Poesie che hanno partecipato al concorso Come un granello di Sabbia

Frasi di questo concorso le trovi anche in Frasi & Aforismi e in Frasi per ogni occasione.

Scritta da: BrutalBruzzi

Il Freddo di Agosto

Cercare di amare
Ed essere abbandonati prima ancora
Che succeda di poter amare ed essere amati.
Senza sapere se un giorno
Si amerà e si potrà
essere amati.
Fermare il tempo
Per paura di non avere
Più tempo.
Capire la
Crudeltà del momento.
Sentire il freddo
In Agosto.
Composta martedì 10 agosto 1999
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    Scritta da: Giovanna

    Perché?

    Perché in questo mondo, che è pieno di dolore,
    io sono nata solo per soffrire?
    Perché nella mia vita non c'è più l'amore
    è tutto sta crollando è mi sembra di morire?
    Perché il destino è cosi crudele è duro
    è non mi ascolta mai quando ne ho bisogno?
    Perché il mio cuore non è caldo è puro
    è sto tranquilla è buona solo nel mio sogno?
    Perché non son'serena quando c'è il sole fuori
    è sto nel mio buio come lo sempre fatto?
    Perché mi sto dicendo: "è ora che tu muori!"
    Io so che di dolore tanto ne ho dato.
    Mi faccio di continuo domande senza senso:
    perché son'infelice è piena di rimpianti?
    Non trovo alcun'risposta anche se ci penso
    è tutto intorno trema per colpa dei miei pianti.
    Composta martedì 25 agosto 2009
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      Scritta da: Giovanna

      Il gioco dell'amore

      Un giorno alla mia porta
      l'amore mi bussò,
      Mi chiese di entrare
      ed io lo lasciò.
      Era gentile è bello,
      cortese è geniale,
      La sedia lui mi chiese,
      voleva solo parlare.
      I suoi occhi grandi,
      la bocca profumata
      Ed ho capito presto,
      Che mi ero innamorata.
      Lui mi parlava piano
      guardandomi negli occhi,
      "sei tu la mia scelta,
      io voglio che tu giochi.
      E tutto solo un gioco
      semplice è chiaro,
      Non puoì giocare ovunque
      perché è un gioco raro."
      Cosi io son cascata,
      Veloce ho imparato
      le regole del gioco...
      Però lui ha barato.
      E poì ho accettato,
      senza pensare troppo,
      che se finisce il gioco
      c'è sempre anche un "dopo".
      Composta martedì 13 ottobre 2009
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        Scritta da: Giovanna

        Amore triste

        Vorrei salvare me stessa
        da questo mondo brutto,
        Dalla paura che ho dentro
        Dall'incertezze che ho avuto.
        Lo so che tutto passa:
        bellezza, amore, vita.
        Vorrei che resti almeno
        la mia anima pulita.
        Son'piena di rimorsi
        Sto vivendo di rimpianti,
        i dispiaceri che mi hai dato
        mi son'rimasti in tanti.
        Ma dimmi come faccio,
        Come potrei salvare,
        me stessa da questo mondo,
        Se non riesco più ad amare?
        Non mi è rimasto niente
        Il mio sorriso è morto,
        Il mio cuore è fermo...
        "Se vuoi, io te lo porto..."
        c'è niente da salvare,
        l'amore mi ha sfinita,
        Ha preso il mio mondo
        è tutta la mia vita.
        Composta mercoledì 4 novembre 2009
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          Scritta da: ElyAngel

          Eco d'infinito

          Sapore d'antico,
          sussurro nel vento,
          eco di vita passata
          risuona, esitante,
          sull'onda del tempo.

          Granelli di sabbia,
          impronte-ricordo,
          ricami di dune deserte,
          designano'l vuoto
          d'un sorriso sordo.

          Cuor di cristallo,
          su ataviche paure,
          con dolor, s'infrange.
          Ali d'aquila, sogna,
          per chimeriche'venture.

          Varcar la soglia
          di porta proibita,
          inseguir una stella,
          desidera un'anima
          in cor suo, ferita.

          Risplende nel buio
          brioso spiraglio di luce
          Sospiro caldo... Dolce soffio...
          Del mio Angelo odo la voce...
          Composta giovedì 19 novembre 2009
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            Scritta da: ElyAngel

            Frammenti di me

            Del mio cuor, sol ceneri,
            sparse in un mar di lacrime
            nel grido del mio silenzio.
            Il manto oscuro della notte,
            la mia anima solitaria,
            avviluppa.

            Castelli di terra, sogni,
            risucchiati dall'onda
            d'un tempo privo di pace.
            Su granelli di sabbia,
            orme contorte di rabbia,
            incisive.

            Dio dei venti soffia,
            corrodi, confondi le tracce,
            plasma e intrepido dissolvi
            frammenti di dubbi, tormenti,
            e perle di saggezza antica
            cospargi.

            Cos'è rimasto di me?
            Lo chiederò alle stelle,
            quand'Eolo respinto avrà
            nubi dai contorni indefiniti
            e un'argentea luna nuova,
            brillerà.
            Composta giovedì 19 novembre 2009
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              Scritta da: ElyAngel

              Diadema dorato di fervida speranza

              Come dorati granelli di sabbia,
              come infiniti raggi di sole,
              in ogni angolo dell'universo,
              vi son anime e cuori dispersi,
              dagli usi e costumi diversi.
              Granello, sei tu, vagabondo,
              lontan da tua terra, emigrato.
              Nomade istinto, su dune assolate,
              superstiste d'un vorticoso ciclone,
              distinguerti sai, fra tante persone.
              Come diadema di fervida speranza,
              brilli e scintilli di luce immensa,
              gioiosi segni di vita, al cielo, riveli,
              oscillando nella clessidra del tempo,
              sospinto da un'esile soffio di vento.
              Ripudiato da intrepide onde,
              naufrago di un'esistenza infelice,
              porgendo ad ognuno, tua man aperta
              rendi, manifesto, al cuor del mondo,
              ciò che già possiedi nel profondo:
              il codice d'un antico mistero
              in tua natura, docilmente, celato.
              È il fuoco del calore umano
              che scioglier sa anche il ghiaccio,
              dell'animo, dal freddo, più indurito.
              Composta giovedì 19 novembre 2009
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                Scritta da: MATTIA PIETRO S.

                Deambularte

                Tutti gli anatomisti di gran fama,
                concordano sulla definizione,
                le chiaman freddi, senz'alcuna brama,
                arti inferiori atti a deambulazione
                ma un'opinione così tanto grama,
                si merita la mia confutazione.
                Le gambe non son arti, sono arte,
                plurale femminile di bellezza singolare,
                Vesalio si faccia un po' da parte,
                lasci favella a chi le sa ammirare.
                Le gambe tue sono alabastri lisci,
                le tue caviglie bei steli di gigli
                e dietro ogni ginocchio custodisci
                per le mie labbra quieti nascondigli.
                Le gambe tue quando sono spoglie,
                d'arte contemporanea sono esempio,
                un laico tabernacolo di voglie,
                snelle colonne d'un profano tempio:
                e quando corri lungo la battigia,
                pennelli da intingere nel mare,
                le tue dita di madreperla grigia,
                son setole setose da sfiorare;
                ma voi scienziati cosa ne capite,
                di questi due prodigi che ho di fronte,
                tanto che a Milo persino Afrodite,
                si amputò per non subire onte.
                I Greci ci spiegaron la Natura
                ed i Fenici come navigare,
                dagli Arabi imparammo la scrittura,
                a te restò l'arte di camminare.
                Composta nel luglio 2001
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                  Scritta da: MATTIA PIETRO S.

                  Baciandosi

                  Migrano uccelli dall'incerto fato,
                  privi di zampe, con ali di fiato
                  e con segreti audaci intenti,
                  planano lungo scogliere di denti,
                  nello sciacquio babelico e lieve,
                  mentre il respiro si fa più greve
                  ansima il cuore per qualche secondo,
                  nella stupenda apnea dal mondo.
                  Labbra di petali dolci e soffusi,
                  sorseggian saliva ad occhi chiusi
                  come succosa e pregiata primizia,
                  colti da oblomoviana pigrizia,
                  dimenticando le buone maniere,
                  senza staccarsi indugiano a bere
                  dal calice gocce di tenerezze,
                  splendide, roride carezze
                  che lo sguardo spia ad intermittenza,
                  forse a cercar di carpirne l'essenza
                  ma nessun gesto potrebbe emularle,
                  persin la parola si siede a guardarle.
                  Composta nel maggio 2004
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