Poesie catartiche


Scritta da: Francesco Gatto
in Poesie (Poesie catartiche)

Mano Azzardata

Insicuro. Insicuro di me stesso. Paura di azzardare semplici parole. Di metterle in gioco.
È questa la mano che decide tutto.
Faccio la puntata. Alta per me, ma bassa per quella che ho davanti.
Scopro le carte. Un ti amo appare...
Lei sospira ed ecco che appare la famosa scritta.
Io no.
la mossa azzardata è stata ripagata.
La puntata è scomparsa come la paura di metterle ancora in gioco. Potrò fare altre partite, potrò puntare anche molto, ma le carte saranno più difficili da buttare giù.
E mi ritirerò lasciando la puntata sul tavolo e le carte coperte...
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    Scritta da: Giuseppe Freda
    in Poesie (Poesie catartiche)

    Il metodo Heracles

    Se tu vai all'edicola
    puoi acquistare facile
    la nuova dispensa ideologica
    che serve per vivere liberi
    senza più ubbìe,
    senza più angosce,
    senza patemi inutili.

    L'invenzione è teorico-pratica,
    bioenergetica, microelettronica,
    sincronizzata, autodidattica,
    subliminale e semplice.

    In copertina plastificata
    trovi un astuccio pressurizzato
    ultrasensibile e delicato
    che se introdotto garbatamente
    dentro quel foro mai nominato
    può consentirti gradatamente
    d'essere un nuovo Eracle.

    Purché frattanto tu ascolti attento
    nastro magnetico in lingua strana
    sì da conoscerti finalmente
    grande sapiente energico.

    Sul frontespizio di quel fascicolo
    c'è scritto nitido:
    "Breve istruzione.
    Usare astuccio pressurizzato
    sì come vedi in illustrazione.
    Introdurre nastro magnetico
    in magnetophone.
    Premere bottone" start " ".

    Gira bobina, e senti subito:
    "Brafo, Ja.
    Tu afere fatto ottima scelta
    usare metodo Heracles
    tua folontà.
    Infatti, uso metodo Heracles
    dopo fisita rappresentante
    potere talora risultare
    antikwato e molto mofimentato.
    Molto mofimentato, Ja.

    Ora, tu iniziato difentare
    nuovo Heracles.
    Uso astuccio pressurizzato
    tu akwisire pazienza,
    calma, sopportazione,
    mentalità recettiva.
    Ja.
    Ora prego rilassare te,
    e ricortare.

    Infanzia.
    No fero tu afere fatto bambino buono
    solo paura schiaffo e mazzata.
    Tu essere stato bambino obbediente
    perché tu sempre contento dire:" Ja ".
    Confinto tu questo?
    Se no confinto, spedire noi
    tuo nominatifo, e noi
    mantare nostro rappresentante.
    E questo sempre così.

    Mai tu afere obbedito
    padre, professore, Stato
    paura puniczione,
    ma sempre profonta confinzione
    autorità unica fera guita.
    Ja.
    E così pure, tu osserfare religione
    interiore desiderio bene,
    e mai paura inferno
    o terribile tannazione.
    Questa cosa molto importante:
    tu essere confinto spontaneamente
    fare tutto ciò
    che autorità te comantare.

    Ancora infanzia.
    Tu mai afere afuto paura
    uomo cattivo, bau-bau,
    mammone o monaco dekapitato;
    mai tu terrore;
    ma sempre pensato:" Qwesta cosa
    essere utile mia etucazione ".
    Ja.

    Scuola tu sempre antato molto bene.
    Mai tu difficile capire lezione.
    Mai tu ricefuto puniczione;
    e se ricefuto, tu stesso foluto
    per esercizio calma sopportazione.
    E se difficile capire lezione,
    no perché mai tu stupido,
    ma perché leczione molto difficile.
    Questa cosa molto importante.
    Mai tu stupido e piccolo:
    sempre altra cosa difficile e crante.
    No crante per te, ma crante per tutti.
    Se altri capire prima,
    perché capire superficialmente,
    no profonto pensiero cosa craant.
    Perciò tua infanzia molto responsabile,
    serena intelligente e bella.
    JA.

    Atolescenzia.
    Mai tu pensato difentare da crante
    basso brutto rachitico calvo
    o altra brutta cosa;
    ma sempre tu certo difentare bello
    atletico e tutte le cose buone.
    Così pure, mai tu timido
    occhio basso di fronte femmina,
    ma sempre fiero te stesso
    tua superiorità tua bellezza
    tuo fascino
    ogni tua folontà.
    Mai tu quardato brutto ciornale;
    e se quardato, solo per ritere
    stupidi che quardano brutto ciornale.
    Fero essere così?
    Ja.

    Mai tu tesiterato amore
    stupido sentimentale poetico
    io folere bene te, tu folere bene me,
    cielo stellato, luna, capanna,
    altra cosa inutile.
    Tu sempre tesiterato tonna
    tua firile compagna
    e sana forte massaia
    buona etucatrice tuoi figli.
    Se tu parlato luna tramonto
    stupitità, solo perché femmina tebole,
    piacere sentire qwesta cosa.
    Ma realtà tua compagna
    fiera no luna fiore capanna,
    ma fiera tua forza, tu laforare,
    cuatagnare, avere soldo,
    komprare casa pelliccia salotto
    auto tante cose buone.

    Ma atolescenza tu mai pensare
    qwesta cosa seria: tu solo pensare
    sano animale,
    senza no sentimento,
    no pensiero serio;
    solo pensare piacere tonna
    te satisfare, e molti piacevole
    incontro da raccontare.
    Se tu mai afere fatto niente,
    no tu incapace konkwistare,
    no tu timito; solo, tu maturo e serio,
    no ancora pensare qwesta cosa.
    Fero essere così?
    Ja, fero essere così.

    Tua atolescenza molto bella.
    Tu fatto molti sport: nuotare,
    cafallo, corsa, palestra,
    estate mare, inferno sciare,
    sempre ficore, bellezza;
    e scuola intelligente, buoni foti.
    Se tu no afere fatto sport,
    perché tu già atletico,
    no bisogno qweste cose.
    Se tu no difertimento,
    perché tu già maturo,
    no bisogno difertire.
    Se tu no ficore bellezza,
    perché tu molto intelligente.
    Tu sempre mooolto intelligente.
    Fero così?
    Ja, fero così.

    Poi tu difentato adulto.
    Difentato bello forte ficoroso
    sapiente maturo erculeo.
    Se no tutto qwesto,
    perché tu non essertene accorto,
    troppo impegnato pensare
    cose importante.
    Se tu difentato subito calvo,
    perché piacere così.
    Più libero.
    Capello lafare pettinare tagliare
    cosa stupida perdere tuo tempo.
    Se tu difentato crasso,
    perché tu folere pesare di più
    sentirti forte macigno.
    Se tu occhiale,
    perché molto importante
    con occhiale dire cosa seria.
    Se tu no sposato,
    perché no folere sposare.
    Se tu sposato,
    no perché fesso
    o perché guaio combinato,
    ma perché folere sposare
    afere crante famiglia
    crescere etucare tua prole.
    Ogni cosa tu folere e ottenere.
    Fero così?
    Ja. Fero, fero così.

    Se tu laforare,
    no per bisogno manciare
    vestire abitare fifere;
    ma per bisogno
    essere utile società
    sentirti importante ruota
    craante meccanismo buono.
    Se altri no laforare,
    no perché ricchi fortunati
    no bisogno tenaro,
    ma perché giusto così
    loro crante potente intelligente
    parlare te e tu obbedire.
    Contento così?
    Ja, contento così.

    Poi fenire mezza età.
    Se tu infecchiare ruga
    doppiomento occhio bovino,
    qwesto no importante
    perché tu felice ricortare
    belle cose passata,
    e tu capire giusto così,
    tu difentare importante,
    dire parola seria,
    pasant.
    Se tu infecchiare,
    perché tu folere così.
    Tu no paura morire
    perché giusto così,
    tu antare Paratiso
    tanta cose buon.
    Se tu morire,
    perché tu folere così.
    JA.

    Tu ora nuovo Heracles.
    Fero così?
    Tu ora scrifere noi e tire:
    " Fero io nuofo Heracles ".
    Se tu no scrifere noi kwesto,
    o scrifere noi
    no fero tutto kwesto,
    noi tare karanzìia:
    mantare te
    nostro rappresentante
    metoto pratico te presto
    confincere dire:
    io nuovo Heracles.
    Confinto tu kwesto?
    Confinto tu kwesto?
    JA,
    JA.
    Ja.
    Ja.
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      in Poesie (Poesie catartiche)

      Rimordere un rimpianto

      Gravido d'aggravanti
      digrigno il grave ghigno
      indi per cui m'indigno
      onde il mare di rimpianti:

      avrei solo voluto
      avvolgere'l tuo voluttuoso volto
      nelle mie mani e, colto,
      la sensazione d'un tessuto...

      speranza e desiderio
      di solcare soavi seni
      fremendo senza freni.
      non immagino di meglio.

      numero i rimpianti
      ammontano a molte migliaia
      sassolini di ghiaia
      gocce dei miei lunghi pianti.
      Composta lunedì 10 gennaio 2011
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        Scritta da: Giuseppe Catalfamo
        in Poesie (Poesie catartiche)

        Guarda... meglio

        Strette di mano, un eroe, al centro del campo.
        S'allontana da solo, sulla fascia, l'ennesimo incontro.

        Alza un braccio al cielo, sembra toccare il sole, è giallo.
        Guardo in alto, cerco il divino, peccato, io non credo.

        Alza un braccio al cielo, un condottiero, è una bandiera.
        Guardo accanto, non sono solo, nessuno è patriota.

        Alza un braccio al cielo, come fosse ormai generale.
        Tutti lo assecondano, immobili, il suo influsso è ancestrale.

        Senti un po', è la terza volta che non è fuorigioco.
        Guardalinee di merda!
        Composta martedì 29 marzo 2011
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          in Poesie (Poesie catartiche)
          Ai loro piedi le nostre finte felicità
          Restano inermi le schiene chine
          Esili dita nell'aria portano il tempo di note stonate
          Nell'infinita nuvola bianca non ascoltiamo che rumore
          Zero sentimenti autentici e solo grandi silenzi
          Infinitamente grandi.
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            in Poesie (Poesie catartiche)
            Io ti odio!
            ti detesto!
            sì dico a te,
            a te che hai amputato le braccia al mio Morfeo,
            a te che hai serrato le mie palpebre ora incapaci di trovare riposo,
            giacendo a te intrecciato m'è impossibile dormire:
            mai vorrei privarmi di quegli istanti solo per concedere alle mie membra un effimero ristoro,
            il solo profumo imprigionato tra i tuoi capelli vale il più inumano degli sforzi
            e la tua pelle, se possibile, sprigiona una fragranza ancora più inebriante...
            ma è quando mi riscopri in compagnia delle sole coltri
            che il sonno si fa beffa di me, non mi consola, non prova alcuna pietà, non mi risparmia questo vuoto:
            è vuoto il giaciglio ma ancor più vuoto è il mio ventre
            uno spazio immenso che mi collassa addosso
            vorrei solo dormire
            (mento, vorrei solo poter vegliarti a fianco).
            Composta lunedì 21 marzo 2011
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              Scritta da: Anna De Santis
              in Poesie (Poesie catartiche)

              Comunque...

              Comunque...

              ed ora mi riprenderò la vita
              quella persa per seguire un sogno
              non hai mai capito di cosa avevo bisogno...

              Niente resta...

              Alla fine per dire basta
              rispolveri quel poco orgoglio che ti resta
              la dignità di donna sempre calpestata
              eppure quando volevi ci sono sempre stata...
              fino all'ultimo bacio
              fino all'ultimo respiro
              ho amato tutto quello che eri
              le tue debolezze... e le tue carezze
              erano vita fino a ieri...
              Ora voglio solo dimenticare
              non dire sempre si e continuare
              sei stato sempre tu quello che mi ha ispirata
              sicuramente non dimentico
              e lo sentirò sempre forte questo desiderio
              l'amore che ho avuto ed ho per te.
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                Scritta da: Jen
                in Poesie (Poesie catartiche)

                Angelo

                Guardai negli occhi di un angelo e
                vi vidi una lacrima del dolore più puro.

                Racchiuso nel tormento di un'anima umana
                sentii il dolce battito del suo cuore
                divenire lacerante sotto l'oppressione
                dell'umana esistenza.

                Caduto era questo angelo nel vortice
                dell'amara solitudine che trascinava
                il suo spirito sotto l'incommensurabile
                peso delle realtà della vita.

                Candide piume tinte di sangue e gocce di vita
                si posavano sull'inospitale suolo in cui,
                tu angelo, in ginocchio, attonito fissavi il Cielo
                e mentre il leggiadro etere accarezzava
                il tuo volto, un fascio di luce avvolgeva
                il tuo essere e un sorriso di gratitudine
                illuminava il tuo viso.
                Composta giovedì 10 marzo 2011
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