"Questa notte
resterò sul mondo,
aspettando che venga giorno.
Dolcemente pensandoti".
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"Questa notte
resterò sul mondo,
aspettando che venga giorno.
Dolcemente pensandoti".
Restar solo con le mie paure,
i pensieri, progetti,
pesanti si riempiono dello scrosciante
rumore della pioggia.
Il tiepido calore di casa mi protegge
dal freddo e scuro vetro che immobile
si affaccia ad un prossimo giorno.
Scuri capelli accarezzano mani livide
cercando di trattenerne il dolore,
in bocca solo il dolce e grumoso sapore di frutti invernali
mischiato al delizioso sapore del cacao.
Un amico,
i pugni chiusi, un abbraccio, un sorriso,
il conforto, le lacrime, i dolori, le gioie.
Una morbida coperta di lana, l'amaro profumo di un camino,
l'accogliente rumore del legno sotto i leggeri passi
di un nudo piede che stanco trova riposo,
dove il tiepido calore mi protegge dal freddo vetro
che scuro si affaccia ad un prossimo inverno.
Dopo il bel sole,
vengono le tenebre.
Dopo la notte d'oro,
cade la notte di caligine
e la gloria del canto
naufraga
nel silenzio vacuo.
Sola nella primavera,
sola nel vento
che mi scompiglia i capelli
Sola nel segreto
che stringo al cuore
Sola, semplicemente sola
in balia dei miei pensieri.
Passo dopo passo
nei ricordi
Sospiro dopo sospiro
nei sogni
Fuggo dalle strade e dalle sue
grida grigie
che mi riempiono la testa.
Guardo il cielo terso
impregnato di un candido
celeste,
intarsiato di nuvole,
luminoso e calmo,
come me.
Respiro quell'aria rara,
passeggio nel silenzio
della bellezza.
Mi sento sola
come vorrei.
Il sole mi riscalda la pelle
il vento la solletica.
I rumori se ne vanno:
non li sento,
anche se ci sono.
Un silenzio che batte il frastuono,
la solitudine a sostituire i pensieri.
Tutto
intorno a me si muove,
ed io resto ferma
davanti al giorno che passa.
Non un alito,
non un sospiro,
nessuna voce
fuori dal coro.
Mi sento sola
come dovrei.
Voglio essere
sola
in quella calda primavera,
senza nessuno
che mi riempie di parole.
Passo dopo passo
nel silenzio,
disprezzando il mondo
che gira veloce.
Mi perdo dentro di lei:
in quella che aspetto da mesi,
nel sabato dell'anno,
nel celeste del suo cielo,
nel verde della sua natura,
nel vento del suo essere.
Cammino nel tuo calmo,
silenzioso,
unico
e raro
sospiro.
Mi vendeva il suo corpo.
Non capiva che volevo la sua anima,
il suo cuore, a cui non apparteneva a nessun uomo.
Qual era il segreto per aprirlo?
Scoprire il suo interno per renderlo mio.
Ci provava a rendere di più,
ma non riusciva,
non capiva che
nei miei occhi c'era solo lei,
nei suoi solo il vuoto.
Natale di plastica e vento,
Di luci bugiarde.
Natale di fame
Di imbrogli, di sottomissione.
Natale senza veli
(la pace è solo utopia. )
Natale e fa freddo nelle baracche
Piove in casa e l'acqua manca
Il pianto di un bimbo nel buio
Un cane che scende
Sotto una pallida luna.
Il tempo dei poveri non cambia.
Son 7 gli anni passati e la mia anima vaga ancora nel tuo dolce ricordo
in quell'immenso giardino fiorito, di rose, e profumi incantevoli, in cima alla
grande montagna che guarda i galli, al sorgere della luna il suo profumo
si espande tanto da entrarti nell'anima e nel cuore, li avrei vissuto per mille anni
insieme a te, il nostro tempo ormai è finito, quello che si fa in vita riecheggia
per sempre e per sempre sarai nel mio cuore, ringrazio Dio per avermi permesso anche se
per un attimo di entrare in paradiso.
Le mie risposte
sono solo dei forse.
Sento ancora l'impulso
di stare abbracciata a lui
che si accoccola su di me.
Avrei voglia di stringerlo.
Salvarlo da ciò che non è riuscito a vedere.
Avrà trovato il coraggio di essere se stesso?
Un'altra domanda a cui rispondo forse,
guardandomi allo specchio.
Vedo gli altri che vanno
sto fermo e li osservo
Vedo gli altri che vanno
e ritornano
sto fermo e li aspetto
Ho come l'impressione
che la direzione è sbagliata.
Viaggiavo come un relitto nel mare in tempesta.
nessun'isola all'orizzonte
nessuna nave che incrociasse la mia rotta.
La salsedine mi dilaniava la carne
gli occhi ridotti a due fessure e le labbra screpolate
e sanguinanti.
Dio, non immaginavo fosse così difficile morire.
Non potevo sapere che il mio corpo,
con inaudito accanimento, potesse
lottare così strenuamente per vivere.
Ma non sarebbe durata a lungo l'agonia.
Già, in lontananza, mi parve di scorgere dei volti.
O erano semplicemente nubi
venute a ghermirmi.
Fradicio era il cuscino quando
mi svegliai d'improvviso.
Tumultuoso il mio cuore quando
mi girai sul fianco.
E tu eri lì.
Tu, la mia isola deserta
Tu, la mia nave venuta in soccorso
Tu, che mi hai ridato la vita.