Abbiamo vissuto solamente la prima giornata come uomini, non abbiamo ancora scoperto assolutamente quasi niente anche se dall'alba al primo tramonto ci sono cose belle.
Il sole nasce e muore ogni giorno anche quando piove, la luna si diverte mostrandoci a tappe la sua bella faccia, tutti gli animali ci guardano dal basso in alto o viceversa eccetto noi uomini e donne che ci guardiamo in cagnesco.
Nel primo giorno non abbiamo ancora scoperto quasi niente: dall'alba al tramonto non viviamo come veri fratelli e sorelle. C'è molta gente che oggi muore attraversando il mare nostrum sapendo che frontiere, lingue e bandiere hanno solo un giorno.
Non sentite il nuovo profumo che aleggia nel cielo pieno di luce? Svegliamoci nel secondo giorno della nostra avventura umana con occhi aperti al futuro arricchendo il fagotto del primo giorno. Il futuro è chiuso nei nostri occhi aperti e nelle nostre due mani.
Sugli abitanti di queste antiche e nuove città sta cadendo la pioggia rivoluzionaria di domani. I nuovi politici che nascono senza basi umane stanno lasciando ferite aperte in occhi strani.
I nuovi arringatori mitificano idoli senza speranza, i giovani baciano le ferite sognando il loro futuro, le bandiere di molti colori sventolano senza pudore, il mondo aspetta un cristo senza nessun dolore.
Sulle strade del nostro piccolo e strano mondo si sono abbattuti cicloni, tifoni, lampi e forti tuoni, ma la violenza distruttrice della madre natura è molto più umana di quella che produce l'uomo.
Le primavere nate da politiche senza cuore e ideali sono spazzate da venti che vogliono pane e libertà. Le falci e i martelli sono ormai strumenti arrugginiti in una società rifatta nuova con sogni in spazi infiniti.
Sfogliamo ogni giorno il nostro calendario della vita appeso al muro di casa e negli occhi dei nostri amici. Le ombre della notte si rintanano nel nostro buco nero nascosto nel puro silenzio dei nostri occhi azzurri o neri.
Ogni giorno nasce un nuovo stupore guardando il sole che illumina un bambimo giocando con un bianco fiore. Allunga le sue manine nel charore del giorno che avanza in attesa della mattutina carezza che le darà la mamma.
Noi intanto allunghiamo le mani sulla luce del nuovo giorno cercando parole nuove che un domani avranno un senso. Passano le ore, maturano i giorni, i capelli diventano grigi i calendari segnano il passo del tempo sempre lo stesso.
Sfogliamo da vecchi un altro piccolo e vecchio calendario dove gli anni nuovi sono le rughe che portiamo appresso. Ricordando le nuvole nere passate nel cielo della vita sappiamo che il sole ha asciugato ombre, dolori e ferite.
Era difficile decifrare il silenzio dell'uomo seduto solo sulla panchina di un giardino perduto dietro colombe bianche in volo.
Erano gli anni della droga sporca e dura su marciapiedi con siringhe di giovani rotti penzolando su altalene di falsi e neri sogni.
Erano i funamboli moderni su fili di vetro, su palcoscenico di ferro spinato arrugginito tra bambole umane e bottiglie piene di fumo.
Erano mani che stringevano notti senza stelle, lune vagabonde in un cielo di colori senza meta, gatte che inseguivano odori di cibo senza carne.
Erano gli spettri scheletriti della droga maledetta comprata con soldi rubati o strappati da borsette puntando false pistole o siringhe appena usate.
Sono finite le tristezze di madri piangendo i figli, restano le amarezze di nuove erbe, fiori e veleni coltivati da assassini umani in cerca di piaceri.
Un nastro azzurro all'occhiello un messaggio di speranza negli occhi una lacrima di dolore nelle mani un grido umano pieno di tristezza.
Fra le nuvole bianche del cielo rossastro un palloncino azzurro gioca col vento porta un verde messaggio di libertà per chi soffre in un "zulo" da spavento.
Passano i giorni, ti cresce la barba, il silenzio è pieno di fantasmi, gli occhi leggono nel buio i giorni trascorsi in libertà.
La morte è dolce sotto il sole, la vita è inferno sotto terra. Le ferite fatte dagli uomini sono croci che sanguinano dentro.
Non ti sei arreso a uomini violenti non ti sei fatto avvolgere dalla demenza: la vita è un sogno che si vive svegli, mentre la libertà è una conquista lenta.
Un nastro azzurro all'occhiello molte mani bianche sul muro tuo figlio gioca nella memoria aspettando l'aurora del futuro.
Non siamo più nel tempo delle grandi cattedrali quando l'uomo del campo umile s'inginocchiava sotto archi romanici di pietra viva tagliata a mano.
Il monaco colto sognava, pregava e custodiva l'arte su alti monti e boschi pieni di misterioso incanto mentre il popolo forgiava le sue pesanti spade per preparare il duro apocalisse del suo domani.
I dipinti interni delle chiese erano i libri del popolo dove trovavano le radici della fede e la propria storia. Il suo pane quotidiano sapeva a sudore del giorno scacciando il timore della peste a galoppo sul tramonto.
Era il tempo quando l'uomo costruiva le sue cattedrali sognando che i suoi figli avrebbero pregato con fervore difronte a un crocifisso di legno vivendo di fede e speranza mentre da anziani sognavano di morire tranquilli nella stanza.
I loro sogni in pietra li troviamo oggi davanti ai nostri occhi con i pinnacoli di pietra e mostri sconosciuti in alto nel cielo. Le loro anime sono ancora vive all'ombra delle loro cattedrali mentre a noi semplici profani ci dicono cristiani e non lo siamo.
Oggi si dissacralizzano molte belle chiese frutto della vera fede di quei nostri padri che credevano in un Dio fatto carne come noi mentre noi con la nostra arroganza ci crediamo dio e Lui solo uomo!
Il freddo uccide nel muto silenzio l'ultima allegria sgorgata da bicchieri di vino e varie bottiglie di birra. In quel gasthouse di un paesino di verde montagna l'emigrante si giocava a carte il poco salario di ieri sperando di riempire con il gioco le tasche di domani.
A mezzanotte in mezzo al grigio fumo delle sigarette trasformava, con il gioco, le speranze in pura illusione, i sogni vissuti durante il lavoro del giorno troppo duro svanivano di notte con bottiglie vuote e donne nude. È stata terribilmente crudele emigrare da analfabeti!
Le mani callose e gli occhi spenti carezzavano il paese lasciato alle spalle con ferite di guerra e cuori a terra. La sigaretta si consumava lentamente nella bocca chiusa, le mani incrociate sotto il peso ardente della sua testa mentre il cuore batteva forte per dirgli che non era morto.
In terra straniera piena di freddo, neve, pioggia e silenzi trascorrevano i mesi, gli anni e le amarezze di un tempo. Molti si perdettero, ma molti altri realizzarono il loro sogno ritornando al paese del sole per costruire la sua casetta dove risuscitarono i sogni, l'amore e le umane carezze.