Ipocrisia del muro

Negli angoli del mondo
che ho trascorso
cerco nei rimasugli di momenti
un sentimento libero di amare
nelle profondità dell'infinito...
Vola pensiero sui bambini immersi
nel bagno di una vita dissacrata
venduta in mezzo agli occhi
balbettanti
di civiltà avanzate che non sanno
itinerari curvi sulle spalle
di esuli migranti pellegrini
dove soprusi
di demoni farciti di criteri
di una ragione imposta
a beneficio di supremazie
stringono l'uomo a digrignare i denti,
egemonia diffusa di potenti
accende scosse martellanti il cuore,
ipocrisia del clero che si avvale
della facoltà di prevalere
si elegge santo, predica l'amore,
condanna muri, tiene eretto il muro,
ipocrisia del muro
che nega mezzo cielo.
Giuseppe Stracuzzi
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    Il senso dell'amore

    A questi ultimi passi
    di cammino
    valuto le altitudini,
    il pensiero
    aggrovigliato
    a fili competenti
    che sfogliano
    le pagine del tempo
    affastella convogli
    di memorie
    nei sonnoveglia assorti
    delle notti
    dove il silenzio
    acquista competenze
    per parlare
    gridare
    contestare,
    perfino di picchiare
    contendenti
    che salgono più oltre
    nello spazio infinito
    che si perde
    come un impulso
    di precipitare...
    a questo punto
    dono ragione al senso
    dell'amore
    mentre sfoglio
    preghiere
    che conosco
    come un velo di ali
    per volare.
    Giuseppe Stracuzzi
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      Piccoli invisibili

      Sono come un sorriso
      in mezzo al pianto
      dove traspare
      la dolcezza nuda,
      sono un pensiero grande
      in mezzo al gelo
      come un eco lontano
      si ripete,
      sono vento che sfiora
      fili d'oro
      di una musica dolce
      che scintilla
      sulle corde del cuore,
      sono fiori sbocciati
      sulle pietre,
      sono stelle tra nuvole
      profonde,
      Sono bimbi innocenti
      in mezzo al pianto
      nuotano nelle lacrime
      del cuore
      come gelo negli occhi
      di parole,
      e cuore chiuso
      dall'indifferenza
      come pioggia incapace
      a dissetare
      si smarrisce,
      dietro un pensiero
      grande
      in mezzo al cielo.
      Giuseppe Stracuzzi
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        Traghettando

        Il forestiero che traghetta il mare,
        s'avvicina all'isola feconda
        di cultura, di miti, di leggende,
        muove pensieri nei remoti antri
        vissuti dai ciclopi
        in profonde voragini del tempo,
        segue il passo di primi esploratori:
        sicani, siculi, e fenici
        che conobbero l'arte della stella
        che insegnò la rotta ai naviganti
        e diedero principio
        alla trafila degli andirivieni.
        Mozia, Solunto, Lilibeo, Palermo,
        Monte Adranone, Erice, Mazara...
        sono pietre miliari sui sentieri
        percorsi dai cavalli degli albori
        di cui trascina l'eco la corrente
        del fiume che percorre
        la palude oscura di millenni.
        Il tempo non invecchia,
        diventa sempre nuovo,
        nel suo fluir trasporta sulla cresta
        ondate di ricordi
        a spettatori attenti sulla riva.
        Sicilia è agglomerato di sapere
        sepolto sotto ammassi di cultura,
        fa sentire nel cuore la sua storia
        ed invoglia a scavare nel suo grembo.
        Dal petto scarno di cattivi figli
        che esportano soprusi
        la sua mafia dirocca le frontiere,
        ma le virtù coronano il suo corpo
        di madre pia, le dilette figlie
        Agata, Lucia, Rosalia
        hanno spanso dell'isola il vapore,
        e vento teso che sopporta il peso
        del suo dolore scuote col martirio
        i cardini del male.
        Cara Sicilia la tua veste è adorna
        di cielo stelle sole monti mare
        e cosparsa di fiori di pensieri,
        sei convoglio gigante, la tua nave
        confonde il passeggero
        e lo conduce negli oscuri siti
        popolati di mostri e di sirene.
        Sfogliando i covoni una ad una
        raccontano le spighe il tuo sapore,
        ogni granello rende un libro pieno.
        Giuseppe Stracuzzi
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          Errare del pensiero

          Errare del pensiero
          si inabissa,
          ruota intorno
          dentro un cielo ignoto
          parla più forte
          resta sempre muto,
          formula teorie,
          stratagemmi,
          con la mente incapace
          a tutelare
          i consigli di un senso
          dell'anima che sorge
          dall'infinito Senno,
          forse sono soltanto
          invisibili cocci
          di parole
          artefici del senso
          che conduce
          due corpi ad inventare
          una ragione.
          Giuseppe Stracuzzi
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            Grazie, perdono

            Inginocchiato ai piedi
            di un pensiero
            che lentamente sale,
            sospeso sulla via
            che guarda il cielo
            ascolto il senso immenso
            che circonda
            l'orizzonte del tempo
            che si perde
            in prossimità dell'infinito.
            Trascorro coi colori della vita
            campi fioriti, sole, primavera...
            lo sguardo aprico
            spalanca i sensi
            al cielo delle notti,
            tutta la fantasia della natura
            mi illumina di stelle fino al cuore,
            faccio ricorso al senso
            che esula dai sensi
            come un pensiero
            vagola sperduto
            dentro la fantasia dell'universo
            ed incontro nell'anima
            che sente
            l'infinito sospeso a due parole,
            grazie, perdono.
            Giuseppe Stracuzzi
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              Il senso del senso

              Il colore di passi
              custodisce
              l'itinerario incerto sulla cima,
              come un afflato
              lega memorie
              all'attimo che passa,
              ansie timori angosce
              stringono forte
              gli ultimi gradini
              al futuro
              che invita penetrare
              col pensiero
              nel fondo dell'oblio,
              si prende cura ancora
              oltre lontano.
              O questo immenso
              infinito che accoglie l'infinito!
              Ha un senso questo senso
              di tutelare il senso
              dove non entra
              un piccolo pensiero?
              Forse è postato
              un atomo divino
              nel silenzio dell'anima
              che sente
              come un amore
              conglobare il tutto
              nello spazio infinito
              di un momento.
              Giuseppe Stracuzzi
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                Vorrei rivivere ricordi

                Bussa insistente
                nelle notti insonni
                un senso cui fa capo
                profondo perforare
                di rintocchi,
                amalgamando
                il peso di peccati
                col profumo di sogni
                si spezzetta in brandelli
                il mio pensiero,
                il mio cuore
                voglioso di carezze
                non è rimasto
                al cielo di un momento,
                sulla battigia amara
                di rimpianti
                tremolio di palpiti
                scintilla,
                ciascun pezzetto
                piange,
                ondate di ricordi
                vanno da un ramo
                all'altro,
                perciò vorrei
                lontano dagli intrighi
                ricompattare il cuore
                assemblando i pezzetti
                a un solo grido
                di gioia e di dolore
                confuso tra le lacrime
                e il sorriso.
                Giuseppe Stracuzzi
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                  Lo spiraglio

                  L'anno vecchio arido
                  vacilla
                  con dentro il cuore
                  il peso di peccati
                  fino agli ultimi passi
                  di cammino,
                  panico nelle strade,
                  paura del respiro,
                  l'amore detenuto
                  nel cuore del pensiero
                  traspare frastornato
                  dietro mimica amara
                  di bacetti
                  che volano sospesi
                  sulle labbra
                  accostati dal soffio
                  di bambini.
                  Nei vicoli sofferti
                  dove straripa il peso
                  stillano le candele
                  lacrime ancora accese,
                  le fiamme penitenti
                  si accostano a preghiere
                  velate da singhiozzi,
                  e sonnoveglia assorti
                  allungano le ore
                  con i pensieri muti...
                  ma spinge l'anno inedito
                  a passi renitenti,
                  sbotta velato pallido
                  nel greto del dolore
                  e lascia intravedere
                  dietro coltri di nubi,
                  lo spiraglio.
                  Giuseppe Stracuzzi
                  Composta domenica 27 dicembre 2020
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