Sofferta è la comprensione dell'uomo solo, prima di addivenire al se unico avrà battuto i suoi mille alter ego dai molteplici volti atti a confonderne il pensiero.
Agirà davvero l'uomo solo, quando nel muoversi dovrà dar conto al suo unico avanzare;
Cambierà davvero l'uomo solo, quando nel divenire inquadrerà il suo unico sentiero;
Produrrà davvero l'uomo solo, quando avrà guadagnato la propria comprensione;
Migliorerà davvero l'uomo solo, quando del suo seme vedrà raccogliere frutti;
L'uomo solo guarderà al domani conservando rettitudine e passo fermo, e nel molteplice cammino si troverà ad avanzare proiettato dal suo unico e stabile sentiero.
È buona cosa, lasciar all'offesa lo spazio per far dilagar parola, affinché in quello stesso mare affoghi.
È buona cosa, lasciar all'offesa l'intero cielo, affinché sol del suo volo si scorga, ed il giudizio solo lei colga.
È buona cosa nel subir offesa, non cader nella trappola tesa che vorrebbe sguainar spada alla difesa;
L'offesa è una spada tesa, non accettar impresa per una terra già presa.
L'eco dell'offesa arrecata nella valle del silenzio, raddoppierà il cordoglio nella sorniona montagna, che disturbata da quel molesto dire, apprezzerà della valle il suo non voler interloquire.
Quando alle porte del tuo castello, busserà nemico armato, basterà non schiuder porta del suo ulterior bussar poco importa.
È nell'offesa la pretesa e la trappola tesa, non aprirai castello per un inutil duello.
Dilata l'anima al canto del mondo e del mondo ascolterai il palpitare intenso;
Dilata l'anima al canto libero del vento che soffia nella luce di un fiore, e danza attraverso i suoi nobili colori;
Danzerai con la musica nel cuore quando l'armonica canzone della vita avrà seminato in te il suo sorriso.
Tu farfalla dalla luce interiore ti solleverai oltre il canto umano per raggiungere la stella del tuo vivere oltre quella oscura nube che nasconde al vivere il suo prezioso tesoro.
Danzerai nei cieli e tu sarai mistica essenza tra i raggi di quella stella che porta il tuo nome.
Dilata l'anima al canto melodioso del vivere, saggia il frutto celato dalla dura scorza di cui ti sei nutrito per consolidare comprensione.
Schiuderai ali immense per librarti in volo nei sentieri incantati di un vivere diverso, dove cibo per l'anima sarà il suo solo canto.
Farfalla in volo aprirai ali che sorprenderanno le stelle del vivere per grandezza e colore, ma l'immensità del cielo non avrà in se stupore, attesa era la tua luce laddove solo luce è.
Arroccato nel cuore, alte e solide mura avrà innalzato la tua paura attorno a quelle che crederai le tue certezze;
Fermerai il graffiare dell'insensato vento ma il tuo invalicabile scudo limiterà anche i semi nuovi;
Il vento troverà muro il muro combatterà vento e il tuo cuore resterà nel suo tormento a ribollir nelle acque stagnanti dove solo il riconsiderare antiche conquiste farà vibrar in superficie le acque ma non ne scuoterà i torbidi abissi;
Riconsidererai alla luce della tua fioca candela e nella penombra della tua comprensione non scorgerai il cielo acceso al di là del tuo muro, che busserà con mani di vento alla tua porta chiusa.
Riconsidererai, sempre e solo bevendo dalle tue torbide acque;
Abbatta le mura l'arroccato nel cuore e faccia transumar i venti dal fuori al dentro e dal dentro al fuori.
Sacra è l'icona dipinta dalla sua mano ma se occhio non coglie l'arcobaleno da quali colori avrà allora attinto le sue tinte.
Abbatta le mura l'arroccato nel cuore e respiri il vento del vivere il suo graffio spinoso altro non è che il guanto della carezzevole comprensione.
A Follia che bussi; A Follia del cui concepir io rifuggo; A Follia che soffochi pensieri e parole che tiranneggi la vita.
Follia asciugherò le lacrime dell'anima e placherò il mare della tua esasperazione.
La follia è il pianto estremo di una anima incatenata; La follia è la porta schiusa per chi respira solo oscurità; La follia è la rabbia inesplosa che trova fiato nel suo urlo estremo; La follia è la voglia di vita che tutto distrugge;
Non cedere alla follia, frena il suo dire estremo Ascoltandola.
Tu ascolterai la tua follia; Tu berrai dalla tua follia; Tu coccolerai la tua follia; Tu comprenderai la tua follia;
La follia è il pianto estremo di un anima che soffre, asciuga le lacrime alla tua anima e il suo pianto cesserà di esistere.
Tu uomo cavalcherai la tua follia come cavallo impazzito girerai a vuoto nel tuo cielo interiore.
Ma di quel cavallo frenerai il passo al vivere sia folle la tua corsa ma nel tuo sol pensiero.
Ascolta la tua follia, essa non è poi così folle ti sta solo mostrando i confini della tua prigione.
Se piedi non hai, i piedi chiederai, e se piedi avrai, le scarpe chiederai, e se scarpe avrai, una strada chiederai, e se strada avrai, un orizzonte chiederai.
L'uomo contento non è mai, quel che raggiunge al cor più non giunge, ma è così che il Cielo ad avanzar lo Spinge.