Nel brulichio di una contorta e stretta via a litri si beve la birra fresca e il buon vino in questa Saragozza di bimillenaria vita dove si canta, si balla, si ride e si respira
Alla riva dell'Ebro e del Pilar monumentale svolazzano le colombe chiedendo elemosina a una giovane zingara che offre il rosmarino mentre ai turisti chiedono una bella fotografia.
È una città piena di mariana pietà e di storia con pagine umane sofferte e altre da scrivere, con muraglie diroccate e con un fiume in piena che quando si arrabbia lacera sogni e terreni.
Aragona è grande di storia, quasi vuota di abitanti ricca di montagne, acqua, vino, cereali e tradizioni. I piccoli paesi sono gemme incastonate dal vento lavati poco dalla poggia ma sospesi al loro cielo.
All'ombra e sapori del centro storico romano e arabo la gente di ogni età festeggia ogni fine settimana. Da Cesare Augusto ha il nome e appreso il bel vivere dai Pirenei conserva la cocciutaggine e il buon morire.
I giorni vissuti insieme ai poveri del terzo mondo mi hanno insegnato a vivere la vita ogni giorno. Ho capito che il tempo non cammina con l'orologio ma guardando il sole che ci matura come uomini.
I sogni hanno senso solo se li facciamo sbocciare liberi sotto il sole che ci guida da mattina a sera. Dormire sotto la luna con le stelle cadenti nelle mani è maturare da uomo ascoltando la voce degli anziani.
Rivivo in silenzio le lunghe camminate nella foresta dietro gazzelle di ogni specie con guizzi d'eleganza. Di notte gli occhi d'animali illuminati con una lampada erano stelle fisse supplicando l'uomo di non sparare.
Ho mangiato con loro, come ospite, il cibo quotidiano lavandomi le mani in catino di legno o di creta pura insieme all'immancabile cane che sempre è vicino quando l'aria è satura di buoni odori e di carne cruda.
I giorni trascorsi all'ombra di palme e di alberi tropicali si vestono di ombre, odori, profumi e certi rumori strani. Ancora oggi dopo tanti anni sento le onde dei fiumi, i canti degli uccelli che in primavera si vestono di festa.
Oggi per alcuni non ci sono più eroi e avventure, fiabe di principesse o principi con sangue azzurro. Il presente è pieno di giocattoli di plastica e metalli per un domani vivere sognando palazzi di cristalli.
Ulisse ed Enea, eroi del mondo greco e romano sono rimasti nel battito di pochi cuori invecchiati. Ogni tanto qualcuno li risveglia senza sentimento mangiando in sale pop-corn per passare il tempo.
Ai bambini di oggi gli rubiamo la loro fanciullezza per riempirli di molte cose ma pochissime carezze. Ai nonni lasciamo l'arduo lavoro di farli veri uomini lottando con la televisione che gli corrode il cuore.
I moderni castelli non sono pieni di fate turchine, anche se Pinocchio ha naso lungo e cuore pulito. Oggi si preparano bambini per essere superdotati ma non sempre i nostri uomini sono quelli sognati.
Avremo il coraggio di ritornare alle voci del cuore per vivere in pace con Dio, gli uomini e le cose?
Signore, i giorni trascorsi insieme al popolo africano mi hanno insegnato a comprendere la vita e la morte. Ho sentito il respiro del tempo nelle favole dei vecchi maturate insieme osservando animali e sentimenti.
Signore, ho sognato sotto il loro cielo ricco di croci, ho dormito sotto le loro alte e snelle palme di cocco, ho cacciato con loro nelle immense e ricche savane al ritmo di canti, preghiere, pianti e veri sogni umani.
Signore, ti ricordo ancora con il bel nome di Mulungu, al ritmo di tamburi, canti, danze e un vecchio macocho accompagnato da voci di vecchi, donne e bambini allegri battendo mani e piedi sulla terra al chiarore delle stelle.
Signore, ho pregato guardando la luna nel tuo bel cielo quando un padre contento ti offriva in estasi suo figlio nato sulla terra dietro la veranda della sua nuova casa con sua moglie contenta di essere finalmente madre.
Signore, quante cose si apprendono vivendo in Africa terra ricca di storia vissuta nel dolore e nell'allegria dove i veri grandi libri sono depositati nella memoria di persone anziane ricche di vita e sapienza senza fine.
Signore, ti ho riconosciuto in molte maschere di legno con un ricco messaggio nei loro ritmi e movimenti. Con poche parole ho sentito la Tua voce sentenziare in tribunali senza toghe ma il cuore limpido nelle mani.
Il vento muove con violenza gli alti cipressi che sembrano inchinarsi per salutare la sera illuminata da una luce fioca di un sole monello che gioca a nascondiglio fra nuvoloni neri.
Fischia il vento sollevando polvere sui vetri. I colori del tramonto si stanno dileguando finendo appesi nei fili dell'erba che ballano spinti dal vento che saluta l'ultima speranza.
La sera si veste di toni diversi quando c'è vento: sferza con violenza uomini che avanzano a stento. Non si sente nessuna nota di canto di uccelli spariti per non essere sferzati dalla notte fredda.
Lentamente scende anche il buio della notte: si sentono sottovoce i bisbigli di lontane stelle, il cuore ascolta note di cantilene di mamme che addormentano i piccoli baciati in penombra.
Il vento si nasconde stanco dietro muri di silenzio, qualche gatto ancora gironzola nel mio giardino in cerca di qualcosa che si nasconde sotto le foglie. La quiete scende negli occhi di uomini stanchi.
Aprendo il balcone ho visto il mattino con un velo di nebbia che l'avvolgeva bloccandolo con la faccia umida sui vetri mentre io riempivo gli occhi di stupore.
Vedevo solo ombre appese nell'aria fredda, sentivo cinguettii perduti di passeri solitari richiamando le compagne aggrappate sui fili che tagliavano la nebbia in attesa del sole.
Pensavo che sarebbe stato un lunedì scialbo: senza orizzonti dove posare la luce degli occhi, senza alberi fioriti dove appendere i miei sogni, senza i colori di delicati piccoli fiori del campo.
Dopo qualche ora ho aperto la porta di casa: la nebbia lentamente spariva volando in alto, il sole faceva capolino e sembrava allegro mentre il mio cane scodinzolava contento.
È stato un lunedì lavato nella nebbia notturna asciugato dal tiepido sole di un febbraio spagnolo pieno di contrasti di luce, suoni, colori, voci ed età di uomini e donne di tutti i colori diretti verso l'aldilà.
Nel camino di casa arde legna secca tagliata lontano. I ceppi di olivi centenari ridotti a pezzetti dalle asce ci riscaldano durante le fredde ore di sere invernali quando gli occhi rileggono ricordi del tempo che fu.
Le fiamme illuminano i nostri volti scavati dalle rughe dove si riflettono i giorni trascorsi sotto il sole e la luna. Scoppiettano nel camino resti di terra e polvere nascosti nelle pieghe delle radici trasformandosi in fuochi d'artificio.
Noi due in silenzio vediamo passare le ore del giorno sognando il tempo che avanza nei nostri occhi umidi dove, come in uno specchio, leggiamo la nostra storia in pagine scritte in rosso e nero stampate in memoria.
In lontananza sentiamo l'eco dei nostri anni trascorsi che ci guida con amore, ansia e nostalgia a leggere il futuro scritto a caratteri divini sul volto di nostra figlia: il camino arde lentamente e noi due sogniamo contenti.
Hanno ucciso le bianche farfalle hanno spento le bolle di sapone hanno rotto il nido della rondine hanno sparato a un sogno in volo.
Abbiamo distrutto la danza dell'amore mentre i bimbi balbettano illusioni specchiandosi negli occhi dell'aurora.
Le mamme trascinano speranze pregando di giorno che il mondo cambi. Mentre matura la terra di noi uomini molti muoiono con un fucile in mano sognando mangiare un pezzo di pane.
Una bomba caduta dal limpido cielo ha distrutto il presente e il passato. Nasce il futuro fraticida in occhi umani.
Siamo sempre gli animali di ieri con il fiuto di cani randagi rosicchiando l'osso della vita con il cuore sporco nelle mani.
Ognuno di noi ha un posto unico nel suo tempo per meditare e realizzare i propri sogni ogni sera quando il cuore riposa sorbendo il giorno trascorso tra luci e ombre intrecciate su volti di muto mistero.
Siamo uomini chiamati ad essere sempre noi stessi riempiendo i nostri limpidi occhi dell'azzurro cielo, accogliendo nelle nostre mani i vari sorrisi sbocciati comei fiori profumati nei giardini umani dentro coltivati.
Siamo noi le colonne che sostengono l'universo gli occhi che sanno leggere i messaggi delle stelle le orecchie che ascoltano le dolci note del silenzio le mani sempre pronte a lenire il dolore fraterno.
Ogni uomo ha il suo posto fisso nello schiacchiere di questo universo il cui centro è la nostra terra. Il sole e la luna ci marcano l'umano lento calendario fino all'ora che saliremo le scale di luce senza uguale.