Poesie d'Autore


in Poesie (Poesie d'Autore)
Eppure guardando lassù, mi chiedo com'è possibile, che sotto un cielo così meraviglioso, possano esserci uomini capaci di calpestarsi gli uni con gli altri. Ed è per questo che in mezzo a tanta slealtà, scelgo di posare lo sguardo su quelle "pennellate" di luce che si distinguono con la loro semplicità, dal resto dell'umanità.
Composta giovedì 24 gennaio 2013
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    Scritta da: Ludo Criacci
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Un giorno

    Vorrei, un giorno,
    essere piccolissimo
    per entrare nella tua borsa
    senza essere visto.
    Spiare tutto quello che fai,
    dici, tocchi.
    Mi metterei vicino ai tuoi trucchi,
    quelli che usi per farti più bella.
    Bella lo sei già!
    E vedere come usi il pettine,
    come ti guardi allo specchio,
    le smorfie che fai quando unisci le labbra
    per metterti il lucido.
    Ed essere toccato da te
    mentre cerchi il rimmel.
    Io lo nasconderei più a fondo,
    per essere cercato di più.
    Entrerei nel tuo portamonete
    per confondermi tra gli spiccioli,
    per sentirmi palpato, da te, mentre li scegli:
    un euro, cinquanta centesimi,
    il mio viso.
    Sarei felice,
    anche se solo per un giorno.
    Composta domenica 16 giugno 2013
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      Scritta da: Gabriella Stigliano
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Sussurri di morte celeste

      Sussurri di morte celeste odo sommessi,
      labiali dicerie della notte, sibilanti corali,
      passi che gentilmente salgono, mistiche brezze dall'alito mite e soave,
      gorgoglii di fiumi invisibili, flussi d'una corrente che scorre, eternamente
      scorre
      (o è sciacquettio di lacrime? Le smisurate acque delle lacrime umane?).
      Vedo, vedo appena verso il cielo, grandi masse di nuvole,
      malinconicamente lente ruotano, silenziose si espandono, si fondono
      con qualche stella ogni tanto che mesta appare e scompare,
      velata, lontanissima.
      (O forse un parto, qualche solenne nascita immortale;
      ai confini impenetrabili alla vista,
      un'anima che passa).
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        Scritta da: Carlo Bisecco
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Il piccolo minatore

        Piccole mani
        Tra la polvere
        Scavano lente
        Nella miniera
        Fredda e buia,
        nasce tristezza
        dai cupi canti
        d'un ragazzino,
        il minatore,
        maturato già,
        il fumo copre
        la sensazione di fame ma la
        solitudine resta dolente,
        nell'aria brucia
        la fiamma d'una
        candela sola
        danzante sotto
        sottile vento
        impregnato di
        viva povertà,
        tra le pietre va,
        s'incanala lì,
        in galleria
        dove scava lo
        sfruttato pupo
        che stanco cessa
        di vivere la
        vita, l'incubo
        d'una nottata.
        Carlo Bisecco, Poesia contro lo sfruttamento minorile
        (ho preso spunto dalla novella Rosso Malpelo di G. Verga)
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          Scritta da: Rosa Coddura
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          L'illusione delle favole

          Credevo di poter volare,
          stendendo le mie braccia al vento
          e con un slancio in una rincorsa
          spiccare il volo,
          e con la stessa perseveranza
          che ci mettevo
          dondolandomi con forza
          dall'altalena volendo
          almeno sfiorare il cielo.

          Credevo alle favole,
          a quella principessa
          che scopre la sua metà
          baciando un ranocchio,
          a quella scarpa persa
          per fuggire allo scadere
          del tempo prefissato
          perché l'incantesimo s'era già spezzato,
          lasciare sul gradino quella scarpa
          e andar alla ricerca disperata
          di chi la sera prima l'aveva calzata
          il vissero "felici e contenti",
          il coraggio di riuscire a sfidare
          tutti gli eventi,
          e passar il resto dei nostri giorni
          nelle sale danzanti
          del nostro castello.

          Credevo che tutti i miei
          personaggi disegnati,
          le mie bambole,
          i miei pupazzi, i giocattoli,
          potessero prendere vita,
          con l'ausilio della mia sola voce,
          creando per loro un mondo,
          una storia
          che mi facesse sentire meno sola.

          Credevo all'esistenza
          di personaggi leggendari,
          aspettando di nascosto,
          sveglia la notte di natale,
          per la voglia di scoprire
          il volto di babbo natale,
          scoprendo poi con delusione
          che non esisteva.
          La luce accesa
          per vegliar sul mio sonno,
          aver paura di un'ombra,
          i soldi sotto il cuscino,
          la ricompensa di aver lasciato
          il mio dentino.

          Crescendo poi mi sono accorta,
          che c'era la realtà pulsante
          fuori dalla porta,
          non si poteva volare con un salto,
          neanche la specialità olimpica
          del salto in alto aiutava,
          nessuno slancio con forza
          dall'altalena mi avrebbe mai potuto
          far toccar il cielo,
          forse con l'immaginazione
          dell'amore,
          ma non esisteva nessuna Cenerentola,
          nessuno personaggio che i grandi
          per me avevano appositamente inventato,
          nessuno essere leggendario
          di cui mi avevano narrato
          esisteva
          solo una dimensione onirica
          che nel passato mi aveva
          delicatamente cullato.

          E come tutte queste parole vuote
          prive di sostanza,
          avevo creduto al nostro amore,
          a come un solo saluto
          potesse farmi cambiare
          la direzione delle mie labbra,
          a come mi batteva forte il cuore,
          e la tua assenza
          che in me provocava dolore.

          Ma ho immaginato,
          ho solo sognato,
          lasciandomi incantare
          dall'ennesima favola
          che per me era reale,
          ma è stata la realtà
          a non essere leale,
          offrendoci solo la metà
          della felicità.
          Sono stata ingenua
          come quando ero bambina,
          credevo all'aiuto
          della "fatina",
          ma lottare contro le difficoltà
          della vita non ci è bastato,
          adesso mi sento solo una cretina,
          è stata tutta un'illusione,
          ho creduto ad un'inutile infatuazione,
          le poesie, le stupide parole,
          altrettanto stupide come
          quelle che sto scrivendo,
          provando rabbia per queste parole
          povere innocenti trasmittenti
          del mio dolore,
          e non sono dentro a un libro
          la cui fine è stata scritta bene.
          Adesso non sono più
          la principessa da salvare,
          sono la strega di ghiaccio
          che nessuno può amare.

          Sono solo un'illusa,
          adesso la porta
          è stata di nuovo chiusa,
          confusa è la realtà
          che mi ha delusa.
          Composta domenica 12 maggio 2013
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            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Possibilità negata

            Una possibilità si da a chiunque.
            Se sei un professore
            dai una possibilità al tuo allievo,
            un giorno potrebbe diventare un luminare,
            anche se apparentemente non sembra.

            Se sei un imprenditore
            dai una possibilità ad un giovane,
            potrebbe rivelarsi il futuro e salvare la tua impresa,
            anche se apparentemente non sembra.

            Se sei una donna
            dai una possibilità a l'uomo che alla tua porta busserà,
            potrà rivelarsi il tuo più grande amore,
            anche se apparentemente non sembra.

            Impariamo a dare una possibilità.
            La vita non smette di meravigliarci.
            Una possibilità negata può cambiare l'esistenza.
            Negare una possibilità è rifiutare un dono,
            il dono di qualunque dio ci sia lassù.
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              Scritta da: Gabriella Stigliano
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Quando il pensiero

              Quando il pensiero di te mi accompagna
              nel buio, dove a volte dagli orrori
              mi rifugio del giorno, per dolcezza
              immobile mi tiene come statua.
              Poi mi levo, riprendo la mia vita.
              Tutto è lontano da me, giovanezza,
              gloria; altra cura dagli altri mi strana.
              Ma quel pensiero di te che vivi,
              mi consola di tutto. Oh tenerezza
              immensa, quasi disumana!
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                Scritta da: Gabriella Stigliano
                in Poesie (Poesie d'Autore)

                Vieni con me

                Vieni con me!
                Devi affrettarti però -
                sette lunghe miglia
                io faccio ad ogni passo.
                Dietro il bosco ed il colle
                aspetta il mio cavallo rosso.
                Vieni con me! Afferro le redini -
                vieni con me nel mio castello rosso.
                Lì crescono alberi blu
                con mele d'oro,
                là sogniamo sogni d'argento,
                che nessun altro può sognare.
                Là dormono rari piaceri,
                che nessuno finora ha assaggiato,
                sotto gli allori baci purpurei -
                Vieni con me per boschi e colli!
                tieniti forte! Afferro le redini,
                e tremando il mio cavallo ti rapisce.
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                  Scritta da: Gabriella Stigliano
                  in Poesie (Poesie d'Autore)

                  I poeti lavorano di notte

                  I poeti lavorano di notte
                  quando il tempo non urge su di loro,
                  quando tace il rumore della folla
                  e termina il linciaggio delle ore.

                  I poeti lavorano nel buio
                  come falchi notturni od usignoli
                  dal dolcissimo canto
                  e temono di offendere Iddio.

                  Ma i poeti, nel loro silenzio
                  fanno ben più rumore
                  di una dorata cupola di stelle.
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