La notte sta scappando tra due montagne fa capolino la, ancora tenue luce del sole che già scocca i suoi dardi che vanno a trafiggere la quieta valle ancora nell'ombra assopita. Iniziano a risplendere prima sugli alti rami poi su quelli non alti le verdi foglie che danzando al ritmo muto dal vento sembrano chiamare tutta la foresta al risveglio. Ed ecco subito uscire come tanti cantanti i fringuelli dai nidi che al concerto della natura danno l'attacco. Non c'è spettatore ad assistere, solo un pescatore intento a pescare, fortuna vuole che assista al risveglio del mondo.
Ho nella mente un'idea di libertà... ho nella mia vita una libertà in gabbia... scavo nei miei sogni e trovo idee infinite fuggenti attimi sussurri lievi ... di libertà.
Penso, mi fermo, rincorro, ascolto... e scopro in me la libertà.
La libertà è in noi, dobbiamo solo trovare il coraggio di liberarla.
Ci sono ancora loro, strani individui, con l'anima più leggera di una nuvola, loro, i poeti ingarbugliati nelle rime di ogni giorno... La più vera, a più ovvia forse, donare con il cuore, e ancora... amore. Ci sono loro, a risvegliarti dal torpore che t'infonde la macchina del nulla, a dirti quanto vali se le ali le dispieghi ancora, ferite e sanguinanti forse, ... Ci sono loro, a dirti di stranezze disegnate dentro al vento, a dirti quanto è vero il tuo sorriso, se viene dopo quel dolore. Quanto è vero questo mondo, avvelenato da quei gas più che mai sconosciuti ed assassini. Quanto è vero... Vero come la vita che ti scuote e quella morte che non puoi capire.
E ci sono ancora loro, poeti... senza più parole, che parlano da soli, piangono in silenzio... E nel silenzio, accarezzano l'immenso.
Uno sparo, il volto sfregiato, la notte calata tra noi ragazzi, No! Aspetta! La notte ancora non c'è, sebbene sia vicina; Per ora è solo l'imbrunire... ma, tu continua a vivere; La tua giornata, quel percorso disegnato, ieri, sul muro della nostra stanza non apparteneva già al passato... esprimeva un tracciato di ciò, che sarebbe stato. Tu! l'incoscienza del futuro m'hai in quel momento abbracciato e, dato un bacio; mi hai inserito nel tuo dipinto, colorato fino all'inverosimile, quando poi, terminato con il tramonto l'hai firmato... e disteso su di un piano, nell'attesa, che il primo raggio di luce illuminasse i contorni di questa meravigliosa fotografia. Arcobaleno Ho camminato... Vento, Nell'aria fiori Tende su! Occhi aperti Lungo la mia strada. Lavori in corso Una società Metteva paletti, Poche luci Anime giù Una "A" Un alfabeto che comincia Questa strada di periferia. Braccia aperte Su! Arcobaleno: Colori dispersi Illuminano i persi Di tante menti deserte. Autunno Foglie gialle cadono Capelli bianchi nascono Fuori, L'autunno alle porte Bussa forte. La chioma dei capelli Dal vento smossa, Un giorno pieno di colore, Una notte è ¦scossa Di dolore; Il colore dei tuoi occhi I colori di un disegno Un dipinto, e In quel Mi sono intinto.
Quando puoi chiamarlo amore? Quando senti la voce più dolce e leggera che ti entra dentro senza fermarsi; quando vedi due occhi che vorresti guardare per ore, incantata, ma la tua nemica più grande, la paura, ti concede solo qualche secondo; quando basta sentire il suo nome, che ha una forza maggiore di qualsiasi contatto; quando la tristezza può volare via senza tornare, se davanti ha un suo semplice sorriso; quando lui è vicino più di quanto tu possa sognare e un fuoco dentro di te non riesce a trovare acqua per placarsi; quando pensi che vorresti dargli un bacio che ancora non conosce. Questo penso sia l'amore: il sentimento più nobile e profondo, ma allo stesso tempo crudele e ingiusto, perché vede protagonisti coloro che, solamente per uno sguardo, darebbero ogni cosa posseggono.
Paura di non essere ciò che vorrei nostalgia di me in un domani, lontano solitudine che riempie tutto ciò che è vano.
Vorrei essere per un giorno chi non sono, altro me, libero da se stesso, libero da pretese, da attese, libero da quel senso di mancanza che strozza il fiato e incatena ogni speranza
Che lacera i sogni e ce li semina intorno ci canta la strofa e mai il ritornello ci ricorda la vita, la realtà, e non ci regala mai un sorriso domani verrà, non oggi, aspetta, spera che la morte verrà...
Ma noi chiediamo amore e non crudeltà, non arida saggezza, ma spensieratezza, senza dolore, senza passato, solo il futuro nel presente cambiato...
E vivo, e mi dispero, solo, su questa terra che è grande immensa, lontana solo, per sempre...
Mi avevate illusa, ho sofferto moltissimo, ma ho tirato avanti anche se stavo male; ora, sentendo che forse parlate male di me, non sto peggio. Anzi ho ancora più voglia di riprendermi, di farvela vedere e di godermi la vita in ogni sua sfumatura, in ogni suo angolo più nascosto. Questo lo devo a voi, sì proprio a voi, quelle persone che mi hanno ferito ma che allo stesso tempo mi hanno dato la forza di continuarmi a migliorarare, solo per rinfacciarvi tutto quello che mi avete fatto. È strana la vita: il giorno prima stai male a causa delle persone, mentre il giorno dopo vorresti proprio ringraziarle, per averti fatto spffrire, perché così facendo non si sono accorte che hanno svegliato in te quella grinta, quella forza che neanche tu pensavi di possedere. Vi devo proprio dire una cosa: Grazie per tutto.
Luna, dea del buio, ogni notte sorgi per rischiarare il pianeta. Luna, perla d'oriente, nata per contrastare la luce del sole. Tu, luce fioca e pallida e argentata, vegli sul nostro mondo donandoci sogni incantati. Luna, compagna di viaggio di noi, viaggiatori della notte che viviamo ogni giorno con la speranza di rivederti ancora una volta. Luna, unica amica sincera si tutti, tu vedi tutto ciò che succede e a te ognuno affida i propri segreti, nella speranza che essi si avverino. Tu, unico conforto, d'ognuno di noi che dopo una giornata passata al sole, l'odiata luce, infondi calore senza rattristare il nostro cuore.