Poesie d'Autore migliori


Scritta da: Mauro Barazzuol
in Poesie (Poesie d'Autore)
I ragazzi che si amano si baciano in piedi
contro le porte della notte
e i passanti che passano li segnano a dito
ma i ragazzi che si amano
non ci sono per nessuno
ed è la loro ombra soltanto
che trema nella notte
stimolando la rabbia dei passanti
la loro rabbia il loro disprezzo le risa la loro invidia
I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno
essi sono altrove molto più lontano della notte
molto più in alto del giorno
nell'abbagliante splendore del loro primo amore.
Vota la poesia: Commenta
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    I vostri figli

    I vostri figli non sono figli vostri... sono i figli e le figlie della forza stessa della Vita.
    Nascono per mezzo di voi, ma non da voi.
    Dimorano con voi, tuttavia non vi appartengono.
    Potete dar loro il vostro amore, ma non le vostre idee.
    Potete dare una casa al loro corpo, ma non alla loro anima, perché la loro anima abita la casa dell'avvenire che voi non potete visitare nemmeno nei vostri sogni.
    Potete sforzarvi di tenere il loro passo, ma non pretendere di renderli simili a voi, perché la vita non torna indietro, né può fermarsi a ieri.
    Voi siete l'arco dal quale, come frecce vive, i vostri figli sono lanciati in avanti.
    L'Arciere mira al bersaglio sul sentiero dell'infinito e vi tiene tesi con tutto il suoi vigore affinché le sue frecce possano andare veloci e lontane.
    Lasciatevi tendere con gioia nelle mani dell'Arciere, poiché egli ama in egual misura e le frecce che volano e l'arco che rimane saldo.
    Vota la poesia: Commenta
      Scritta da: Marilù Rossi
      in Poesie (Poesie d'Autore)
      È difficile per i veri amanti
      imparare a giacere senza abbracci né baci
      senza un bisbiglio, senza un sospiro, muti
      ciascuno scaldandosi alla gloria dell'altro.
      Non sottovalutiamo le braccia e le labbra
      quali garanzie rinnovate di costanza,
      né la parola, comunicazione necessaria
      se i cuori oppressi brancolano nel buio.
      Vota la poesia: Commenta
        Scritta da: Silvana Stremiz
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Barbara

        Ricordati Barbara
        Pioveva senza tregua quel giorno su Brest
        E tu camminavi sorridente
        Raggiante rapita grondante
        Sotto la pioggia
        Ricordati Barbara
        Pioveva senza tregua su Brest
        E t'ho incontrata in rue de Siam
        Tu sorridevi
        E sorridevo anch'io
        Ricordati Barbara
        Tu che io non conoscevo
        Tu che non mi conoscevi
        Ricordati
        Ricordati comunque di quel giorno
        Non dimenticare
        Un uomo si riparava sotto un portico
        E ha gridato il tuo nome
        Barbara
        E tu sei corsa incontro a lui sotto la pioggia
        Grondante rapita raggiante
        Gettandoti tra le sue braccia
        Ricordati di questo Barbara
        E non volermene se ti do del tu
        Io do del tu a tutti quelli che amo
        Anche se non li ho visti che una sola volta
        Io do del tu a tutti quelli che si amano
        Anche se non li conosco
        Ricordati Barbara
        Non dimenticare
        Questa pioggia buona e felice
        Sul tuo viso felice
        Su questa città felice
        Questa pioggia sul mare
        Sull'arsenale
        Sul battello d'Ouessant
        Oh Barbara
        Che cazzata la guerra
        E cosa sei diventata adesso
        Sotto questa pioggia di ferro
        Di fuoco acciaio sangue
        E lui che ti stringeva fra le braccia
        Amorosamente
        E forse morto disperso o invece
        Vive ancora
        Oh Barbara
        Piove senza tregua su Brest
        Come pioveva prima
        Ma non è più così e tutto si è guastato
        È una pioggia di morte desolata e crudele
        Non è nemmeno più bufera
        Di ferro acciaio sangue
        Ma solamente nuvole
        Che schiattano come cani
        Come cani che spariscono
        Seguendo la corrente su Brest
        E scappano lontano da Brest
        Dove non c'è più niente.
        Vota la poesia: Commenta
          Scritta da: Silvana Stremiz
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          La cavalla storna

          Nella Torre il silenzio era già alto.
          Sussurravano i pioppi del Rio Salto.
          I cavalli normanni alle lor poste
          frangean la biada con rumor di croste.
          Là in fondo la cavalla era, selvaggia,
          nata tra i pini su la salsa spiaggia;
          che nelle froge avea del mar gli spruzzi
          ancora, e gli urli negli orecchi aguzzi.
          Con su la greppia un gomito, da essa
          era mia madre; e le dicea sommessa:
          "O cavallina, cavallina storna,
          che portavi colui che non ritorna;
          tu capivi il suo cenno ed il suo detto!
          Egli ha lasciato un figlio giovinetto;
          il primo d'otto tra miei figli e figlie;
          e la sua mano non toccò mai briglie.
          Tu che ti senti ai fianchi l'uragano,
          tu dai retta alla sua piccola mano.
          Tu ch'hai nel cuore la marina brulla,
          tu dai retta alla sua voce fanciulla".
          La cavalla volgea la scarna testa
          verso mia madre, che dicea più mesta:
          "O cavallina, cavallina storna,
          che portavi colui che non ritorna;
          lo so, lo so, che tu l'amavi forte!
          Con lui c'eri tu sola e la sua morte.
          O nata in selve tra l'ondate e il vento,
          tu tenesti nel cuore il tuo spavento;
          sentendo lasso nella bocca il morso,
          nel cuor veloce tu premesti il corso:
          adagio seguitasti la tua via,
          perché facesse in pace l'agonia... "
          La scarna lunga testa era daccanto
          al dolce viso di mia madre in pianto.
          "O cavallina, cavallina storna,
          che portavi colui che non ritorna;
          oh! Due parole egli dové pur dire!
          E tu capisci, ma non sai ridire.
          Tu con le briglie sciolte tra le zampe,
          con dentro gli occhi il fuoco delle vampe,
          con negli orecchi l'eco degli scoppi,
          seguitasti la via tra gli alti pioppi:
          lo riportavi tra il morir del sole,
          perché udissimo noi le sue parole".
          Stava attenta la lunga testa fiera.
          Mia madre l'abbracciò su la criniera
          "O cavallina, cavallina storna,
          portavi a casa sua chi non ritorna!
          A me, chi non ritornerà più mai!
          Tu fosti buona... Ma parlar non sai!
          Tu non sai, poverina; altri non osa.
          Oh! ma tu devi dirmi una cosa!
          Tu l'hai veduto l'uomo che l'uccise:
          esso t'è qui nelle pupille fise.
          Chi fu? Chi è? Ti voglio dire un nome.
          E tu fa cenno. Dio t'insegni, come".
          Ora, i cavalli non frangean la biada:
          dormian sognando il bianco della strada.
          La paglia non battean con l'unghie vuote:
          dormian sognando il rullo delle ruote.
          Mia madre alzò nel gran silenzio un dito:
          disse un nome... Sonò alto un nitrito.
          Vota la poesia: Commenta
            in Poesie (Poesie d'Autore)
            Non aspettare di finire l'università,
            di innamorarti,
            di trovare lavoro,
            di sposarti,
            di avere figli,
            di vederli sistemati,
            di perdere quei dieci chili,
            che arrivi il venerdì sera o la domenica mattina,
            la primavera,
            l'estate,
            l'autunno o l'inverno.
            Non c'è momento migliore di questo per essere felice.
            La felicità è un percorso, non una destinazione.
            Lavora come se non avessi bisogno di denaro,
            ama come se non ti avessero mai ferito e balla, come se non ti vedesse nessuno.
            Ricordati che la pelle avvizzisce,
            i capelli diventano bianchi e i giorni diventano anni.
            Ma l'importante non cambia: la tua forza e la tua convinzione non hanno età.
            Il tuo spirito è il piumino che tira via qualsiasi ragnatela.
            Dietro ogni traguardo c'è una nuova partenza.
            Dietro ogni risultato c'è un'altra sfida. Finché sei vivo, sentiti vivo.
            Vai avanti, anche quando tutti si aspettano che lasci perdere.
            Vota la poesia: Commenta
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              il mio amico William

              Il mio amico William è un uomo fortunato:
              non ha abbastanza immaginazione per soffrire.

              Ha conservato il suo primo impiego,
              la sua prima moglie.

              È capace di guidare per 50.000 miglia
              senza una frenata.

              Balla come un cigno
              e ha gli occhi più belli e inespressivi
              che ci siano da El Paso fino a qui.

              Il suo giardino è un paradiso,
              i tacchi delle sue scarpe sono sempre allo stesso livello
              e la sua stretta di mano è vigorosa.

              La gente gli vuol bene.

              Quando il mio amico William morirà
              non sarà certo di cancro o di pazzia,

              passerà davanti al diavolo
              per andare in paradiso.

              Stasera lo vedrete alla festa
              sorridere
              davanti al suo Martini

              beato e contento
              mentre qualcuno
              gli chiava la moglie
              nel bagno.
              Composta mercoledì 25 settembre 2013
              Vota la poesia: Commenta
                Scritta da: Andrea De Candia
                in Poesie (Poesie d'Autore)

                L'odio

                Guardate com'è sempre efficiente,
                come si mantiene in forma
                nel nostro secolo l'odio.
                Con quanta facilità supera gli ostacoli.
                Come gli è facile avventarsi, agguantare.

                Non è come gli altri sentimenti.
                Insieme più vecchio e più giovane di loro.
                Da solo genera le cause
                che lo fanno nascere.
                Se si addormenta, il suo non è mai un sonno eterno.
                L'insonnia non lo indebolisce, ma lo rafforza.

                Religione o non religione -
                purché ci si inginocchi per il via.
                Patria o no -
                purché si scatti alla partenza.
                Anche la giustizia va bene all'inizio.
                Poi corre tutto solo.
                L'odio. L'odio.
                Una smorfia di estasi amorosa
                gli deforma il viso.

                Oh, quegli altri sentimenti -
                malaticci e fiacchi.
                Da quando la fratellanza
                può contare sulle folle?
                La compassione è mai
                giunta prima al traguardo?
                Il dubbio quanti volenterosi trascina?
                Lui solo trascina, che sa il fatto suo.

                Capace, sveglio, molto laborioso.
                Occorre dire quanti canzoni ha composto?
                Quante pagine ha scritto nei libri di storia?
                Quanti tappeti umani ha disteso
                su quante piazze, stadi?

                Diciamoci la verità:
                sa creare bellezza.
                Splendidi i suoi bagliori nella notte nera.
                Magnifiche le nubi degli scoppi nell'alba rosata.
                Innegabile è il pathos delle rovine
                e l'umorismo grasso
                della colonna che vigorosa le sovrasta.

                è un maestro del contrasto
                tra fracasso e silenzio,
                tra sangue rosso e neve bianca.
                E soprattutto non lo annoia mai
                il motivo del lindo carnefice
                sopra la vittima insozzata.

                In ogni istante è pronto a nuovi compiti.
                Se deve aspettare, aspetterà.
                Lo dicono cieco. Cieco?
                Ha la vista acuta del cecchino
                e guarda risoluto al futuro
                - lui solo.
                Vota la poesia: Commenta