Poesie catartiche


Scritta da: Rosarita De Martino
in Poesie (Poesie catartiche)

Quattro passi intorno all'anima

Sola a Catania passeggio
in ristretto spazio cittadino,
frenetico m'investe
rombo di motori.
Accanto mi sfrecciano
macchine veloci.
Mi estraneo e attenta
mi rifugio in mio spazio
di pace.
Con filo colorato di pensiero
mi arrampico
nell'infinità
del cielo.
Trepida immergo
la spugna di mia vita
in sua vibrazione di luce,
in suo sfolgorio di colori:
arancio, rosa, azzurro lieve.
Ora nuvole spumeggianti,
in rifrangenza d'oro,
mi sostengono
complici di gioia.
A lungo vi dimoro,
l'anima s'immerge
in trasparenza di bellezza,
ma improvviso mi raggiunge
riso di bimbo.
Pacificata ritorno a terra
ora la spugna di mia vita,
è grondante di acqua
di eternità,
solo per aver fatto
quattro passi intorno
all'anima.
Composta venerdì 26 febbraio 2010
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    Scritta da: anacleto
    in Poesie (Poesie catartiche)

    Piedona

    Sembra proprio una barzelletta ma non lo è, è il piede di un'amica mè.
    Di lunghezza pari ad una pinna da mare, facile immaginare la velocità nel nuotare.
    Ribrezzo nel pensare quanto smalto ha da usare per tutta l'unghia potere imbiancare.
    Per non parlare di come li concia in notturna con una scarpetta aperte su in punta
    ove i suoi aquilotti così li abbiamo battezzati trovano spazio ed escono aggraziati, per di più accavallati.
    Un istante passa dal momento di uscire che presto la folla comincia a svenire.
    Mi sembra un monte, uno scoglio gigante ed emana un olezzo maleodorante.
    Con il muschio cresciuto su tutta la pianta ormai gli animali ne fanno capanna.
    Ringrazio quel piede tanto schernito per le grandi risate a cui ha contribuito.
    Composta mercoledì 27 gennaio 2010
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      Scritta da: Giuseppe Catalfamo
      in Poesie (Poesie catartiche)

      Giovini ardori

      Il rosso delle labbra dal cristallo traspare
      più rubina del vino la forma appare.

      Un ruggito m'assale mentre di nettare t'irrori
      nella mente s'avvolgono turpi ardori.

      Il tuo sguardo deflora il mio pensiero
      assorto, impavido come giovane guerriero.

      Vent'enni i tuoi sensi profanano la senile ingenuità
      vigore virgulta di neonata voluttà.

      Ti concedi, vergine nei sentimenti.

      Amore Santo, col viagra ne farò almeno venti.
      Composta mercoledì 23 dicembre 2009
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        Scritta da: magi
        in Poesie (Poesie catartiche)

        Fermati uomo

        Fermati uomo fermati a ricordare
        Fermati uomo ascoltati lasciati andare
        Un messaggio d'amore
        è la tua canzone
        fermati uomo fermati lascia fluire
        il fuoco pulsa nel tuo cuore
        le note vibrano nel tuo respiro
        fiumi ti scorrono nelle vene
        cellule sono montagne serene
        Fermati uomo fermati sei un messaggio d'amore.
        Fermati uomo fermati non cercare altrove.
        Dentro hai tutto e tu sei tutto ciò che è
        Fermati uomo osservati non giudicare
        Ammira il fiore nulla fa eppure esiste
        solo a guardarlo ti riempie d'amore
        semplicemente è
        senza ambizione senza conflitto senza parole.
        Dimenticato non ha quel che è
        non cerca altrove
        la sua canzone.
        Fermati uomo fermati a ricordare
        Fermati uomo ascoltati lasciati andare
        Fermati uomo fermati abbraccia te stesso
        goditi l'attimo
        semplicemente
        adesso!
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          Scritta da: Andrea Polo
          in Poesie (Poesie catartiche)

          Sconcertato

          Il mio cuore è a pezzi,
          la colpa è di te che mi disprezzi.
          Avevo un sogno sai, ma
          non lo realizzerò mai.
          Prenderti per mano e,
          portati in un posto lontano.
          Lì la gente non si odia, né si uccide,
          lì la gente ti grida e ti benedice.
          Non ti etichetta a te che sei straniero,
          né ti lascia per strada.
          Lì non hai bisogno di rubare,
          a tutti danno da mangiare.
          Solo il nostro è un paese dove,
          forse sei scortese.
          A te che sei il suo cittadino, ti arrestano,
          per aver ucciso il tuo vicino, che,
          chissà cosa faceva nella tua casa a rubare,
          mentre tu eri a lavorare.
          Mentre qualche regnante cerca l'immunità c'è,
          qualche cittadino che,
          combatta per la malasanità.
          Ho capito
          prendi la mano amore, che,
          andiamo nel paese dove nessuno muore.
          Composta martedì 15 dicembre 2009
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            in Poesie (Poesie catartiche)

            Senza doglia o inganno

            Dannata eternamente,
            senza stelle ormai sì spente:
            da lo ramo una foglia
            si allontana, il vento voglia
            trascinarla, impotente
            del suo corso, incosciente,
            in un sonno, mai sì doglia
            catturata, dalla soglia.
            Tal è l'uomo con il mondo,
            con la vita, moribondo
            che di fronte a decisioni,
            quante son le delusioni,
            per lo più, le maggior volte
            pien speranze ma distolte.
            Ora appaion conseguenze
            le qual si duol dell'affrontare
            mai son state reticenze,
            lo san tutti, pure l'âre.
            Così affranti dal rimorso,
            dell'error ahimè compiuto,
            diamo poco a ciò che è corso,
            ché di tempo n'è scaduto.
            Or si vede il virtuoso,
            il tenace, il vigoroso,
            il temerario, che non cede
            che combatte in ciò che crede.
            Ribadisco sempre questo,
            è 'l principio dell'onesto:
            non si tien'altre persone
            vincer paga 'l gran burrone.
            Non è bene trar profitto
            Dal vinto ormai sconfitto
            Non v'è onor per il malvagio
            diffuso ormai come 'l contagio,
            Mai 'l guadagno con l'inganno:
            i buoni frutti cresceranno.
            Composta martedì 15 dicembre 2009
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              Scritta da: Fabio Berardi
              in Poesie (Poesie catartiche)

              Riflessione sull'eutanasia

              L'eutanasia...
              No... No... Non posso pensare tutto questo...
              Vivere in uno stato vegetativo,
              dipendere da una macchina,
              alimentarsi attaccati da una cosa artificiale...
              a tutto questo dico no...
              Così mia moglie mi ha
              spento la televisione,
              staccato il computer
              e mi ha tolto la birra...
              Composta sabato 10 ottobre 2009
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                Scritta da: wolfetta
                in Poesie (Poesie catartiche)

                Sognando

                Ho sognato per tanto tempo.
                Ogni volta qualcosa di diverso.
                Ho perso molti anni a sognare
                e ora sono sola.
                Oramai non so più se è giorno o notte,
                se è realtà o sogno.
                Mi sono dimenticata come si vive
                e ora
                sono intrappolata in un vortice nero.
                Il mio sguardo è cambiato,
                Non sono più io...
                e ora intrappolata nel buio
                sogno che qualcuno mi possa tirare fuori.
                Chi può aiutarmi ormai?
                Sono sola...
                il mio mondo è fatto di sogni,
                la realtà non esiste più.
                E piano piano sprofondo
                senza che nessuno si accorga della mia assenza...
                perché in realtà,
                sono assente da tanto tempo.
                Sono rimasta sola.
                Un giorno,
                nella realtà,
                qualcuno si accorgerà della mia assenza
                metterà una mano nel vortice nero.
                Una mano che mi tenga stretta
                per paura che possa scivolare di nuovo.
                Purtroppo anche questo è un sogno...
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