Scritta da: mikele74
in Poesie (Poesie personali)
Non è troppo tardi
Nascere, alba del cammino verso la notte.
Tic tac tic tac...
Nove e trenta del mattino,
è ora di svegliarsi!
Il tuo giorno può ancora esser degno di essere vissuto.
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Nascere, alba del cammino verso la notte.
Tic tac tic tac...
Nove e trenta del mattino,
è ora di svegliarsi!
Il tuo giorno può ancora esser degno di essere vissuto.
Sono qui, a fare domande e a cercare di afferrare, anche per un solo attimo, l'infinito.
Siamo granelli di sabbia dentro una clessidra.
Siamo gocce d'oceano.
Siamo lampi di luce nella notte del mondo.
Siamo tanti attori truffati.
Siamo deserti spazzati dal vento del tempo che va.
Cerchiamo l'illusione nel buio delle città.
Cerchiamo l'amore tra i neon delle periferie.
Cerchiamo le fate per non morire.
Abbiamo le anime bagnate dalla pioggia.
Abbiamo i sogni incastrati sotto la roccia.
Amore, mai parola più dolce fu creata;
Amore, breve ma intensa.
Donna, passione, tu che tramuti il sonno... nella ragione
Tu che di sole scaldi e tutt'intorno è passione.
Ogni giorno è sempre gradito come questa pioggia
Tu la trasformi in miele. È sempre domenica.
Amore, mare che tra onde trascini me e il mio cuore.
Tu che dai tanto e tutto trasformi.
Tu che mi fai sentire in sintonia con l'infinito.
Tu che porgi questo calice di aceto e lo trasformi in vino.
Profumo di foglie
rosse
Terriccio, aghi, erba umida
Giocattolo in cortile
Aspetta, per un'altra volta
Occhi
Ingenui, guardano il prato
Nella mano incosciente
Una formica
deve liberarsi, lo sa già
piogge di novembre, non affogatela
ti tengo stretta
Ha già capito:
non sono come gli altri
Correre
Il prato
corro ancora
Non mi volto
Mai l'ho fatto
Alcuni mi hanno sentito, pochi di loro ascoltato
Ho ancora fiato, non ho paura
Il bambino si volta, un attimo
riapre la mano
Una formica
La pioggia continua a scendere
ma ancora dolcemente
La mano, è grande ormai
Sono ancora li
sono rimasto a guardare
Come quella formica.
È impossibile descrivere ciò che sei,
perché se il nettare degli dei è il miele,
non è abbastanza dolce per essere come te.
Perché se guardando il cielo
c'è il rischio di accecarsi,
non è comunque sufficiente
per eguagliare il tuo splendore.
Perché l'acqua sorgiva dei ghiacciai
non è sufficientemente fresca e pura
se paragonata a te.
Perché la luminosità della stella polare
è insignificante se paragonata
a quella dei tuoi bellissimi occhi.
Perché la sinfonia più bella del mondo
suona stonata se paragonata alla dolce melodia
della tua voce e alla musica che risuona nel tuo cuore,.
Ora siamo sulla soglia d'ingresso.
Finora questo mio mondo
l'hai solo potuto vedere dall'entrata.
Tieni stretta la mia mano.
Ora entriamo e tu sarai sempre con me,
Ad ogni mio passo ci sarà sempre
un passo tuo che segue il mio.
Nel percorso della vita ci potranno
essere delle difficoltà, o dei periodi meno rosei.
L'amore a volte mette alla prova,
ma tu non lasciare mai quella mano.
Qualsiasi cosa accada, perché se succederà
sarà come dare un calcio all'amore
e uno al destino che ci hanno sorriso,
e sarebbe un peccato imperdonabile,
un vero sacrilegio.
E una volta separati con le mani disgiunte,
un vento freddo ci spazzerebbe via,
allontanandoci per sempre.
Io non voglio questo.
Mai e poi mai.
Vorrei fossi qui per capire.
Guardarti negli occhi
mentre stringo le tue mani fra le mie
e trovare così la risposta, dentro di me,
lasciando parlare i miei sensi.
Cade una piuma sull'acqua...
in uno stagno
fermo
e muove.
Piccole onde,
sorrisi di bambino.
Impercettibilmente si appoggia
e scatena maree.
Brucia l'anima dentro a corpi caldi.
Manto di gocce come
nemmeno la rugiada
respiri e sospiri
gioco di mani che
si perdono per poi ritrovarsi,
sorrisi dolci e maliziosi
parole sussurrate... urlate.
Brucia l'anima dentro a
corpi caldi,
una corsa contro il tempo
senza meta ne direzione.
Un tuffo in acqua salata,
che disseta corpo
e spirito.
Arde l'anima e la voglia
nello sguardo perso
dentro ai nostri occhi.
Ho spogliato la tua casa padre
e con essa il mio cuore.
Su ombre di luce
disegno il tuo profilo
e lembi di storia sbocciano
nell'anima in pena.
Ho spogliato i tuoi ricordi padre
e con essi la mia vita.
Ho vestito i miei occhi di illusione
per venirti a cercare
ma sbadiglia il cielo
dinanzi al mio sgomento.
Ho spogliato il mio dolore padre
ho vestito i miei pensieri di vento
e ci ho soffiato sopra
ma non fa rumore il male
e mi si nasconde nel petto
e mi si strofina addosso come crine.
Io ti rivoglio indietro padre
per rivestirti ancora
io ti rivoglio!