Poesie


Scritta da: Angela MORI
Quando i viali del pianto
Sperduta percorro
e la mano fredda
della notte
mi accarezza
quando sei sospeso
tra le strisce sottili
del rosso tramonto
e nella prima
stella della sera... mi manchi.
Quando la carezza
del vento sugli alberi diventa più violenta
e gli uccelli smettono assonnati di cantare, quando le ombre
giocano sulla strada
e sul ciglio stanca
da loro mi lascio abbracciare
quando perdo
ogni certezza
e la notte mi fa paura
mi manchi...
Quando ossessione
ed amarezza
dipingono un tetro quadro fuoco ed acqua tormentano i miei sogni
Quando tra la folla disperata non ti trovo
e sul l'ultima barca
Non ci sei e piango
mi manchi...
Non c'è ragione
nesso logico
e certezza
non c'è realtà
Né luogo
dove posso abbracciarti Non c'è nulla
che possa salvarmi
da questo sogno
che mi stritola dentro
solo tu hai l'estremità
del filo del mio destino
ed e a te che arrivo.
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    Scritta da: Stefano Amoroso

    I sogni e la luna

    Chi sveglio di notte
    la luna a mirar
    di sogni si nutre.
    Ma quando, sopito,
    al son, si abbandona,
    la coscienza libra
    in sogni confusi,
    di svanita memoria.
    E quando,
    al rosseggiare del ciel
    che la stanca
    ragion, soccombe,
    e lì,
    che il cuor,
    al mirar, della luna,
    il sogno riprende.
    Composta giovedì 8 dicembre 2022
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      Scritta da: Gabriele Ceci

      Il mio ultimo rimpianto sarà di non avere dato tutto

      Il mio ultimo rimpianto sarà di non avere dato tutto,
      Perché?! Qualcosa ha teniamo sempre per noi.

      Amore rimosso
      amaro rimorso
      tutto quello mai dato
      tenuto al sicuro, al riparo.

      Per la paura di amare, di lasciare spazio nel cuore
      come se si potesse distrattamente riempire
      di altro ma non di te, amore.

      Si da per non avere, neppure in cambio
      perché al trapasso, non verrà con noi.
      Composta lunedì 12 dicembre 2022
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        Scritta da: Renata Falconi

        Viva l'inclusione

        Quando eseguo i compiti faccio fatica
        E questo complica spesso la mia vita.
        Studio le ore per capire appena
        E a volte mi chiedo, se ne vale la pena
        Per questi versi da fare in rima
        Non avevo idee per finire prima
        Ho pensato tanto e mi sono arrabbiato
        Per quanto difficile lo avevo trovato
        Di corsa da mamma sono andato
        E lcon dolcezza mi ha calmato
        Mi ha detto che tutti hanno i loro tempi
        E quando li troviamo siamo tutti contenti
        Di stare sereno, tranquillo e contento
        Perché per ognuno arriva il momento.
        Viva la scuola e viva l'inclusione,
        Che per il mondo non deve essere un'illusione.
        Composta domenica 4 dicembre 2022
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          Scritta da: Renata Falconi

          La mia manina

          Mamma guarda la mia manina
          che accarezza la tua faccina
          è piccola, tenera e da osservare
          Perché nel tempo dovrà cambiare
          La uso tutti i giorni per prendere e fare
          e quando studio mi aiuta a contare
          Quando da grande mi vedrai lavorare
          Il tuo animo dolce inizierà a ricordare
          E nel cassetto del tempo che sarà
          Questo regalo nel tuo cuore resterà.
          Composta mercoledì 30 novembre 2022
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            Siamo a Dicembre

            Siamo a dicembre,
            l'aria di Natale
            trascina rami spogli
            senza luce
            con lacrime sospese
            come fiocchi di ghiaccio
            a questo freddo
            che gela il cuore affranto
            dai soprusi
            del veleno che affligge
            prominenti
            a vertice del monte
            e gente inerme,
            bimbi intirizziti
            coi sogni congelati
            dentro il cuore
            aspettano le briciole
            di stelle,
            aspettano
            che si proclami l'alba.
            Per non lasciarsi
            prendere dal gelo
            conservano nel cuore
            bulbi dolci
            sotto la terra dura
            che vince nella stalla
            dove re buoni approdano
            a osannare
            il bambino
            più povero di tutti.
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              Tempo di Natale

              Siamo a Natale
              il cielo parla piano
              si muovono
              barconi ripudiati
              su mare nostro
              che trascina infermo
              lacrime di parole.

              Siamo a Natale
              il cielo piange amore
              suona miseria e fame,
              ma la Terra
              non smette di gridare,
              investe tutto il sangue
              fino al cuore
              in armamenti e bombe
              contro le vite umane.

              Siamo a Natale,
              la cometa del cielo
              alza la voce
              illumina la stalla
              del povero bambino,
              ma impotenza meschina
              si dibatte
              senza trovare un lume
              che spinga il senso buono
              a prevalere.
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                Scritta da: Stefano Cardarelli

                Il borgo che guarda Roma

                Mi appresto alla vista sacra della Madonna del Sorbo
                i miei passi scricchiolano sul selciato
                solo rumore di brezza e il ticchettio di un Picchio verde
                accompagnano la mia ombra
                all'improvviso il cuore si fa meraviglia
                si apre la valle feconda
                tra chiazze di fiori e ginestre... ramingano i buoi
                ogni tanto il gorgoglio delle placide acque del Cremera
                rompono il silenzio della natura
                tra i cespugli un usignolo di fiume accompagna il mio passare
                lo zaino del viaggio comincia a pesare.
                Dal culmine della collina
                i tetti di Formello cominciano a prendere ordine
                il mio vecchio bordone passa l'arco di Porta da Capo
                l'immagine di un Cristo mi accoglie a braccia aperte
                l'anima si rallegra
                sfioro il Palazzo Chigi con il suo maestoso portale
                intravedo lo scrigno del chiostro
                abbraccio con lo sguardo questo disegno d'ingegno umano
                la piazza si riempie di sillabe che diventano parole di stupore
                dei Romei stanchi
                nella risega dell'angolo c'è la Chiesa di San Lorenzo
                con la sua meridiana per il tempo antico
                il bordone avanza tra le fessure del paese
                la luce interrompe il suo viaggio
                tra i tetti e le case del Borgo dei Chigi
                petali di gerani seguono la voce del vento
                anguste viuzze animate da gatti
                salutano il passare del pellegrino
                interrogo i miei passi tra sogni e speranze
                adesso so... di non avere più confini
                l'ultimo campanile della chiesa di San Michele Arcangelo
                contempla l'agro veientano
                il tramonto si adagia sul borgo che guarda Roma
                mentre le stelle mi aspetteranno a San Pietro.
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