancellarlo."
Impara a scrivere le tue ferite nella sabbia e ad incidere nella pietra le tue gioie.
Vorrei provare ciò che prova un albero quando il vento gli scuote dolcemente le sue foglie. Vorrei sentire ciò che sente un fiore quando nel suo grembo si posa dolcemente quell'insetto fugace, che impertinente gli ruba un po' del suo amore. Vorrei spiegare le mie ali come le apre maestosamente l'aquila sentendosi padrona del cielo. Vorrei scivolare tra le onde del mare come fanno i delfini, e provare quel dolce essere sfiorato dall'acqua spumeggiante. Vorrei provare a viaggiare tra le stelle e provare a sentire l'universo tra le mani. Vorrei provare ad amare, per spingermi oltre ciò che la mente nemmeno può immaginare. Vorrei provare ad essere Dio, per imparare a tornare da lui.