Forse non lo sai che sei una forza d'animo per me... Forse non saprei proprio fare a meno di te... Forse non lo sai che hai rubato dei sorrisi al mio cuore... Forse abbracciandomi non ti sei reso conto di essere tanto grande, ed io, piccola così.
Ti sfido destino! Credi di essere già lì, pronto per impadronirti di ogni mio futuro giorno... Credi che io non possa cambiarti... Se sei in attesa di dovermi dare felicità, giuro, mi arrenderò a te. Ma se è scritto che qualcosa, qualsiasi cosa mi dovrebbe far stare male anche solo in minima parte di come sto ora, mi dispiace, per te non ci sarà vita, ti prenderò in mano stavolta.
Tutti parlano, tutti giudicano. Tutti credono di sapere come mi sento. Tutti credono di avere il diritto di sapere ciò che è giusto per me. Tutti parteggiano.
Nessuno può capire, nessuno può sapere.
"C'era una volta..." "E vissero felici e contenti..." Doveva andare così. Per me... e per tutti. Favola scritta e concepita senza fine: Favola di una ballerina e del suo principe azzurro; Favola senza antagonisti, favola scritta a mano; Favola semplicemente rosa. Era questo...
Nessuno può capire, nessuno può sapere.
Il mio animo soffre, qualcosa è cambiato. Sto leggendo i capitoli più realistici, più dolorosi. Sto leggendo il riepilogo di tutto ciò che è stato e che mai più sarà.
Rientro a casa tardi ogni sera. E ogni sera la stessa sensazione, la stessa paura: È una paura che ti soffoca, ti stringe forte un nodo intorno alla gola. Ti senti chiudere la parte più profonda nel petto e senti tutti i rumori più silenziosi, anche quelli più lontani. È una paura che ti rende attenta in questi istanti lunghi un'eternità. Allora ti si paralizzano le gambe, il tuo corpo non ha il coraggio di girarsi, ma i tuoi occhi sono rapidi e ad ogni rumore vengono chiamati in quella direzione... Apro la porta di casa. Tutto torna normale, non c'era nessuno...
Io, avvolta da una realtà che distrugge lentamente, la tradisco dipingendo di rosa il tempo grigio rifugiandomi sotto le coperte, là dove nulla è peccato. Colonna sonora di contatto, spaventi la mia anima e la fai tremare fino a tramutarti in un silenzio che parla a gesti.
Esco da là dove mi ero rifugiata e rivedo la realtà; I sogni, se pur intensi, sono brevi. Ora non posso far altro che esistere e solo sognare di vivere; Perché fuori da quelle coperte tutto il resto è peccato.
Il tempo scorre più veloce dei miei pensieri... Non faccio in tempo a finir di pensare che è già domani... Così domani mi volterò indietro e mi accorgerò che ho solo perso tempo... ... a pensare.