Scritta da: Andrea Manfrè
in Poesie (Poesie d'Autore)
Sotto le fasce spesse dei nostri atti,
rimane intatta la nostra anima di bambino,
l'anima fugge al tempo.
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Sotto le fasce spesse dei nostri atti,
rimane intatta la nostra anima di bambino,
l'anima fugge al tempo.
Il dono tuo, il quaderno, è dentro la mia mente
scritto tutto in memoria imperitura,
che assai più durerà di quelle vuote pagine,
oltre ogni termine, fino all'eternità.
O almeno fino a che la mente e il cuore
avranno da natura la facoltà di esistere,
finché al labile oblio non daran la lor parte
di te, il tuo ricordo non potrà cancellarsi;
quei miseri appunti non potrebbero tanto contenere
né mi occorre un registro per segnare il tuo amore;
per questo ho osato dar via il tuo quaderno,
fidando invece in quello che meglio ti riceve.
Il tenere un qualcosa che serva a ricordarti
equivarrebbe a ammettere ch'io so dimenticarti.
Quando nella stanza sarà portata la lampada accesa
io andrò via. Tu forse allora ascolterai la notte,
e, anche se io tacerò, sentirai la mia canzone.
Non vivere su questa terra come un estraneo o come un turista della natura.
Vivi in questo mondo come nella casa di tuo padre:
credi al grano, alla terra, al mare, ma prima di tutto credi nell'uomo.
Ama le nuvole, le macchine,
i libri, ma prima di tutto ama l'uomo.
Senti la tristezza del ramo che si secca,
dell'astro che si spegne,
dell'animale ferito che rantola,
ma prima di tutto senti la tristezza e il dolore dell'uomo.
Ti diano gioia tutti i beni della terra:
l'ombra e la luce ti diano gioia,
le quattro stagioni ti diano gioia,
ma soprattutto
a piene mani ti dia gioia l'uomo!
Le fonti si confondono col fiume
i fiumi con l'Oceano
i venti del Cielo sempre
in dolci moti si uniscono
niente al mondo è celibe
e tutto per divina
legge in una forza
si incontra e si confonde.
Perché non io con te?
Vedi che le montagne baciano l'alto
del Cielo, e che le onde una per una
si abbracciano. Nessun fiore-sorella
vivrebbe più ritroso
verso il fratello-fiore.
E il chiarore del sole abbraccia la terra
e i raggi della Luna baciano il mare.
Per che cosa tutto questo lavoro tenero
se tu non vuoi baciarmi?
I ricordi, queste ombre troppo lunghe
del nostro breve corpo,
questo strascico di morte
che noi lasciamo vivendo
i lugubri e durevoli ricordi,
eccoli già apparire:
melanconici e muti
fantasmi agitati da un vento funebre.
E tu non sei più che un ricordo.
Sei trapassata nella mia memoria.
Ora sì, posso dire che
che m'appartieni
e qualche cosa fra di noi è accaduto
irrevocabilmente.
Tutto finì, così rapito!
Precipitoso e lieve
il tempo ci raggiunse.
Di fuggevoli istanti ordì una storia
ben chiusa e triste.
Dovevamo saperlo che l'amore
brucia la vita e fa volare il tempo.
Hai detto tutto questo
Certo, ho detto tutto questo.
Cosa vuoi? Voglio bruciare.
Perché?
Perché sono infiammabile, sono
serio.
Hai detto tutto questo...
Certo, ho detto tutto questo.
Non sai cosa vuoi
E dici che la vita non è abbastanza.
La vita non è abbastanza.
Allora cos'è abbastanza?
Sentire... altrimenti muoio.
Cosa proverai?
Il fuoco.
Allora vai avanti e brucia.
Ma la vita non è in fiamme.
Allora muori.
Fisicamente?
Sì. Irriverenza.
E così vorresti fare lo scrittore?
Se non ti esplode dentro
a dispetto di tutto,
non farlo
a meno che non ti venga dritto
dal cuore e dalla mente e dalla bocca
e dalle viscere,
non farlo.
E così vorresti fare lo scrittore?
Se non ti esplode dentro
a dispetto di tutto,
non farlo
a meno che non ti venga dritto
dal cuore e dalla mente e dalla bocca
e dalle viscere,
non farlo.
Se devi startene seduto per ore
a fissare lo schermo del computer
o curvo sulla macchina da scrivere
alla ricerca delle parole,
non farlo.
Se lo fai solo per soldi o per fama,
non farlo
se lo fai perché vuoi
delle donne nel letto,
non farlo.
Se devi startene lì a
scrivere e riscrivere,
non farlo.
Se è già una fatica il solo pensiero di farlo,
non farlo.
Se stai cercando di scrivere come qualcun altro,
lascia perdere.
Se devi aspettare che ti esca come un ruggito,
allora aspetta pazientemente.
Se non ti esce mai come un ruggito,
fai qualcos'altro.
Se prima devi leggerlo a tua moglie
o alla tua ragazza o al tuo ragazzo
o ai tuoi genitori o comunque a qualcuno,
non sei pronto.
Non essere come tanti scrittori,
non essere come tutte quelle migliaia di
persone che si definiscono scrittori,
non essere monotono o noioso e
pretenzioso, non farti consumare dall'autocompiacimento
le biblioteche del mondo
hanno sbadigliato
fino ad addormentarsi per tipi come te
non aggiungerti a loro
non farlo
a meno che non ti esca
dall'anima come un razzo,
a meno che lo star fermo
non ti porti alla follia o
al suicidio o all'omicidio,
non farlo
a meno che il sole dentro di te stia
bruciandoti le viscere,
non farlo.
quando sarà veramente il momento,
e se sei predestinato,
si farà da sé e continuerà finché tu morirai o morirà in te.
Non c'è altro modo
e non c'è mai stato.
Mi guardo le mani
Come se i pensieri si raccogliessero lì
Come acqua piovana
Vorrei poterli bere
E dissetarmi
L'idea che la vita
Possa essere una mano aperta
Dà serenità
Ma è una serenità breve
Che s'infrange
Appena sollevo lo sguardo
Su questa notte senza fine
Se mi osservo riflesso nel vetro
Capisco che è come quando
Mi preparavo a partire
Non dico che questo tempo
Sia trascorso invano
Respirare l'infinito
Sconvolge
Ruba il cuore
E nulla è più come prima
E le meraviglie
Di cui gli occhi si riempiono
Danno sensazioni che mi renderanno
Schiavo di una nuova nostalgia
Ancora una volta
Sono dietro una finestra
Non molto diverso dal bambino
Che sperava che il soffitto del mondo
Gli restituisse il suo palloncino
Anch'io aspetto
Un segno
Un sogno
Un suono
Qualcosa che rompa questo sonno
Ma questa notte è senza soffitto
E quel palloncino non ritornerà
Volevo allontanarmi verso me stesso
Per sapere se è vero
Che ovunque si vada
Il cielo ha lo stesso colore
E dovunque
Si prova lo stesso mal d'universo
Lancio il sasso di queste parole
Nello stagno delle tue emozioni
Lascialo cadere sul fondo
E segui le onde
Non so su quale riva ti porteranno
Ma spero che
Quando ti volterai indietro
A guardare la strada
Sentirai che ne è valsa la pena.
Ma poi che c'è di strano
non siamo più vicini
ma ancora ci pensiamo.
Sembriamo due cretini.
Un po' mi fa star bene sapere che non ti rivedrò.
Però vorrei sapere dove sei
e se ti manco un po'.
Desiderarsi troppo può essere un miraggio.
Assomigliarsi troppo può essere un disastro.
Le cose belle sono sempre di passaggio.
Adesso che ci penso
sapevo che toccarti era stare in mare aperto
sapevo che baciarti era acqua nel deserto.
Intreccio un po' di fame d'aria e di speranza
non può far male così tanto
una persona a cui hai donato amore
e chi ti è stata accanto.
Quando si soffre si torna un po' bambini
e penso a tutti i calci che non ci siamo dati
e penso a tutti i posti dove non siamo stati
e penso che tutti ne sanno più di me.
Non mi capirai mai mi dicevi
ma io ti capivo e tu lo sapevi.
Non mi va di provare ad essere forte.
Di fare promesse che non so mantenere.
Non mi va di guardarmi dentro
di sentirmi speciale.
E se urli troppo forte tu
a me va via la voce.
E se stai male tu
ho quella sensazione
che se ti chiedono: che hai?
Poi non lo sai spiegare.
Vorrei dimenticarti, però non lo so fare.
Ma poi che c'è di strano.
Sicuramente sei felice.
Cancelleremo tutto.
Le sere senza uscire
i baci sopra gli occhi
e graffi sulla schiena
che ci facevano impazzire.
E gli altri non lo sanno
quello che siamo stati.
Ma che ne sanno gli altri
cosa vuol dire amarsi
amarsi fino a perdersi.
Ma che ne sanno gli altri
cosa vuol dire aversi.
Quand'è impossibile distrarsi.
Quand'è impossibile dimenticarsi.